Ricerche nella discarica a Varese ma nessuna traccia dei due rapiti di Gino Mazzoldi
Ricerche nella discarica a Varese ma nessuna traccia dei due rapiti Il sequestro dello studente Riboli e di Tullio De Micheli Ricerche nella discarica a Varese ma nessuna traccia dei due rapiti Le ruspe hanno scavato per undici ore nel deposito di immondizie di Induno Olona - Le vittime erano scomparse nel 1974 e nel 1975; per una, i familiari avevano pagato 300 milioni (Dal nostro inviato speciale) Varese, 3 agosto. Per oltre undici ore i vigili del fuoco di Varese hanno scavato in una discarica alla periferia di Induno Olona alla ricerca dei resti umani dello studente Emanuele Riboli di 17 anni di Buguggiate (Varese) e dell'industriale Tullio De Micheli, sessantenne, di Comerio (Varese) sequestrati il primo il 14 ottobre 1974 e il secondo il 13 febbraio 1975 e mai più rilasciati. Le ricerche, purtroppo, non hanno dato esito e le speranze di trovare una traccia dei due rapiti sono per il momento nuovamente naufragate: gli inquirenti non disperano e continuano a setacciare gli ambienti sospetti; in particolare ricercano un contrabbandiere che forse potrebbe fornire decisive informazioni. Fin dal marzo 1975, infatti, il colonnello dei carabinieri di Varese Antonio Frestamburgo aveva ricevuto da parte di un individuo che frequenta i contrabbandieri, una confidenza secondo la quale Riboli e De Micheli erano stati sepolti in una discarica della zona. Approfondendo questa indicazione gli inquirenti avevano creduto di individuare la località in un immondezzaio di Travedona Monate. Le ruspe erano entrate in azione dal 14 al 17 marzo smuovendo con ogni cautela l'enorme massa di rifiuti d'ogni genere ma dei due rapiti non era stata trovata traccia. Le indagini, tuttavia, avevano permesso di accertare che i due rapimenti erano da attribuire ad individui giunti al Nord dal Meridione e legati all'ambiente dei contrabbandieri. Su questa pista — pur non escludendo altre ipotesi — si sono lanciati i carabinieri e gli agenti del nucleo speciale anti-rapimenti. Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno raccolto una nuova confidenza: la discarica doveva essere quella di via Vela, alla periferia di Induno Olona. I carabinieri hanno compiuto un primo sopralluogo raccogliendo altre informazioni che hanno permesso di fare il punto e di chiedere al giudice del tribunale di Varese, dott. Franco Mancini, l'autorizzazione a far intervenire i vigili del fuoco con una ruspa per effettuare gli scavi. Il magistrato non ha esitato: «Non c'era alcuna ragione per negare l'autorizzazione — ha ribadito oggi — in quanto non si trattava solo di un motivo di umanità ma di una esigenza istruttoria. C'erano fondati motivi per far rilenere più che giustificata la richiesta». Il dott. Mancini non ha voluto aggiungere altro ma si è appreso che i carabinieri erano riusciti ad avere una conferma alle voci secondo le quali Riboli e De Micheli sarebbero stati sepolti in una discarica della zona nelle vicinanze di Varese. Sarebbe stato un «confidente» a dire di avere avuto questa notizia da un contrabbandiere che, subito dopo il pagamento della prima parte del riscatto da parte della famiglia Riboli (si parla di circa 300 milioni), ha abbandonato il contrabbando pur continuando a condurre vita dispendiosa. Ieri mattina alle 7 la ruspa dei vigili del fuoco è entrata in funzione nella discarica di Induno Olona. L'immondezzaio, ricavato dal comune in una valletta a ridosso di una collina, non funziona più, ormai da sei anni, per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. La discarica è però rimasta e serve alla raccolta di materiale vario come quello di scarto del mercato settimanale e quello degli stradini nel loro lavoro di pulizia. La strada vicina alla discarica è abitualmente percorsa, di notte, da auto che per svariati motivi evitano il transito sulla statale: una volta era la deviazione preferita dai contrabbandieri che, attraverso i boschi, da Arcisate potevano raggiungere Varese «saltando» l'abitato di Induno. I vigili del fuoco di Varese, presenti il colonnello dei carabinieri Pietro Ferretti, il capo della mobile dottor Luigi Maniscalco e il comandante del nucleo investigativo maresciallo Ferrante, hanno scavato per undici ore senza però trovare nulla. L'operazione è stata sospesa oggi per approfondire le indagini in corso: in pratica, da quel che si è appreso, si cerca di rintracciare il contrabbandiere che avrebbe affermato che in quel posto sarebbero stati sepolti Riboli e De Micheli. L'impresa non è facile poiché l'individuo è introvabile da più di un mese: c'è chi dice che si trovi in una località di villeggiatura, chi invece sostiene che si sia trasferito all'estero. Emanuele Riboli, figlio del titolare di una carrozzeria di Buguggiate, venne rapito la sera del 16 ottobre 1974 mentre da Varese, dove frequentava i corsi serali all'istituto professionale di Stato, stava ritornando in bicicletta a ca sa. L'agguato gli era stato teso ad un centinaio di metri dalla villa. La famiglia, in due riprese, pare abbia pagato circa 300 milioni. Le notizie del giovane sono cessate il 5 dicembre dello stesso anno. Tullio De Micheli, proprietario di una fonderia di ghisa a Mornago, è scomparso il 13 febbraio 1975, a Oltrona, sulla strada che costeggia il lago di Varese. Alle 20 l'industriale rientrava alla sua casa di Comerio dopo aver lasciato Ornago. I contatti fra i rapitori e i familiari del De Micheli si sono interrotti bruscamente il 25 febbraio dopo la richiesta di un riscatto di tre miliardi. La famiglia però non ha pagato nulla. Gino Mazzoldi
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