Ammassati sul molo sotto il sole sperano, per caso, nell'imbarco di Filiberto Dani

Ammassati sul molo sotto il sole sperano, per caso, nell'imbarco Livorno: turisti per la Sardegna o altre isole Ammassati sul molo sotto il sole sperano, per caso, nell'imbarco (Dal nostro inviato speciale) Livorno, 31 luglio. Centinaia di facce stralunate, un mare di automobili dalle lamiere bollenti, qua e là tende da campeggio alzate sul cemento. E' un bivacco di villeggianti. Porto di Livorno, banchina «Andana degli Anelli», estate 1976. Comincia qui, per l'area tosco-emiliana-veneta, la strada delle vacanze che conduce alla mitica Sardegna e, in alternativa a Piombino, alle piccole isole dell'arcipelago toscano, oltre che alla Corsica. Da qui partono i traghetti per Olbia, l'Elba, la Gorgona e la Capraia, duemila passeggeri un giorno per l'altro, un migliaio di automobili al seguito. I porti, si sa, sono stati inventati tanto tempo fa per favorire l'imbarco e lo sbarco, ma questo di Livorno non sembra essersene ancora reso conto. Ogni estate, puntualmente, viene invaso da una marea di villeggianti ansiosi di spiccare il balzo verso le isole, e ogni estate, altrettanto puntualmente, la marea viene imbrigliata, convogliata e compressa in un'unica banchina, l'«Andana degli Anelli» appunto, che misura trecento metri lineari. Ecco, allora, il brutto spettacolo del bivacco al quale, nell'arco di una stagione, de- cine di migliaia di persone sono costrette ad assoggettarsi per conquistare la loro vacanza. «In fabbrica — sbotta Giulio Manunza, sardo, operaio della Stet di Bologna — prendiamo a calci nel sedere chi attenta all'ambiente del lavoro, qui ci tacciamo trattare come bestie e stiamo vitti per timore di restare a terrai). Ha il biglietto d'imbarco per Olbia, viaggia con la moglie e due figlioletti, è inchiodato sulla banchina da sei ore. Il sole picchia forte, il sudore scende a rivoli, la polvere s'appiccica alla pelle. Non c'è scampo per nessuno. La banchina, che è di medicea memoria, è priva di stazione marittima, non ha una sala d'aspetto, nemmeno una tettoia, ci sono soltanto baracchini per le biglietterie dei traghetti. Una volta c'era un servizio igienico la cui manutenzione era affidata a un ufficio statale, poi, siccome bisognava risparmiare perché altrimenti all'estero non ci facevano più credito, a quest'ufficio sono stati tagliati i relativi fondi. E se a uno gli scappa di fare la pipì? «Evidentemente non potevamo permettere che togliessero di mezzo il servizio igienico: ci siamo accollati la spesa per farlo funzionare» informano le società di navigazione. Resta aperto, invece, il problema della stazione marittima per dare a questo porto, che d'estate accoglie (si fa per dire) più di centomila passeggeri, i connotati civili che ora non ha. C'è qualcuno che se ne occupa? Chiedete e vi sarà risposto che il problema «è al vaglio delle competenti autorità», ma siccome lo è da quattro anni, si può legittimamente sospettare che ne passeranno altrettanti, forse di più, prima che venga risolto. I turisti, nel frattempo, s'arrangino, rosolino al sole, patiscano la sete, tanto da li devono passare. E veniamo ai traghetti. I collegamenti fra Livorno e la Sardegna sono effettuati da due società, la «Trans Tirreno Express» e la «Canguro», quelli con le isole dell'arcipelago sono gestiti dalla To.Re. Mar., una società a capitale pubblico subentrata ai privati. Qual è la situazione? Diciamo subito che, mentre a Genova la «Tirrenia» ha ancora disponibilità di posti, qui i passeggeri non prenotati ven gono implacabilmente respinti. L'«Espresso Olbia», un mo dernissimo traghetto in servizio sulla Livorno-Olbia, parte ogni sera al gran completo: oltre mille passeggeri e trecento auto. Dice il direttore della «Trans Tirreno Express», Cesare Alvigini: «Dall'inizio della stagione ad oggi abbiamo ricevuto quarantamila prenotazioni. Tutti i posti sono esauriti fino al 5-6 agosto, per quattro giorni, il 29 e 31 luglio e il 2 e 4 agosto, dovremo affiancare all'Espresso Olbia un altro traghetto per il solo trasporto delle auto al seguito dei passeggeri. Contiamo di avere un po' di posti liberi nella setti¬ mana di Ferragosto». Più pesante la situazione per il traghetto della «Canguro» (750 passeggeri, 300 auto) impiegato con tre corse settimanali sulla rotta Livorno-Cagliari. «Tutto completo dal 15 luglio a Ferragosto» annuncia uno dei dirigenti, il comandante Giuseppe Maggioni. Anche qui le prenotazioni sono arrivate da tempo, può tuttavia capitare che qualche diserzione dell'ultima ora consenta d'imbarcare chi non ha avuto l'accortezza di riservarsi il passaggio. Collegamenti con l'Elba (giornaliero), Gorgona (bisettimanale), e Capraia (settimanale). Sono assicurati dal traghetto «Capo Bianco» (1360 passeggeri, 90 auto), ma le notizie per i non prenotati non sono buone. «Non c'è un buco libero fino all'8 agosto» informano alla To.Re. Mar. Dopo si vedrà. Filiberto Dani

Persone citate: Cesare Alvigini, Giulio Manunza, Giuseppe Maggioni