Vescovo rapito e liberato nel Libano "senza tregua,,

Vescovo rapito e liberato nel Libano "senza tregua,, Vescovo rapito e liberato nel Libano "senza tregua,, Ancora rinviato il tentativo di sgomberare il campo palestinese Beirut, 31 luglio. Il vescovo cattolico di Sidone Ibrahim Helon è stato rapito dai palestinesi; ma poche ore dopo è stato rilasciato. In un primo momento era sembrato che il vescovo fosse stato rapito per forzare la mano ai cristiani che nelle ultime ore sembrano prevalere sulla resistenza palestinese. L'episodio si è inserito nel dramma che vede il Libano tormentato da una logica che contrappone l'enunciazione ripetitiva di « tregue » alla realtà dei crudeli combattimenti senza esclusione di colpi. La Croce Rossa Internazio. naie (Cicr) ha rinviato il sesto tentativo di sgomberare i feriti dal campo-fortezza palestinese di Tal-el-Zaatar, per mancanza di un relativo accordo di tregua scritto, e per la clausola posta dalle forze cristiane, secondo cui il convoglio del Cicr non dovrebbe «oltrepassare un certo punto all'interno del campo». Un portavoce del Cicr ha detto: «Non possiamo accettare tale condizione. Significa che i feriti dovrebbero raggiungere noi, e non viceversa. La clausola si fonda su quella che i cristiani chiamano preoccupazione per la nostra sicurezza». Lais Smedmall, uno dei tre svedesi del personale medico rimasti all'interno della fortezza palestinese aveva lanciato venerdì sera, via radio, un appello affinché si tentasse comunque di soccorrere i feriti, per evitare la morte di migliaia di persone. Smedmall ha detto che nel campo si trovano trentamila persone, ha aggiunto che da quando l'assedio è cominciato sono morte millequattrocento persone, e altre quattromila sono state ferite. I feriti, ha detto Smedmall, «giacciono letteralmente uno sull'altro nei rifugi sotterranei, e muoiono a dozzine per volta per mancanza di medicine» Il ministro dell'Interno, Cannile Chamoun, leader del partito nazionale liberale (Pnll, e Apo delle «Tigri», la milizia cristiana accusata di aver impedito al Cicr di soccorrere i feriti nei giorni scorsi), ha detto di avere assicurato alla Croce Rossa che lo sgombero era ormai possibile, e ha aggiunto: Se ci sono ostacoli, non siamo noi a crearli ». I combattimenti sono proseguiti sugli altri fronti per tutta la giornata. Musulmani e cristiani si sono scontrati durante tutto il giorno. Le forze cristiane hanno diffuso un'altra dichiarazione oggi, per dire che il Cicr «dette sgombrare totalmente e definitivamente Tal El-Zaatar, per mettere fine, per sempre, all'esistenza di quella fortezza». La dichiarazione è stata seguita dalle parole di Fouad Malek, capo delle forze assedianti, che ha ripetuto quanto aveva già affermato nei giorni precedenti: «Debbono uscire dalla fortezza tutti gli. uomini in grado di combattere, e debbono cessare i bombardamenti dall'interno di essa contro i quartieri cristiani circostanti». Il rappresentante di «Al Fatali» ha dichiarato che il comando della resistenza palestinese aveva approvato l'accordo di Damasco, pur non avendo ancora definito la propria posizione in merito al comunicato congiunto che lo accompagna, e che denuncia l'accordo israelo-egiziano sul Sinai. Secondo il quotidiano «Al Abram» del Cairo, Arafat ha ordinato al rappresentante dell'Olp nella capitale egiziana d'informare il presidente Sadat dell'opposizione palestinese al comunicato. Le divergenze in seno al movimento palestinese hanno spinto Gemayel, capo del partito falangista, a dichiarare oggi: «E' una prova in più dell'inefficacia e dell'impotenza dell'Olp, che non riesce nemmeno a controllare le varie correnti palestinesi». (Ansa-Upi)

Persone citate: Arafat, Chamoun, Fouad Malek, Gemayel, Lais Smedmall, Sadat

Luoghi citati: Beirut, Damasco, Libano