Un accordo che prepara tempi nuovi a La Stampa di Tino Neirotti

Un accordo che prepara tempi nuovi a La Stampa Perfezionata l'intesa raggiunta dopo lo sciopero Un accordo che prepara tempi nuovi a La Stampa L'intesa tra la società editrice La Stampa e i sindacati nazionali dei poligrafici, raggiunta il 16 luglio dopo il lungo sciopero di diciotto giorni consecutivi, è stata confermata e perfezionata in un accordo firmato giovedì sera all'Unione industriale di Torino e approvato nella stessa notte con larga maggioranza dall'assemblea dei lavoratori. I colloqui, come era stato stabilito, si sono svolti in un termine breve, tra il direttore amministrativo e consigliere d'amministrazione Carlo Masseroni, assistito dai rappresentanti della Federazione editori e dell'Unione industriale, e il Consiglio di fabbrica, assistito dai segretari nazionali Botti, Cinti e Giampietro, con l'intervento di quelli provinciali. L'accordo mette fine alle agitazioni, anzi chiude un ciclo durato molti anni e ne apre un altro nel quale è lecito attendersi maggiore stabilità e soprattutto l'inizio di un nuovo sviluppo dell'azienda per superare la crisi finanziaria che ha investito tutta l'editorìa italiana. E' qualcosa di più d'un accordo sindacale, come viene inteso di solito. Non si è trattato di miglioramenti salariali o normativi, ma si è studiato e scelto insieme il modo più razionale per organizzare il lavoro, cercando di eliminare tutti i tempi vuoti: ossia una ristrutturazione che anticipa e prepara anche le imminenti tecnologie, con la garanzia dell'occupazione per tutti gli attuali dipendenti. Il verbale si richiama appunto ai documenti sottoscritti il 6 aprile (tecnologie) e il 16 luglio (organici e orari), quindi fa una premessa che è opportuno porre in evidenza: «Le parti con l'introduzione delle tecnologie e la nuova strutturazione dei reparti intendono assicurare la stabilità produttiva e del lavoro e lo sviluppo editoriale dell'azienda; tale intento si colloca nel contesto della più ampia azione che a livello nazionale dovrà essere urgentemente sviluppata per la revisione del settore della stampa quotidiana». Si tratta in altre parole di un accordo pilota, d'una specie di test nazionale. In questo momento in cui testate note e meno note sono costrette n chiudere con deficit spaven tosi, e tutte le aziende del settore sono sommerse da debiti, La Stampa, forte anche dell'alto numero di copie che vende (oggi la tiratura è di 545 mila copie), muove, in un accordo organico con i sindacati, un passo importante ed essenziale, per risanare il bilancio. L'accordo comprende cinque articoli e alcuni allegati per le modalità pratiche. Il primo articolo dice: «1. Le parti si danno atto che i criteri stabiliti dal vigente contratto nazionale per quanto riguarda l'orario di lavoro (6 ore) debbano venire pacificamente applicati. Di conseguenza la fruizione della mensa avverrà fuori dell'orario di lavoro, mentre nell'orario stesso dovranno essere effettuate le lavorazioni necessarie all'Azienda Editrice, anche a favore di terzi e con applicazione dei concetti di mobilità delle mansioni stabiliti sempre dal vigente contratto di lavoro; il tutto come specificato nell'allegato protocollo applicativo». Occorre un chiarimento. Le sei ore di lavoro al giorno sono state fissate per i poligrafici fin dal 1929, quando per le altre categorie le ore giornaliere erano otto o nove, in considerazione dei turni molto disagiati e della pericolosità dei vapori di piombo. Il diritto di andare alla mensa entro l'arco retribuito delle sei ore era stato ottenuto con patti aziendali; ora questo tempo, assieme ad altri vuoti, viene interamente recuperato per la produzione. «2. Le parti, nella predisposizione degli allegati prospetti 1 e 2, hanno inteso elaborare un organico assetto organizzativo dei vari reparti di produzione che non tiene ancora conto degli ipotizzati riflessi del piano delle tecnologie, ma che in ogni caso è finalizzata alla realizzazione dell'orario contrattuale». I prospetti 1 e 2 riportano il numero dei dipendenti e gli orari nei diversi reparti. «3. — Le parti si danno atto, nello spirito del precedente accordo 6 aprile 1976, che con le presenti intese, nel rispetto delle norme contrattuali, si pongono come obiettivo la eliminazione del lavoro straordinario. «Per quanto concerne i reparti non previsti negli allegati prospetti, nonché quelli non interessati dal piano delle tecnologie, l'obiettivo del superamento