Il commercio della Bomba di Achille Albonetti

Il commercio della Bomba L'Italia e l'atomica Il commercio della Bomba Achille Albonetti: « L'Italia e l'atomica », Fratelli Lega editori, pag. 285, Lire 3.600. « Stop the bomb peddling », fermale i commercianti di bombe (atomiche), è il grido di allarme della Washington Posi, dopo la decisione tedesca di procedere alla consegna di due centrali nucleari al Brasile, in attuazione di un gigantesco accordo-quadro firmato nel '75. Ma come fermare questo pauroso commercio, nessuno sa dirlo. E intanto gli stessi tedeschi si sono accordati per altre due eentrali con l'Iran, mentre la Francia ha fatto lo stesso col Sudafrica ed è in trattative col Pakistan. Brasile, Sudafrica, Pakistan, e l'Argentina e Israele, e naturalmente l'India, che è già passata dalle centrali all'esplosione titomica, sono tutti Paesi che non hanno firmato il cosiddetto Trattato contro la proliferazione nucleare (Tnp). Essi sostengono, a parte l'India, che del resto parlò essa stessa, grottescamente, di « esplosione ad uso pacifico », di non avere intenzione di diventare potenze nucleari in senso militare. Tuttavia il passo dall'installazione di impianti nucleari sofisticati alla fabbricazione della bomba è assai piccolo. E si tratta di Paesi che, per un motivo o per l'altro, mostrano da tempo di essere seriamente tentati dal potere atomico. Di fronte a loro stanno Paesi come la Francia e la Germania federale (assai più cauti sono Stati Uniti e Gran Bretagna), i quali non sanno resistere, in tempi di crisi, alla prospettiva di grossi affari: il contratto completo tedesco-brasiliano è di 15 miliardi di dollari! Cosa resti, a questo punto, del Trattato anti-prolifcrazione, a suo tempo esaltato come una svolta d'importanza storica, è difficile dire. I Paesi che ne sono fuori e che mostrano o tradiscono l'intenzione di diventare, chi prima e chi dopo, Paesi nucleari bastano e avanzano per vanificare il proposito degli ispiratori del Tnp (Russia e America in primo luogo) di bloccare la diffusione della bomba. Già s'intravede concretamente quella che negli Anni Sessanta era parsa una profezia da futurologi: il crearsi di una serie di egemonie nucleari regionali, con conseguente corsa alla bomba da parte dei Paesi non disposti a subirle (il Pakistan di fronte all'India, l'Argentina di fronte al Brasile, e cosi via: e lasciamo perdere la terrificante ipotesi di arabi e israeliani possessori, gli uni e gli altri, di ordigni nucleari). Ma il Tnp ha deluso anche da altri punti di vista. Le due superpotenze hanno mancato di dare un buon esempio ai Paesi ai quali chiedevano la rinuncia all'arma atomica, avviando concrete misure di disarmo (il « Salt », che peraltro Iangue, verte sulla stabilizzazione del macro-equilibrio nucleare più che sull'abbassamento del suo livello). Le altre potenze, come la Francia o la Cina, del resto contrarie al Tnp, hanno costantemente incrementato i propri arsenali. E infine, punto fondamentale, è mancato ogni passo concreto atto a garantire internazionalmente ai Paesi rinunciatari il pieno accesso alle utilizzazioni pacifiche dell'atomo, tanto più importanti dopo l'esplosione della crisi petrolifera. Questo libro di Achille Albonetti (che poi è più esattamente un «dossier» sulle prese di posizione di governo, parlamento partiti, scienziati e stampa) te stimonia l'interesse modesto e confuso, in generale, che in un Paese come l'Italia si porta alla più drammatica questione del nostro tempo. Il più delle volte si è passati dal disinteresse a reazioni emotive. Lo stesso Albonetti, che è uno dei massimi esperti nazionali di problemi nucleari e un antico collaboratore delle istituzioni europee, è stato superficialmente accusato di essere un propugnatore della bomba atomica italiana, quando invece faceva l'ipotesi, e solo l'ipotesi, a certe condizioni, di un armamento nucleare europeo Beninteso, anche quest'ipotesi è discutibile, ed è comunque estremamente complessa; ma è legittima, al punto che il governo taliano ne fece oggetto di una esplicita riserva al momento dell'adesione al Tnp (la cosiddetta «clausola europea»). Sta di fatto che la questione nucleare esiste e si aggrava sempre più, investendo temi vitali come la pace e la sicurezza e il controllo delle tecnologie del fu turo. Le risposte possibili sono molte e diverse e il compito di elaborarle è immane. Ma bisognerebbe in qualche modo cominciare, finché si è in tempo, mentre gli esorcismi sono inutili e controproducenti. Aldo Rizzo

Persone citate: Achille Albonetti, Albonetti, Aldo Rizzo