I lettori discutono

I lettori discutono I lettori discutono Quanto è diffìcile vendere i giornali Mia moglie nel 1972 ha fallo domanda per una rivendila di giornali a Borghetto S. Spirilo, nel palazzo S. Luigi, in quanto questa e una zona completamente sprovvista di edicole ed è scomodo, specialmente per i molti pensionati che vi abitano d'inverno, dover percorrere 700 metri per comprare un giornale. Nel giugno del 1974 ci hanno concesso la licenza, con la tessera n. 9645, ma con uno sbaglio di località. Abbiamo ricevuto la lettera con il nostro preciso indirizzo, mentre internamente vi era scritto di porre la nostra nuova rivendita, sempre nella stessa via, ma in località « Case Rosse », che si trova a 200 metri più in su di dove abitiamo. Abbiamo fatto presente alia commissione paritetica di Milano la questione e quindi chiesto il trasferimento nel nostro negozio adibito a bar, composto da tre vetrine; in una di esse c'era un biliardo ed era appunto questa salctta che doveva diventare la rivendita. Sono venuti i signori dei sindacati, assicurandoci che la cosa si sarebbe risolta facilmente, purché la salctta si liberasse e divenisse indipendente dal resto del negozio, e così abbiamo fatto. Abbiamo venduto il bar e il biliardo, abbiamo fatto la parete divisoria in attesa di utilizzare il locale rimastoci vuoto, essendo io da 16 anni invalido per una grave malattia respiratoria. Dunque era già tutto pronto, ma nella riunione avvenuta il 29 gennaio non c'è stato concesso il trasferimento nel nostro negozio. Ora, per non lasciare scadere i 2 anni dal rilascio della tessera, ci troviamo a dover vendere i giornali in mezzo alla strada, nella località che ci hanno segnalato, con un tavolino ed un ombrellone, esposti al vento, alla pioggia e alla polvere. Sono andato in Comune ed ho pagato 5 metri quadrati di suolo pubblico, per potervi almeno mettere un piccolo chiosco adatto all'occorrenza; dopo aver pagato credevo che tutto andasse a posto ed invece anche qui mi hanno detto che bisogna aspettare che si raduni la commissione edilizia per discutere il nostro caso. C'è voluto tantissimo tempo per costituirla ed ora che sembrava conclusa, la Regione l'ha bocciata, cosi chissà quando si radunerà di nuovo. Mia figlia ha anche scritto alla Commissione paritetica di Milano, per illustrare la situazione pietosa in cui ci troviamo, allegando anche alcune fotografie ed ha scritto ai signori Mondadori e Rizzoli, che ci hanno assicurato di non tralasciare la discussione del nostro caso. Angelo Migliavacca Borghetto S. Spirito Facciamo a metà con gli statali La Corte Costituzionale ha dichiarato « non incostituzionale » la tanto discussa legge 336 ossia quella dei sette anni anticipati per pensionamento ai soli dipendenti statali. Non condivido, anzi deploro tale decisione da parte dei si- gnori giudici, in quanto io ex combattente nel vero senso della parola classe 1916 con alcuni anni di prima linea e poi con quattro anni di prigionia di guerra, ma non appartenente alla privilegiata categoria degli enti statali, bensì semplicemente dipendente di aziende private, sono da 10 anni con la qualifica di piccolo pensionato per invalidità. Come può la Certe Costituzionale prendere un simile provvedimento discriminatorio nei confronti di una parte di ex combattenti che hanno dato i migliori anni della loro giovinezza alla patria assolvendo il proprio dovere di cittadini impostogli dallo Stato di allora e lo Stato attuale con i suoi lcgifcratori ci accantona come cittadini di categoria inferiore e così mal ripagati? Il modo di concepire e varare certe leggi in uno Stato democratico io lo chiamerei razzismo anche se la parola non si addice al caso. Certo che se la guerra l'avessero fatta solo gli statali sarebbe finita molto tempo prima e 10 Stato datore di lavoro finanziariamente ne avrebbe sofferto meno. Le leggi nate sbagliate in Italia è di rado che vengano modificate specie quando colpiscono i ceti meno abbienti perchè non hanno nessuno a Roma che occupa una poltrona. Un'altra cosa vorrei precisare, anziché sette anni di anticipo solo a dipendenti dello Stato, non sarebbe stato meglio dividere per due rendendo così partecipi tutti gli ex combattenti? Alberto CMaberlo, Villarfoccliiardo Assessore irresponsabile? Sono un giovane medico e scrivo in relazione alla conferenza stampa del 30-7-76 dell'assessore alla Sanità della Lombardia, il democristiano Vittorio Rivolta, in cui suggerisce l'aborto per le donne incinte della zona infestala dal velenoso Tcdd. Vorrei fornire alcuni chiarimenti ed esprimere qualche giudizio: 1) prima di tutto la soluzione da lui proposta, anche se si fosse sicuri (c non lo si è quasi mai) di un caso di malformazione fetale, è contraria alla morale cattolica; 2) la possibilità che la sostanza provochi malformazioni fetali esiste, come per innumerevoli altre sostanze più diffuse, ma non ci sono dati concreti sull'uomo a questo riguardo; 5) i metodi di accertamento di malformazioni fetali in gravidanza non danno attualmente alcun affidamento sicuro; in altri termini non si riesce che in una bassa percentuale dei casi a diagnosticare con sicurezza che in un determinato caso esiste una malformazione fetale; questo significa che una donna dopo questi esami non è sicura se il bambino che porta in grembo è sano o malato, e spinta da una assurda paura, potrebbe uccidere un figlio perfettamente normale; 4) le parole che ha detto l'assessore Rivolta, per la carica che egli assume, hanno avuto molte risonanze, sì da turbare 11 già delicato equilibrio psichico delle donne gravide; tanto più che è impossibile porre dei limiti netti alla zona o alle persone parzialmente intossicate, e che l'ignoranza di questi problemi di molte persone, porta a sopravvalutare i pericoli; 5) l'assessore Rivolta farebbe bene a cercare vere soluzioni ai numerosi problemi, alcuni dei quali ha solo rinvialo (vedi provvedimenti su cani e galli); 6) chi ha votalo il suo partito non si aspettava un comportamento simile, perciò giudico le sue parole irresponsabili. dott. Gennaro Gaudiiio, Vigevano

Persone citate: Alberto Cmaberlo, Angelo Migliavacca, Borghetto S. Spirilo, Gennaro Gaudiiio, Villarfoccliiardo Assessore

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Milano, Roma, Vigevano