Bisogna rimuovere le cause per cui il giovane si droga
Bisogna rimuovere le cause per cui il giovane si droga Interessanti aspetti della legge regionale Bisogna rimuovere le cause per cui il giovane si droga L'assessore Enrietti le ha così riassunte: miseria, disoccupazione, lavoro alienante, emarginazione, sfruttamento, consumismo - Profondo impegno del governo piemontese per la riabilitazione e il reinserimento dei tossicomani - Terapia extraospedaliera La legge numero 685 che | il Parlamento ha approvato il 22 dicembre dell'anno scorso sulla « Disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope » affida alle Regioni le funzioni contro l'uso non terapeutico di tali sostanze; l'intervento deve avvenire « con l'utilizzo dei normali presidi sanitari esistenti, inquadrando la materia all'interno di programmi più ampi d'intervento comprendenti l'educazione sanitaria e l'assistenza contro l'alcolismo e altre simili "devianze" ». La Regione Piemonte, che già ha condotto sull'argomento una ampia inchiesta della quale abbiamo più volte parlato, ha predisposto una legge specifica. L'assessore alla Sanità e Sicurezza sociale, Enrietti, l'ha portata lunedi all'esame dei suoi colleghi di giunta. Scopo prioritario: « Inquadrare il fenomeno della droga e la lotta contro la sua diffusione, all'interno del piano di servizi antlemarginantl previsti nell'ambito delle unità locali dei servizi » delegandone la gestione ai Comuni e loro consorzi « in un confronto dialettico tra tecnici ed utenti che è lo strumento più qualificato per la stessa formazione permanente degli operatori nonché il primo e principale strumento di risocializzazione del tossico-dipendente ». In questo modo, assicura la relazione preparata da Enrietti alla sua legge, che ha ottenuto il consenso della giunta, vsi assicura all'intossicato non solo un ruolo attivo verso la cura e la riabilitazione specifica, ma lo si rende anche partecipe di un processo che lo vede protagonista nell'eliminazione delle cause, presenti nel suo stesso ambiente sociale e familiare, che lo hanno portato ad un reale stato di emarginazione ». Il ricovero ospedaliero deve essere quindi preso in considerazione « solo nei casi di gravi danni organici ». Per il resto, vita nelle comunità autogestite o affidamenti familiari, e inoltre aiuti d'ordine legale e sociale: in particolare l'avvio al lavoro di tipo protetto. Il « non ricovero » preso come principio terapeutico ha comunque anche un altro scopo che Enrietti ha cosi precisato: « Impedire speculazioni con la creazione di nuove divisioni o sezioni speciali, stabilendo invece collegamenti tra servizi nell'ambito della ristrutturazione degli ospedali col processo di formazione dei dipartimenti di pronto soccorso e di accettazione ». Il programma di cura e riabilitazione dei tossico-dipendenti (e parallelamente degli alcolisti, plaga altrettanto importante e molto più diffusa) ha dunque un posto ben preciso nel quadro della ritorma sanitaria e della riorganizzazione dei servizi; e anche gli insegnanti hanno una collocazione precisa in questo lavoro. Ecco che cosa dice in proposito la relazione: « In tale programma vanno assolutamente inserite, mediante collegamenti operativi, le iniziative didattiche attribuite dalla legge agli organi della scuola, in quanto il personale insegnante ha funzione indispensabile e preventiva contro l'emarginazione sociale del giovane, sia con i contatti personali e diretti, sia come elemento diffusore di educazione sanitaria. La quale non è, nel caso specifico, propagazione di notizie flsiopatologiche atte a dissuadere il potenziale tossicomane (anzi, sotto questo profilo è una forma latente di propaganda) bensì offerta di strumenti critici sulla propria realtà sociale, psicologica e morale e soprattutto offerta di valori a cui ancorare gli scopi della propria esistenza ». La legge si compone di sedici articoli, gli scopi sono condensati nel primo, che merita di citare integralmente: « La Regione Piemonte disciplina sul proprio territorio, in attuazione della legge dello Stato n. 685 del 22 dicembre '75, le funzioni di: educazione sanitaria, prevenzione e intervento al fine di assicurare la diagnosi, la cura, la riabilitazione e il reinserimento sociale dei soggetti assistibili contro l'uso non terapeutico delle sostanze stupefacenti e psicotrope, contro l'alcoli¬ smo, contro le altre intossicazioni voluttuarie e tutte le forme di emarginazione che richiedono analoghe modalità di prevenzione e di intervento ». In caso di necessità di ricovero sono comunque esclusi gli ospedali psichiatrici. L'assistito ha « diritto dì scelta sui luoghi di cura e sul sanitari curanti » e il suo reinserlmento sociale e lavorativo deve avvenire « in modo adeguato alle singole esigenze, stimolando l'autonoma volontà dell'assistito e favorendone il ruolo Mivo, all'interno del proprio ambiente di vita ». E' un preciso compito che alla Regione deriva da una legge nazionale, ma va notato che il governo piemontese lo attua con spirito particolare: convinto che l'emarginazione, l'alienazione, e in sostanza la mancata realizza¬ zione della personalità, sono i motivi principali che inducono i giovani dai 15 ai 25 anni a drogarsi, esso collega infatti alle necessarie cure l'impegno politico ad eliminare le cause che spingono su questa strada e che seno così individuate: « miseria, disoccupazione, lavoro alienr.nte. emarginazione, sfruttamento, consumismo ». Domenico Garbarino
Persone citate: Domenico Garbarino, Enrietti
Luoghi citati: Piemonte
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