Il nipote di Lagomarsino è ricercato per la droga di Gino Mazzoldi

Il nipote di Lagomarsino è ricercato per la droga Non è escluso che sia ormai fuggito all'estero Il nipote di Lagomarsino è ricercato per la droga "Giuggiolone" (così è chiamato) sarebbe un grossista di eroina - Ordine di cattura contro due suoi complici latitanti - In carcere solamente una ragazza, pedina minore (Dal nostro corrispondente) Milano, 6 agosto. Enrico Lagomarsino, 35 an ni, nipote acquisito di uno dei più noti industriali italiani, è ricercato dalla polizia di tutta Italia e dagli agenti dell'Interpol: nei suoi confronti, il sostituto procuratore della Repubblica dott. Fasanelli ha spiccato mandato di cattura per traffico di stupefacenti. Lo stesso provvedimento è stato preso nei confronti di due complici, Mario Corti, 25 anni e Roberto Settomini di 21 entrambi abitanti a Milano, il primo in via Galli 11 l'altro in via Girola 2, anche loro latitanti. Per il momento è stata arrestata solo Erminia Gobbi, 22, abitante a Lainate, una tossicomane che era entrata nella banda per assicurarsi la sua dose di droga: è stata lei, con la sua ingenuità, a fare scoprire il «giro » che a quanto pare avrebbe fruttato ai trafficanti svariate centinaia di milioni. Enrico Lagomarsino, detto « giuggiolone », figlio naturale di uno dei sette fratelli di Emilio Lagomarsino titolare dell'omonima industria di macchine calcolatrici ed elettroniche per ufficio ed ex consigliere del Milan, fino all'aprile scorso era registrato all'anagrafe come Enrico Onori. Grassoccio, capelli ricci, basette lunghe, viveva in alberghi e pensioni di lusso di Milano e nelle località di villeggiatura. Ha sempre passato gran parte del suo tempo a divertirsi e scorrazzare da una parte all'altra con auto sportive di grossa cilindrata. Nel febbraio del '73 « giuggiolone » era stato sorpreso nella zona di via Brera con 10 grammi di cocaina in tasca: in quell'occasione aveva dichiarato di averla acquistata per uso personale da un trafficante di cui non era in grado di fornire le generalità. La polizia aveva dato poco credito a queste affermazioni ed aveva cominciato a tenerlo d'occhio. Si scopriva così che faceva capo a lui un vasto traffico di eroina pura. « Giuggiolone » si serviva di veri e propri professionisti che in vita loro non hanno mai ceduto alla droga, gente abile, dura, senza alcuno scrupolo. Enrico Lagomarsino era il finanziatore della « gang » potendo disporre di notevoli mezzi: quasi sempre se ne stava in disparte e trattava da lontano i suoi affari. In questi ultimi tempi era entrata nella banda Erminia Gobbi, una giovane tossicomane che per potersi procurare la sua dose quotidiana, aveva accettato di trovare clienti disposti ad acquistare « eroina » in grosse partite: la donna era a sua volta sotto controllo ed è stata proprio lei a fare smascherare i trafficanti. Il capitano dei carabinieri Achille Poggetti che comanda il nucleo antidroga, dopo aver saputo che in questi ultimi mesi « giuggiolone » era riuscito a collocare sulla piazza di Milano stupefacenti per un valore di parecchi milioni, era riuscito ad avere un « contatto » con la Gobbi: un carabiniere, infatti, spacciandosi per un drogato, aveva fatto breccia nel cuore della giovane e tra i due era nata una affettuosa amicizia. Ogni sera, ormai da parecchie settimane, il falso tossicomane andava a prendere la ragazza, la conduceva nelle discoteche e nei locali dove notoriamente si spaccia della droga e qui studiava l'ambiente e seguiva le mosse dei vari personaggi minori legati al « giro ». Un giorno il carabiniere ha fatto capire alla Gobbi di avere bisogno di soldi e di essere disposto a lavorare per qualche trafficante: «Un tedesco — ha detto alla gio vane — mi ha promesso un lauto guadagno se riesco a procurargli parecchi chili di eroina pura da spacciare nella sona di Bolzano e in tutto 11 Tirolo: purtroppo io conosco solo trafficanti di poco conto». Erminia Gobbi ha promesso il suo interessamento ed attraverso Roberto Settomini ha messo in contatto il falso tossicomane con « giuggiolone »: l'incontro è avvenuto nella hall di un grande albergo di Milano c'era anche il presunto acquirente tedesco che in realtà era un carabiniere altoatesino. L'accordo fu presto raggiunto: Enrico Lagomarsino avrebbe mandato in Olanda due suoi uomini di fiducia che avrebbero portato in Italia la droga destinata alla piazza di Bolzano. Cosi è stato fatto, ma al ritorno dalla missione i due «corrieri» erano stati bloccati alla frontiera: uno era riuscito a sottrarsi alla cattura, l'altro, Enrico Teobaldelli, 22 anni è stato invece arrestato. «Giuggiolone», nonostante questo «imprevisto», non si era dato per vinto e nulla sospettando, aveva promesso di fornire un altro mezzo chilogrammo di eroina che avrebbe dovu- to essere consegnata al «trafficante» tedesco, l'altro ieri, in un albergo di via Washington. All'appuntamento si è presentato lo stesso Lagomarsino assieme al Corti e al Set¬ tomini per controllare che il «tedesco» avesse il denaro per pagare la droga ma dopo un'ora, quando era stata decisa la consegna della merce, «giuggiolone» ed i complici non si sono più fatti vivi. Evidentemente avevano subodorato qualcosa. Gli elementi raccolti erano però più che sufficienti per inoltrare una dettagliata denuncia iii'antorità giudiziaria. Così ieri il sostituto procuratore della Repubblica, dott. Fasanelli, ha spiccato mandato di cattura nei confronti del Lagomarsino, del Corti, del Settomini e della Gobbi perché « in concorso con altri tentavano di offrire, porre in vendita e comunque procurare ad altri un Quantitativo di 500 grammi di eroina ». « Giuggiolone » e i suoi due complici sono riusciti a fuggire, nelle mani della giustizia è rimasta solo la pedina più piccola, la ragazza che è già in carcere. Prendere Enrico Lagomarsino non sarà una cosa facile: il nipote del « re delle calcolatrici » dispone di notevoli mezzi e di vaste conoscenze e, secondo gli amici, sarebbe già all'estero. L'inchiesta intanto continua per smascherare altri componenti della banda che si ha ragione di ritenere abbia molte diramazioni anche all'estero. Gino Mazzoldi Milano. Enrico Lagomarsino ed Erminia Gobbi (Soncini)