Tutte le Olimpiadi

Tutte le Olimpiadi Tutte le Olimpiadi Stefano Jacomuzzi: « Storia delle Olimpiaci », Einaudi, Torino, pag. 556, L. 6000. «A dieci e più anni ci sono ricaduto e ci ho rimesso le mani è un po' anche l'anima»: così scrive Stefano Jacomuzzi nella nota introduttiva alla Storia delle Olimpiadi, e l'afférmazione è già chiave interpretativa. «Ci sono ricaduto», cioè torno dopo tanto tempo a parlare di sport e lo faccio trascinato da una forza che è quella dell'amore ritrovato, stesse ansie nascoste, tenerezze sottili, ricordi venati di malinconia trasfiguratrice. Non meraviglia l'interesse dell'intelletuale al fatto sportivo, e nemmeno l'approccio dello storico, o ravvicinamento del sociologo; ma la «storia» di Jacomuzzi, ricca di episodi e citazioni, dati statistici e curiosità, affascina per una ragione più profonda: gli uomini, grandi sfortunati e ribelli, rimangono sempre tali e non diventano mito; la leggenda, laddove viene creata, mantiene i toni leggeri e i colori sfumati della fiaba. Si raccontano lotte e sfide di atleti, ma l'epica è assente, ogni pagina essendo dettata da una s"llecitazione senza risparmio della fantasia: «Mi sono messo a raccontare le Olimpiadi — scrive l'Autore — la storia delle gare, delle vittorie, delle sconfitte, delle fatiche con qualche puntata sugli antefatti, sui risvolti, e con uno sguardo, specie per gli anni più lontani, alla gran cornice del mondo... ma la preoccupazione dominante è stata di rimaner dentro ai Giochi, lasciare una scia di gesti, una radunata di volti, e dietro, passioni di uomini». La galleria di personaggi, nomi famosi accostati a brevi meteore, è praticamente inesauribile: diciassette Olimpiadi, ognuna illuminata e resa più autentica dai suoi grandi malinconici eroi. Da James Connolly, prima medaglia d'oro di Olimpia, a Spiridon Louis, il pastore greco che vinse la maratona di Atene, a Ray Ewry, l'uomo caucciù, a Nedo Nadi, a Jim Thorpe, a Emilio Lunghi scomparso anzitempo. E ancora Nurmi, Pietri, Owens, Weissmuller, Beresford, atleti entrati nella leggenda. Stefano Jacomuzzi con cuore e attenzione racconta in 428 pagine (il resto sono dati statistici) il volto eterno e umano di Olimpia, ma l'ultimo capitolo, quello che riguarda Montreal appena conclusa, è ancora tutto da scrivere: avrebbe per « eroi » Viren e la Comaneci. C. COS.

Luoghi citati: Atene, Montreal, Torino