Assaltano con pistole e bombe a mano un 'oreficeria: un bandito rimane ucciso di Franco Marchiaro

Assaltano con pistole e bombe a mano un 'oreficeria: un bandito rimane ucciso Valenza Po: rapinatori hanno terrorizzato bambini e passanti Assaltano con pistole e bombe a mano un 'oreficeria: un bandito rimane ucciso E' ancora sconosciuto, avrà vent'anni, forse è di Torino - Un complice si è arreso, un altro è fuggito con parte del bottino - Uno dei derubati li insegue durante la fuga e risponde al fuoco - Non è escluso che la vittima sia stata raggiunta da un proiettile sparato dai suoi amici - Recuperati brillanti e dieci milioni (Dal nostro inviato speciale) Valenza Po, 4 agosto. Drammatica rapina, stamane a mezzogiorno, a Valenza Po: tre banditi — forse c'era un quarto complice, ma la circostanza non è ancora appurata — hanno assaltato l'ufficio di vendita gioielli dei fratelli Pasetti, impossessandosi di preziosi e oro per un valore che dovrebbe oscillare sui 300 milioni. Poi, per coprirsi la fuga, hanno sparato con le rivoltelle e lanciato una bomba a mano; uno degli orefici ha risposto al fuoco, j la sparatoria si è protratta j per alcuni minuti. Un bandito è rimasto ucciso; un secondo, che si era rifugiato al piano superiore dell'edificio dove ha sede la ditta, si è poi arreso. Leggermente ferito anche uno dei titolari dell'ufficio. Le indagini proseguono, coordinate dal sostituto procuratore dottor Parola, per identificare il bandito fuggito. Il rapinatore morto non aveva in tasca alcun documento e per il momento non è stato identificato: è un giovane sui vent'anni. Potrebbe aver già abitato a Valenza. L'arrestato è Luigi Tarallo, 27 anni, abitante a Milano, pregiudicato per furto, rapina, favoreggiamento e ricettazione. Interrogato negli uffici dei- la squadra mobile dal sostituto procuratore Parola, alla presenza del difensore, avvocato Goglino, Tarallo ha detto poco. «Non conosco il nome del morto, sapevo soltanto che lo chiamavano Dino. Forse abitava a Torino. Chi è il terzo complice (a suo dire erano soltanto in tre, n.d.r.) non lo dico, devo dargli il tempo di fuggire». Avrebbe il grosso del bottino, si spiega perché Tarallo non voglia tradirlo. «Ci eravamo incontrati a Vercelli — aggiunge —, deciso il colpo, ci siamo fatti portare a Valenza con un taxi». Di più non aggiunge. Indagini svolte a Vercelli smentirebbero il particolare del taxi, ma può anche darsi che l'autista che avrebbe effettuato il servizio, non voglia avere grane. I titolari dell'azienda orafa rapinata sono Massimo e Danilo Pasetti, di 48 e 40 anni, con l'ufficio vendita di oreficeria e gioielleria in via fratelli Cervi 13. Massimo è stato leggermente ferito alla fronte sul lato sinistro: è stato colpito di striscio da un colpo di rivoltella che uno dei banditi — potrebbe essere Tarallo — gli ha sparato da due metri. Ricoverato all'ospedale anche per lo stato di choc, è stato giudicato guaribile in otto giorni. Oggi era l'ultimo giorno di lavoro prima delle ferie. Verse mezzogiorno i fratelli Pasetti erano in ufficio assieme agli orefici valenzani Alberto Guerci 40 anni, e Giuseppe Rota, 46 anni, e al commerciante in pietre preziose, David Kaffin residente a Milano. C'erano anche uno dei figli di Massimo Pasetti, Alberto, 11 anni (la bambina Silvia, 7 anni, era in cortile) e il bimbo del Guerci, Sandro, 4 anni. I banditi hanno suonato. Quando Danilo Pasetti ha aperto, si è trovato di fronte due giovani, pistola in pugno e viso scoperto, che l'hanno spinto all'interno dell'ufficio; poco dopo è entrato un terzo bandito, il volto coperto dal passamontagna, anche lui armato di rivoltella. Quest'ultimo, estratto un coltello a serramanico, l'ha puntato alla gola di Massimo Pasetti mentre i complici arraffavano il bottino: sembra cinquanta chili d'oro e brillanti (parte sarebbero del Kaffin). «Uno dei banditi — racconta Massimo Pasetti —, dopo avermi colpito a calci e con l'impugnatura della rivoltella, ha detto che dovevamo stare calmi, che anche "loro erano dei lavoratori". I bambini piangevano, cercavo di parlare per rendere meno drammatica la situazione». II rapinatore poi morto impugnava la bomba a mano, una Srcm. «Vedete — ha detto rivolto ai bambini — se la tiro fa un gran colpo e un buco grosso così nella pancia». Dopo aver arraffato i preziosi, i banditi si sono fatti consegnare anche una rivoltella e tre fucili dei Pasetti che sono appassionati e provetti tiratori al piattello. «Poi hanno strappato i fili del telefono — racconta ancora Massimo —, a volevano chiudere nel secondo ufficio, ma non trovavano più la chiave, caduta nel trambusto. Allora ci hanno detto di stare "fermi e buoni" e, indietreggiando, hanno incominciato ~ ' "''ciré». Sulla ca "• nel secondo ufficio c . _na rivoltella, non vista dai rapinatori. Massimo Pascti! l'ha afferrata e, correndo attraverso una porta secondaria, è uscito nel cortile e poi in via fratelli Cervi. «Mi sono trovato da* vanti un rapinatore che mi ha esploso un colpo e ferito di striscio — dice l'orafo —, allora ho risposto. Un altro bandito intanto sparava dalla strada». A questa scena hanno assistito da viale Dante due autisti di Verona, Giuseppe Montresor e Enrico Langè, che avevano parcheggiato il camioncino per cercare la casa di un cliente, e la signorina Trovò, valenzana. «Abbiamo udito dei colpi — dicono i due veronesi —, credevamo jossero ragazzi, poi abbiamo visto un giovane vestito di blu (il bandito morto) correre con la pistola in pugno, piegarsi, lanciare una bomba a mano che è esplosa con un gran botto. C'era uno che gli sparava. Alla fine il giovane è crollato a terra». «La bomba — spiega Massimo Pasetti — l'ha gettata contro di me: ho evitato l'esplosione correndo lontano, poi ho ancora sparato. Non posso dire se ho colpito il bandito». La circostanza è quasi certa. Il giovane è stato raggiunto da un solo colpo al bacino che ha provocato lesioni interne. Il terzo complice, intanto, fuggiva con il grosso del bottino, chi dice solo, chi con un complice su una Mini rossa. Il Tarallo, invece, in cerca di scampo è salito al primo piano dell'edificio della ditta Pasetti. Quando però da Valenza e da Alessandria sono arrivati polizia e carabinieri, si è arreso. Era armato. Nel borsello aveva alcune bustine di brillanti e 10 milioni che aveva preso in una delle casseforti. Franco Marchiaro j j Valenza. Il rapinatore arrestato Luigi Tarallo e gli orafi Massimo e Danilo Pasetti