del lavoro straordinario verrà identificato in occasione di un incontro che le parti effettue- ranno nel mese di ottobre 1976. «Per quanto inoltre concerne i reparti investiti dal piano delle tecnologie, l'azienda presenterà, in occasione del suddetto incontro, un programma che ne prevede il superamento nel periodo transitorio». I reparti non compresi negli allegati di cui parla l'articolo sono gli amministrativi; e in genere quelli non di produzione, il reparto maggiormente interessato alle tecnologie è la tipografia. All'incontro di ottobre saranno ancora presenti i segretari nazionali della Federazione poligrafici. La verifica d'autunno sull'andamento di questi prossimi due o tre mesi è molto significativa: permetterà, come dicono i rappresentanti dei lavoratori, di controllare se gli organici concordati rispondono alle esigenze produttive d'un grande quotidiano come La Stampa. «4. — Poiché dagli allegati prospetti, comprensivi nel totale di n. 12 lavoratori assunti a termine, che sì intendono confermati, risultano esuberanti n. 10 speditori e re. 10 rotativisti, l'azienda presenterà, al momento della verifica, alle Organizzazioni sindacali un prospetto sui possibili trasferimenti che tenga conto delle precedenti esperienze di lavoro, delle scuole professionali frequentate, delle specifiche caratteristiche attitudinali e della professionalità acquisita anche ai fini della eventuale riqualificazione». «5. -r L'azienda di comunicare le per l'effettuazione zio mensa nella entro il 7 agosto che per quanto l'antìcipo alle ore ra alla domenica era chiusa. si riserva modalità del servidomenica, 1976, nonconcerne 18». Finola mensa I commenti insistono sul carattere organico dell'accordo. Il segretario nazionale Cinti (Cgil) dice tra l'altro: «L'abbiamo considerato sotto tutti gli angoli e l'abbiamo firmato per portare la normalità nella produzione e per favorire lo sviluppo dell'azienda». L'altro segretario Giampietro (Uil) aggiunge: «Esso dimostra la ferma determinazione del sindacato di intervenire concretamente nell'esame dei problemi connessi alla ristrutturazione aziendale e alla introduzione delle nuove tecnologie, avendo come obiettivo prioritario, oltre al mantenimento dei livelli occupazionali, anche lo sviluppo dell'attività editoriale». Analoga è la posizione di Botti (Cisl). Ricordiamo che «mantenimento dei livelli occupazionali» significa conservare tutti i posti di lavoro anche per il futuro, e questo è l'obiettivo naturale dei sindacati, i quali se mai per loro natura tendono ad accrescerli. Ma le nuove tecnologie portano almeno in un primo tempo a minore occupazione, e l'Azienda si limita a garantire il posto a coloro che vi lavorano oggi. I segretari provinciali (Ballesio, Pellegrino e Federici) insistono anch'essi su questo punto, come uno degli elementi principali dell'accordo: «Massima caratterizzazione dell'intesa è stata quella di ribadire l'esigenza reciproca del rispetto contrattuale, collocando le stesse prestazioni dei lavoratori nell'ambito dell'orario di lavoro contrattuale per favorire al massimo i livelli di occupazione». II direttore amministrativo Masseroni ha detto: «E' un passo importante perché consente una migliore gestione dell'azienda e uno sviluppo di tutte le attività, perché salva l'occupazione. La crisi è arrivata al punto massimo, i sindacati hanno colto la gravità del momento e hanno agito in modo molto responsabile». Il presidente della società, che è anche presidente della Federazione editori, Giovanni Giovannini, ha dichiarato: «La vicenda della Stampa di questo difficile luglio ha indubbi aspetti positivi. Da una parte l'imprenditore ha avuto il coraggio anche ad un duro costo e certo non a cuor leggero, di richiamare alla realtà drammatica della situazione editoriale; dall'altra, le organizzazioni sindacali dei poligrafici e soprattutto i loro dirigenti nazionali, pur nella difesa degli interessi dei lavoratori, hanno dato prova di realismo portando ad un accordo che, a parte l'elemento finanziario pur di essenziale importanza, apre la via a una migliore gestione dei giornali e quindi a un progressivo risanamento delle aziende. Nell'attesa e nella speranza di un'altrettanto realistica considerazione da parte degli organismi nazionali e soprattutto del governo, non possiamo che rallegrarci di questo accordo». Tino Neirotti

Persone citate: Ballesio, Botti, Carlo Masseroni, Federici, Giovanni Giovannini, Masseroni

Luoghi citati: Torino