Ruggine negli arsenali Nato

Ruggine negli arsenali Nato Un'inchiesta sul materiale militare Usa in Europa Ruggine negli arsenali Nato Londra, 7 agosto. In caso di guerra, il materiale bellico americano ammassato nelle basi europee sarebbe in buona parte inutilizzabile. Questa la conclusione cui è giunta la commissione alla quale il senatore americano Hubert Humphrey aveva chiesto un rapporto. La notizia ha destato particolare scalpore in Inghilterra, perché è qui — a Burtonwood, nel Lancshire — che sorge uno dei depositi americani in Europa (gli altri otto sono tutti in Germania), e perché proprio durante i giorni scorsi i responsabili britannici della Difesa avevano ricevuto dure critiche per il loro programma di sviluppo degli armamenti. Ora, all'inefficienza dell'apparato bellico na¬ zionale si aggiunge quella dell'alleato maggiore e sul quale l'Europa è abituata a contare. Nel rapporto vi sono molti passaggi censurati, ma i punti deboli individuati sono chiaramente descritti. Ecco i più preoccupanti: — munizioni da considerarsi « usabili solo se il combattimento giunga a una situazione d'emergenza»; — centinaia di veicoli militari inutilizzabili a causa della ruggine o per mancanza di pezzi di ricambio; — materiale perduto o rubato, compresi impianti radar e radio, camion per il trasporto di materiale e rimorchi. Dopo aver sottolineato l'enorme spreco in denaro — valutato in 15 milioni di sterline (circa 23 miliardi di lire) solo per i danni derivanti dagli errori contabili nell'inventario dell'equipaggiamento — il rapporto conclude con preoccupazione: «La vastità del problema fa sorgere il dubbio se l'esercito possa assolvere la missione che negli attuali piani di guerra gli è assegnata». Il rapporto cita le carenze riscontrate nelle nove basi. Tra esse, il fatto che molto materiale, consegnato a Israele e a «altri due Paesi del Medio Oriente» (sembra si tratti di Giordania ed Etiopia) durante la guerra del Kippur, nel '73, non è mai stato rimpiazzato. All'epoca il valore dell'equipaggiamento consegnato era sui 60 miliardi di lire, oggi ne varrebbe circa 170. f. m.

Persone citate: Hubert Humphrey