Seveso: che fare contro la nube

Seveso: che fare contro la nube Seveso: che fare contro la nube (Segue dalla V pagina) delle biblioteche uno dei più chiari segni della nostra arretratezza culturale), ma altri sono facilmente reperibili anche per ricercatori non specializzati (come me). Purtroppo molti studiosi italiani si dimenticano di essere pagali (anche se in misura non soddisfacente) dalla comunità e. che quindi essi dovrebbero contrarre un obbligo di informare tempestivamente pubblico e autorità. Stando così le cose, che cosa si sarebbe dovuto fare non appena individuato il rischio? Primo, si sarebbe dovuto sgomberare una zona molto più vasta di quella oggi circondala da reticolati, perché è preferibile il disagio temporaneo di uno sfollamento forzato piuttosto che subire le atroci conseguenze di un accumularsi della diossina nei tessuti. Non si conoscevano allora (diciamo al 13 luglio) i limiti della zona pericolosamente inquinata, né, a quanto pare, li conosciamo ancor oggi. Sarebbe quindi stato saggio eccedere nelle precauzioni, ivi compreso l'impedire l'asportazione dalla zona di indumenti ed oggetti, per quanto cari. Secondo, il ministro della Sanità o chi per esso avrebbe dovuto mandare con il primo aereo un piccolo numero di biologi con solida preparazione chimica ed ancor meglio tossicologica, con perfetta conoscenza della lingua inglese e possibilmente già noti nella comunità scientifica internazionale, a prendere contatti diretti con coloro che hanno studiato i pro¬ blemi connessi con la sciagura di Seveso o che si son trovati davanti a situazioni simili altrove. Per il 18 di luglio essi sarebbero stati di ritorno, disponendo di un quadro completo delle conoscenze disponibili oggi nel mondo e quindi in condizione di richiedere alle autorità centrali e regionali gli interventi ragionevolmente più opportuni. Terzo, si sarebbe dovuto contemporaneamente provvedere a concentrare nella zona colpita, o in prossimità di essa, un numero suf .iente di apparecchiature ana. iche, quali quelle necessarie per identificare minime concentrazioni di tedd, in modo da poter togliere l'incubo a chi teme d'esser stato colpito c non Io è, e di poter attuare pronti interventi terapeutici. Quarto, una sola persona, con provate capacità manageriali e di comando, avrebbe dovuto riassumere tutte le responsabilità per la complessa organizzazione, per incarico da parte del governo. Avrebbe dovuto poter disporre, naturalmente, di tutti i mezzi finanziari e tecnici necessari per attuare il complesso intervento. Ad una situazione di estrema gravità e difficoltà come quella di Seveso si deve rispondere con misure di eccezione. Se esse non sono state ancor prese, è segno che i responsabili sono irresponsabili. Irresponsabili — io penso — più per ignoranza che per menefreghismo. Ma se così fosse, abbiano essi la modestia di riconoscere le loro limitazioni, e ricorrano a chi ne sa più di loro: italiani o stranieri, non ha importanza. A. Buzzati Traverso

Persone citate: Buzzati Traverso

Luoghi citati: Quarto, Seveso