I bancari in fuga vengono riassunti come "consulenti,,

I bancari in fuga vengono riassunti come "consulenti,, I timori per le liquidazioni I bancari in fuga vengono riassunti come "consulenti,, Roma, 6 agosto. Continua la polemica sulla fuga dei dirigenti del settore bancario, legata al presunto minacciato «congelamento» delle liquidazioni maturate. Il pericolo di vedersi bloccate le indennità di quiescenza avrebbe spinto finora diverse centinaia di dipendenti (ieri negli ambienti ministeriali si è fatta la cifra di 1500 tra funzionari e alti dirigenti) a manifestare l'intenzione di lasciare anticipatamente il posto di lavoro. Sebbene le direzioni delie banche, soprattutto le grandi, tendano a minimizzare il fenomeno, l'entità dell'esodo ci è stata oggi in parte confermata dalla Federazione italiana bancari. La fuga, dicono alla Fib, anche se di difficile quantificazione, esiste e probabilmente le cifre indicate non sono molto lontane dalla verità. I motivi di fondo dell'esodo sono legati a due ordini di fattori: da una parte la possibilità che le liquidazioni vengano sottoposte ad un più pesante carico tributario. Lo Stato, anche in relazione all'eventuale revisione avanzata da Andreotti della tabella delle aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, potrebbe modificare l'attuale trattamento impositivo. Le indennità, oggi, sono esenti da tasse per il 50 per cento e ciò per gli importi più alti porterebbe ad una falcidia delle liquidazioni. L'altro fattore è determinato dal fatto che l'indennità di cessazione di servizio, per le categorie bancarie più alte, viene calcolata sulla base di coefficienti più elevati di quelli della media generale. In altre parole, dice Nino Cardile, segretario della Federazione italiana bancari, «mentre per gli impiegati fino al grado di capo ufficio, la liquidazione non differisce dalla norma (30 giorni per ogni anno di servizio), per i funzionari e i dirigenti il trattamento è diverso. La liquidazione, per questi ultimi, viene integrata da un'altra somma pari al 25 per cento dell'importo della mensilità afferente al periodo di servizio prestato. Per i dirigenti sì arriva addirittura al 50 per cento». Di fatto, l'indennità di funzionari e dirigenti del settore bancario varia dal 125 al 150 per cento dell'ultima mensilità calcolata sull'ultimo anno di servizio. Ma c'è di più: il pensionamento non significa necessa¬ riamente abbandono del posto di lavoro. Spesso, come è accaduto qualche anno fa in un istituto di credito speciale nel Mezzogiorno dove il direttore generale per evitare gli effetti della riforma tributaria si era fatto dare una «liquidazione d'oro» e poi si era fatto riassumere, i dirigenti e i funzionari usciti dalla porta rientrano dalla finestra. «Chi ha messo in bilancio di lasciare anticipatamente il servizio — sottolinea Cardile — non ha previsto di rimanere disoccupato, ma di approfittare di una prassi vigente nel mondo delle banche». «Infatti, quando dirigenti e alti funzionari vanno in pensione, non è difficile che vengano assunti come consulenti presso altre banche minori. Quanto questa prassi — prosegue Cardile — sia frutto dell'ambiente e non la somma di iniziative individuali è con-' fermato dal fatto che per i grossi istituti di credito l'utilizzo dei pensionati-dirigenti viene canalizzato nelle banche locali, dove gli istituti hanno la partecipazione di maggioranza. Ciò al fine di dirigere con proprie persone di fiducia le piccole aziende bancarie di cui hanno acquistato il pacco azionario di controllo». In tal modo, oltre alla garanzia di una liquidazione non solo al riparo da imposte e da possibili congelamenti, resta spesso la certezza di poter continuare a lavorare. n. g.

Persone citate: Andreotti, Cardile, Nino Cardile

Luoghi citati: Roma