I lettori discutono

I lettori discutono I lettori discutono I due generi di cristiani «La Stampa» del 30 luglio pubblicava un articolo del senatore Raniero La Valle, il quale asserisce che «la Chiesa italiana si metterebbe sulla strada di una sorta di stalinismo moderato», distinguendo «due tipi di cristiani: quelli che, votando pc ia de, hanno obbedito ai vescovi, e quelli che invece hanno disobbedito». E, prosegue l'articolo, «così la Chiesa tornerebbe indietro di otto secoli, a quel decreto di Graziano in cui il canonista medievale teorizzava l'esistenza di "duo genera christianorum". Il primo genere di cristiani era quello degli "eletti", dotati di tutti i carismi e tutti i privilegi, ed erano il clero e i religiosi: il secondo era quello dei laici, che vivendo nel mondo potevano tuttavia salvarsi frequentando i sacramenti, pagando le decime c facendo beneficenza». Ebbene — a parte ogni altro giudizio sull'articolo del senatore La Valle — è errato del tutto il richiamo a «quel decreto di Graziano», che non è affatto un decreto dispositivo, ma fu ugualmente denominato «Deeretum» pur avendo per titolo Concordatala discordanlium canonum. Infatti nel testo cui il senatore La Valle si riferisce (evidentemente C.12, q. 1.6.7) non si parla del clero e dei religiosi come di «eletti dotati di tutti i carismi e tutti i privilegi», ma al contrario vi si precisa che questi sono tenuti ad una severa ascesi: «rinuncia di tutte le cose temporali», «contenti del vitto e dell'abito, non avendo fra di loro alcuna proprietà, debbono aver tutto in comune». (1 capitoli cattedrali e le collegiate, come si sa, nel sec. XII vivevano in comune seguendo la regola agostiniana: ed oggi si estende nelle amministrazioni diocesane un ritorno a tale criterio comunitario). Ed a prova della presente correzione del citato articolo credo doverosa la traduzione testuale, qui di seguito, del brano di Graziano: «Esistono due stirpi di cristiani. V'è infatti una stirpe che, indipendente per il servizio di Dio e dedita alla contemplazione ed alla preghiera, concorda di ritirarsi da ogni fracasso delle cose temporali, come sono i chierici ed i devoti a Dio, ossia i conversi. "Kleròs" (in greco nel testo) infatti in greco è in latino "sors" (= volontà divina). «Quindi gli uomini di tal natura =) dicane onerici, cioè eletti per volontà divina. Infatti Iddio elegge tutti come suoi propri. E questi sono davvero re, reggendo se stessi e gli altri nelle virtù, perciò hanno il regno in Dio. E ciò indica la corona (mitrale) in testa. Questa mitra ricevono istituzionalmente dalla Chiesa Romana, come sim bolo del regno che si attende in Cristo. La tonsura è veramente la rinuncia di tutte le cose temporali. Infatti essi, contenti del vitto e dell'abito, debbono aver tutto in comune. «Veramente altra è la stirpe dei cristiani, come sono i laici. "Laos" (in greco nel testo) infatti è popolo. A questi è lecito di possedere le cose temporali ma se non per il buonuso. Infatti niente è più miserevole che disprezzare Dio per il denaro. A questi è concesso di prender moglie, sfruttare la terra, giudicare fra gli uomini, promuovere cause, presentare offerte all'altare, pagare le decime. E così avranno potuto salvarsi, se facendo il bene avranno evitato i vizi». Andrea Lazzarini, Roma Aborto eugenetico Nicola Adelfi su Slampa Sera del 2 agosto sostiene che, in vista della semplice possibilità che qualcuna delle donne incinte residenti nella zona di Seveso dia alla luce un neonato affetto da alterazioni cromosomiche, tutte le interessate dovrebbero abortire. Anzi, poiché secondo Adelfi le malformazioni possono non essere diagnosticabili in gravidanza ma manifestarsi successivamente anche a distanza di anni o di generazioni, e dal momento che sarebbe umano evitare alle coppie interessate il trauma della decisione, un provvedimento legislativo dovrebbe rendere obbligatorio l'aborto. Ignoro quale specifica competenza abbia Adelfi in materia. Mi chiedo però se si renda conto che la sua proposta mira a introdurre in Italia l'aborto eugenetico, a introdurlo sulla base non dell'accertamento di malformazioni ma della sola possibilità di malformazioni, e infine a renderlo obbligatorio. Forse Adelfi ha dimenticato un precedente storico: la legge emanata da Adolfo Hitler il 17 luglio 1933 con il titolo: « Prevenzione di una discendenza ereditariamente malsana ». Antonio Achille, Roma Brianza: Parini aveva ragione « Péra colui che primo I a le triste oziose / acque e al fetido limo I la mia cittade espose; / e per lucro ebbe a vile / la salute civile. (...) Gridan le leggi, è vero; / e Temi bieco guata: / ma sol di sé pensiero / ha l'inerzia privata. I Stolto! e mirar non vuoi / ne' cornuti danni i tuoi? ». Sono versi di G. Parini (La salubrità dell'aria); sono vecchi di oltre due secoli, ma non sono affatto superati, anche se sembrano ridicoli. In questo periodo tutti i giornali hanno vomitato disprezzo e ironia sulla cultura « scolastica e tradizionale ». Ma se la gente della Brianza avesse dato più retta al brianzolo Parini che ai tecnici della Icmesa, oggi non si troverebbe nella drammatica situazione in cui si trova. Ada Griseri, Torino

Luoghi citati: Italia, Laos, Roma, Seveso, Torino