Attentati in Spagna (2 morti) dopo l'annuncio dell'amnistia

Attentati in Spagna (2 morti) dopo l'annuncio dell'amnistia I "franchisti,, non approvano Juan Carlos? Attentati in Spagna (2 morti) dopo l'annuncio dell'amnistia Madrid, 31 luglio. Cinque città, spagnole sono state scosse da un'ondata di attentati dinamitardi che hanno fatto due vittime e danneggiato uffici governativi e monumenti ai caduti della guerra civile. Queste nuove imprese terroristiche, all'indomani della concessione della parziale amnistia politica da parte di re Juan Carlos, minacciano di rendere più difficile la via verso la «riconciliazione» nazionale auspicata da tutti. Secondo quanto emerso dalle prime indagini, le due vittime di una delle cinque esplosioni, avvenuta a Siviglia, sarebbero gli stessi organizzatori dell'attentato. I loro corpi sono irriconoscibili: l'ordigno è esploso nelle loro mani, mentre stavano cercando di collocarlo in un angolo di un giardino pubblico della città. A Madrid e a Bilbao altre bombe hanno danneggiato, senza conseguenze per le persone, monumenti dedicati ai caduti della guerra civile che si trovano nel centro delle due città. Il monumento preso di mira nella capitale è stato eretto durante il periodo franchista in onore della caserma Montana, e si trova presso la centrale plaza de Espana. La caserma Montana fu teatro, agli inizi della guerra civile, di un ammutinamento in favore dei falangisti, e successivamente venne distrutta dalle forze fedeli al governo repubblicano. Il monumento ha un importante valore simbolico per i fedelissimi del defunto generale Franco. Gli ultimi due ordigni sono esplosi a Barcelona e nella località nord-occidentale di Pontevedra. Entrambi hanno danneggiato i palazzi di giustizia delle due città. Gli attentati non sono stati immediatamente rivendicati da alcun gruppo politico. Le autorità sembrano propense ad attribuirli a quel «partito comunista ricostituito» che si è attribuito la responsabilità delle esplosioni avvenute il 18 luglio scorso, quarantesimo anniversario dell'inizio della guerra civile. In quell'occasione la polizia ha seguito con decisione la pista dell'estremismo di sinistra; i partiti dell'opposizione e diversi organi di stampa hanno però affermato che dietro a quegli attentati c'era la mano dell'estrema destra, impegnata a loro avviso a sabotare il processo di democratizzazione della Spagna seminando paura e confusione. Aumentano frattanto le reazioni e i commenti al provvedimento di clemenza nei con¬ fronti dei detenuti politici emanato ieri da Juan Carlos e annunciato dal governo. Dell'amnistia beneficerà soltanto una parte dei prigionieri — circa la metà su 600-650 —. Ne saranno esclusi coloro che sono stati incarcerati per atti di terrorismo o di violenza. La stampa spagnola ha salutato oggi il provvedimento con unanime esultanza. Si parla di «gesto conciliatore» da parte del re e del suo governo, e si invita d'altra parte l'opposizione a tener conto della disponibilità del sovrano a un dialogo. «Tutti coloro che hanno dichiarato che l'amnistia era la "conditio sine qua non" a qualsiasi dialogo col potere — scrive il monarchico A.B.C. — dovranno ora collaborare, in modo civile, senza porre nuovi ostacoli, per il bene comune di tutti gli spagnoli». Analoga opinione esprime il cattolico Ya, auspicando un immediato «dialogo costruttivo» fra governo e opposizione. Il quotidiano falangista Arriba, in un editoriale dal titolo «ora, riconciliazione», sottolinea dal canto suo che l'amnistia permetterà agli spagnoli di «dimenticare le differenze del passato». Il liberale El Pais, che ha fama di portavoce delle posi- zioni della sinistra moderata, ritiene che «il governo Suarez ha superato la prima prova importante alla quale si era spontaneamente sottoposto». I leaders dell'opposizione spagnola hanno accolto l'amnistia con compiacimento, pur non mancando di sottolineare l'insufficienza del provvedimento, e hanno rilevato che questo gesto faciliterà la co operazione nazionale verso la costruzione di una «Spagna democratica». Soltanto dall'estrema destra è venuta una netta condanna dell'amnistia per i detenuti politici. Fuerza Nueva ha definito «vergognoso il provvedimento», ed ha affermato che esso costituisce «un altro passo compiuto da re Juan Carlos e dal suo governo verso lo smantellamento del regime di Franco». Il re e la regina Sofia sono intanto rientrati a Madrid, dopo un viaggio di una settimana nella Galizia, dove sono stati accolti spesso entusiasticamente dagli abitanti della regione. Prima di partire da La Coruna, dove ieri si è tenuta la riunione di governo che ha preceduto l'annuncio del provvedimento di amnistia, il re ha visitato la nave scuola della marina francese «La belle poule», sulla quale ha compiuto un breve tragitto nella baia del capoluogo galiziano. Juan Carlos, che indossava l'uniforme di capitano generale della marina, era accompagnato dall'ambasciatore di Francia Jean Francois Deniau. (Ansa-Upi) Re Juan Carlos

Persone citate: Francia Jean Francois, Juan Carlos, Pais, Suarez

Luoghi citati: Bilbao, Galizia, Madrid, Siviglia, Sofia, Spagna