Sì ad una sanatoria di Francesco Forte

Sì ad una sanatoria Sì ad una sanatoria (Segue rialia 11 pagina) violalo, a danno dei meno « animanigliati », e si lascerà solo la registrazione presso la banca italiana. Ma evidentemente vi è chi non si fida nemmeno del segreto bancario; e perciò preferisce il « franco valuta » suggerito da Merzagora. Quali possono essere le ragioni di tale mancanza di fiducia? Una può essere che vi sono importatori che, in passato, hanno sopravvalutalo le bollette delle loro importazioni per fare uscire clandestinamente e illegalmente capitali. Può darsi che essi temano che, quando fanno entrare in Italia ingenti capitali dall'estero, utilizzando le banche, questo possa cadere sotto gli occhi di qualche funzionario bancario che, sui cavitali in questione, non dirà nulla, ma che potrà anelarsi a rivedere le bollette delle importazioni o tenere 'gli occhi aperti psr il futuro. Se poi si trattasse di denaro « sporco », relativo a sequestri, oppure risultante da fallimenti dolosi o corruzioni o altre operazioni in sé illegali, relative ad enti pubblici o società che hanno costituito fondi neri all'estero, sarebbe comunque scomodo lasciare in banca una traccia del rientro. L'autorità giudiziaria potrebbe sempre ordinare il sequestro di documenti bancari, di persone o società per le quali si stanno facendo indagini penali. Analogamente, se si tratta di fondi neri che una società ha costituito all'estero, il farli transitare per una banca può essere scomodo: un giudice sospettoso potrebbe ordinare indagini in banca, come è già accaduto in passato. Mi sia consentito di dire che, proprio per queste ragioni, trovo il « franco valuta » inopportuno, anche se suggerito da una autorità del livello tecnico e morale del senatore Merzagora. Al di là delle sue intenzioni mi sembra che il provvedimento lasci il rischio di coprire tutto il possibile sudiciume del nostro Paese. Con sanatorie di questo genere, non solo si premiano, ma si incentivano le persone e le società senza scrupoli, nel commettere altri illeciti in futuro. Non mi riferisco all'esportazione clandestina di capitali in sé, ma ad essa come atto finale di altre operazioni disoneste, come quelle sopra menzionate. Ragioni analoghe, anche se non identiche, mi portano a ritenere che sarebbe anche inaccettabile la proposta di amnistia o sanatoria fiscale, per chi ha esportato clandestinamente capitali. In sé l'anonimato per il rientro di capitali dall'estero garantito dalla legge 159 dovrebbe bastare per tutelare chi opera il rientro di capitali da conseguenze fiscali, connesse al fatto che i denari esportati clandestinamente a suo tempo non pagarono le imposte. Ma si afferma che questo non basta. Cosa vuol dire ciò? Si vorrebbe che fosse lecito far comparire patrimoni o redditi mai prima posseduti, affermando che, poiché si ricollegano a capitali reimportati dall'estero, colui che li detiene, oltreché una croce di Vittorio Veneto per il suo patriottismo, dovrebbe meritare d'ora in poi l'esenzione dalle imposte? O si vuole coprire così ogni sorta di frode fiscale compiuta in passato, cautelandosi in relazione a sospetti che possono sorgere nel fisco, nonostante l'anonimato bancario del rientro di capitali? Si teme chejl fisco possa andare a metter becco in quei conti? Se questo è il problema, lo si dica. Ci si potrebbe limitare, allora, a stabilire il segreto fiscale sui conti relativi al rientro di capitali dall'estero. Ma non si può concedere una sanatoria, per i reati fiscali collegati alle somme a suo tempo esportate all'estero perché, così facendo, si impedirebbe al fisco di perseguire gli evasori, per parecchio tempo. Giunta alla fine di una certa pista, la finanza si troverebbe di fronte all'oasi dell'esonero fiscale per l'importazione dall'estero di capitali. Chiunque abbia frodato le imposte, avrà così interesse a far figurare che ha importato dall'estero capitali, in relazione alla legge 159 modificata, per usufruire di questo nuovo tipo di esonero fiscale. Non lamentiamoci poi se imposta sul reddito, Iva, imposta di sue- j cessione eccetera sono piene di buchi. Un conto è la facilitazione del rientro di capitali per risparmiatori in buona fede, che hanno temuto per la lira. Un altro conto è avallare, col pretesto di una sanatoria per i risparmiatori, la frode fiscale e operazioni, se possibile, ancora più gravi. Francesco Forte

Persone citate: Merzagora

Luoghi citati: Italia, Vittorio Veneto