Carrillo di Aldo Rizzo
Carrillo Carrillo (Segue dalla 1' pagina) della volontà della maggioranza del popolo». E quale sarebbe il contenuto di queste trasformazioni sociali? «Il passaggio dei fondamentali mezzi di produzione sotto il controllo pubblico, la fine della grande proprietà capitaUstica, la media impresa resterà invece affidata ai privati, almeno per un lungo arco di tempo». Altra domanda: «Vi sentite più vicini al partito comunista italiano o a quello francese?». Risposta: «Siamo in ottimi rapporti col pcf, ma il fatto che per questa storica sessione del CC abbiamo scelto Roma è di per sé un'indicazione precisa». Interessante anche la risposta sulla questione delle basi americane. Il pce «è per l'eliminazione di tutte le basi straniere in Europa, di quelle americane nei paesi capitalisti e di quelle sovietiche nei paesi socialisti». Finché a ciò non si arriverà, in maniera bilanciata e controllata, non intende sollevare obiezioni alla presenza di basi americane in Spagna. Avviandosi all'azione pubblica e aperta, i comunisti spagnoli si pongono l'obiettivo di 300 mila iscritti (ma secondo alcune fonti ora ne avrebbero solo centomila). Il loro potenziale elettorale è calcolato, dagli osservatori esterni, intorno al 10-15 per cento. Assai importante, per certi aspetti decisiva, è tuttavia la loro influenza sul movimento sindacale: Marcelino Camacho, il famoso leader delle Comìsiones obreras ha ufficialmente rivelato proprio a Roma la sua appartenenza al pce. Il nuovo Comitato centrale ha 142 membri. Di questi solo 30, ha detto Carrillo, «appartengono alla generalzione che ha fatto la guerra». À tale generazione non appartengono neppure Suarez, il primo ministro, e la maggior parte dei ministri, e molti dirigenti degli altri partiti dell'opposizione. E' un dato importante per la ricomposizione di un quadro democratico in Spagna. Poi si vedrà. Aldo Rizzo
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