Dopo troppi anni di mancati interventi far "rivivere,, Venezia è fatica enorme di Giuliano Marchesini

Dopo troppi anni di mancati interventi far "rivivere,, Venezia è fatica enorme L'inquinamento è uno dei mali che tormentano la città Dopo troppi anni di mancati interventi far "rivivere,, Venezia è fatica enorme Una domanda, a cui nessuno sembra in grado di rispondere, è come sarà la Laguna tra un decennio - Una dichiarazione del vicesindaco, on.le Gianni Pellicani, sulla "Legge Merli" (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 4 agosto. La fotografia mostra uno stagno all'interno dello stabilimento petrolchimico di Porto Marghera, dove una flottiglia di folaghe naviga sotto le torri d'acciaio e l'intreccio delle condutture. Altri uccelli, secondo le testimonianze, sono venuti a posarsi e a nidificare su questo specchio d'acqua che sembra un piccolo miracolo tra gli enormi camini della cittadella industriale. Le dispute sulla sopravvivenza di Venezia, sullo stato d'inquinamento della Laguna son fatte anche di queste cose. E' chiaro che non basta una fila, dì folaghe che sì cullano nella palude in mezzo ai fumi di Marghera a far tirare un sospiro di sollievo ai veneziani. Ma, in mancanza d'altro, a qualcosa può servire anche la scoperta di quest'angolo ecologico nel cuore del complesso Montedison. Inquinamento: uno dei mali che più tormentano la «Serenissima». Come sarà la Laguna tra dieci anni? A questa domanda nessuno sembra in grado di rispondere. A Venezia, in questo momento, pare che tutto sia in forse, nonostante si disponga di una legge speciale di salvaguardia che ha già compiuto tre anni. Il «Comitato di azione per la difesa di Venezia e del suo ambiente», che si è costituito nei giorni scorsi, teme che addirittura si faccia un gran balzo all'indietro con la recentissima nor¬ mativa sugli scarichi, che prolungherebbe fino al limite del collasso le sofferenze della città lagunare. Dice Von. Gianni Pellicani, vicesindaco comunista: «Secondo me, non è nemmeno il caso di drammatizzare. La cosiddetta "Legge Merli", messa sotto accusa dal nuovo comitato veneziano, è sostanzialmente positiva per gli effetti che potrà avere sull'intero territorio nazionale. Certo, si tratta di un provvedimento che ha dei limiti, che presenta delle sfasature, anche perché è stato approvato all'ultimo momento. Comunque, direi che è piuttosto dubbia l'interpretazione data dal Comitato per la difesa di Venezia: ad esempio, il pretore Amendola sostiene che la legge per la salvaguardia di Venezia, avendo carattere eccezionale, dovrebbe essere valida e operante anche oggi. Come si vede, i pareri sono contrastanti». Il progetto di legge preparato dal Comitato veneziano è stato presentato di recente alla Camera dagli onorevoli democristiani Boldrin, Rocellì e Malvestìo: ne ha dato notizia il presidente Ingrao, all'apertura dei lavori. La bozza del provvedimento a tutela della «Serenissima» prevede che restino in vigore «le disposizioni del codice penale in materia di delitti contro la vita, l'incolumità personale e pubblica, nonché tutte le disposizioni in materia di scarichi nella Laguna di Venezia, nei corsi d'acqua che si immettono nella Laguna e nelle vicine zone dell'Alto Adriatico», delle nuove norme relative alle lagune di Venezia e di Marano-Grado e della legge sugli interventi per la salvaguardia di Venezia. L'articolo 2 stabilisce che chiunque apra, mantenga o comunque effettui nella Laguna di Venezia e nei corsi d'acqua che vi si immettono uno scarico senza la prescritta autorizzazione o con inosservanza delle disposizioni, sia punito con l'arresto da due mesi a due anni o con l'ammenda da 500 mila lire a 10 milioni; in caso di recidiva specifica, dovrebbe essere consentita la emissione di un mandato di cattura. Un nuovo strumento legislativo per non perderne un altro. Qualcuno sostiene che, in sostanza, la «Legge Merli» non è che un'altra aggressione all'ansimante città lagunare. «Non direi — commenta il vicesindaco — che si possa parlare di un'offesa a Venezia. Piuttosto, sono del parere che vi sia stata una certa dose di disattenzione nel varare le nuove norme sugli scarichi. Ma penso che troveremo prestissimo l'accordo per il pieno rispetto della legge speciale. Tra l'altro, stiamo impostando con i responsabili delle aziende di Porto Marghera la costituzione di un consorzio anti-inquinamen to, in modo da disciplinare la prima fase di questa lotta vitale per la città. E' già al lavoro una commissione di studio, che ha il compito di preparare una struttura consortile». Venezia aspetta ancora, e rischia di consumarsi in questa attesa. Sembrava che l'emanazione della legge speciale mettesse fine agli affanni, fosse una garanzia per la sopravvivenza della città e della Laguna. Ci si accorge adesso che quel salvataggio fissato sulla carta va diventando, paradossalmente, attraverso lentezze burocratiche e confusioni e incertezze operative, qualcosa che può condurre alla paralisi. «Il fatto è — dice Gianni Pellicani — che nel giudicare lo stato in cui versa Venezia bisogna muovere da una critica all'impostazione della legge speciale. In sostanza, quale era l'idea originaria? Venezia doveva essere salvata da un'alta autorità, dipendere da una gestione centrale che avrebbe avuto piena facoltà di fare e disfare. Ma quello di Venezia non è soltanto un problema di monumenti: occorre combinare la salvaguardia fisica con quella economica. Pensi, qualche giorno fa è arrivata una commissione di studiosi stranieri. Ebbene, pensavano che qui il problema fosse simile a quello del salvataggio dei templi di Abu Simbel. Naturalmente, si sono ricreduti in fretta». La concezione dell'nalta autorità», osserva il vicesindaco, è rimasta nella legge speciale per Venezia, sia pure con molte sfumature e diversi compromessi. «E' davvero un meccanismo che alla fine può essere paralizzante. Occorrono modifiche, prima che sia troppo tardi. E se non si afferma chiaramente la linea della rivitalizzazione, Venezia decade, non c'è niente da fare. Per esempio, la situazione della casa è addirittura drammatica. E i miracoli non li fa nessuno su questa terra. Nell'assumere il governo della città, noi ci siamo trovati di fronte ad un impressionante accumulo di inefficienze, di mancati interventi. Adesso, far rivivere Venezia è una fatica enorme». Giuliano Marchesini

Persone citate: Amendola, Boldrin, Gianni Pellicani, Ingrao