Veleno di Seveso: ad Hanoi dicono Ogni mille colpiti, 300 morti,. di Marzio Fabbri

Veleno di Seveso: ad Hanoi dicono Ogni mille colpiti, 300 morti,. Angoscianti i dati degli scienziati del Vietnam del Nord Veleno di Seveso: ad Hanoi dicono Ogni mille colpiti, 300 morti,. (Nostro servizio particolare) Milano, 31 luglio. «Per ogni mille persone contaminate da Tcdd, i morti sono stati 300. I decessi sono cominciati qualche mese dopo l'intossicazione e sono continuati per anni». Questi i dati angosciosi forniti ad una équipe di specialisti italiani ed al settimanale Tempo da scienziati del Vietnam del Nord, l'unico Paese al mondo in cui la micidiale sostanza ha compiuto un iniyiinamento su larga scala. E' stato infatti accertato che dal 1965 al 1972 gli americani hanno sganciato sul territorio della Repubblica democratica del Vietnam 64 milioni di litri di defoliante, inquinando 2 milioni di ettari. La sostanza impiegata è stato il triclorofenolo che in ogni tonnellata ha un residuo di 300 grammi di Tcdd. La contaminazione del Vietnam del Nord è stata dunque di nove grammi di diossina per ettaro, mentre quella realizzata a Seveso è di 40 grammi per ettaro. Il prof. Ton Thatthut, dell'ospedale Vietduc di Hanoi, ha detto ai giornalisti italiani che il solo rimedio contro una contaminazione da diossina è «quello di usare unicamente, e insisto sull'unicamente, sapone bianco di Marsiglia, il sapone delle nonne, che è una miscela di oli di semi e di vari grassi animali capaci di solubilizzare il Tcdd. Non si deve ricorrere al fuoco: la combustione può produrre nuovo Tcdd. Comunque io sono a disposizione di qualsiasi ricercatore o medico italiano che sia interessato alle cure dell'intossicazione da Tcdd. Forse la mia esperienza basata su migliaia di casi può risparmiare nuovi dolori e sofferenze agli abitanti della zona avvelenata dal Tcdd». Questo consiglio, però, non può essere immediatamente seguito perché neppure i vietnamiti sanno se il sapone di Marsiglia, oltre ad agire come solvente, abbia anche effetto sulla struttura molecolare della diossina, formando magari altri composti. Dal Vietnam oltre al consiglio su come intervenire, come già accennato, sono arrivati dati allarmanti sugli effetti di questo tossico. Nel '72 i bombardamenti aerei strate¬ gici sono terminati, ma negli ospedali di Hanoi si muore ancora per intossicazione da diossina. Risulta che i casi di tumore al fegato, uno dei più micidiali, sono aumentati di oltre il 500 per cento, gli effetti sui feti sono stati tragici: 48 nati morti ogni mille nati vivi e se la percentuale può sembrare non troppo lontana da quella di certe regioni italiane bisogna ricordare che il Tcdd ha effetti solo se la intossicazione avviene entro i primi tre mesi di gravidanza. Quindi più correttamente il dato statistico andrebbe letto come 48 morti su 330 nati vivi: una proporzione allucinante. Il presidente della Regione Lombardia, Golfari, ha chiesto stasera ufficialmente ad Andreotti di invitare in Italia Ton That-thut. A quanto sembra anche la zona di Seveso avrebbe già avuto una vittima della diossina. Lo sostiene una vedova di 52 anni, Caterina Pianezzola. La donna è proprietaria di un negozio di vini e liquori a | Seveso e abitava nell'area più vicina alla Icmesa, la fabbrica inquinatrice. E' stata sgombe¬ rata fra i primi ed ora è al residence Leonardo da Vinci, di Bruzzano. Il marito, Antonio, è morto nel '73 a 49 anni: due anni e mezzo dopo avere smesso di lavorare alla Icmesa. Era stato in quella fabbrica otto anni di seguito, addetto ad un reattore simile a quello che il dieci luglio scorso ha lasciato uscire la «nube». Spesso aveva detto alla moglie: «Il mio lavoro è pericoloso», ma non aveva saputo spiegare il perché. Lo aveva chiesto in direzione, ma erano stati vaghi. Finalmente aveva potuto cambiare lavoro e assieme alla moglie aveva aperto il negozio. Meno di dodici mesi ed erano cominciati terribili dolori al fegato. Inutili i pellegrinaggi da un ospedale all'altro. Quando è morto, il certificato del medico parlava di «cause naturali non accertate». Caterina Pianezzola si era data pace, ma ora che si parla di intossicazioni da diossina interviene: «So finalmente che cosa ha ucciso il mio uomo». La polemica sulla lentezza di reazione delle autorità alla contaminazione da Tcdd e le spiegazioni date per giustifi¬ carla sono state oggi oggetto di intervento di diverse parti politiche. Gli onorevoli Gorla ed Emma Bonino, di democrazia proletaria e del partito radicale, servendosi di documenti raccolti dalla rivista Tempo, hanno chiesto l'incriminazione penale dei responsabili del Comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico, del Laboratorio provinciale di igiene, dell'Ufficio sanitario e del sindaco di Meda, del medico provinciale e dell'ex assessore all'ecologia Bertagni per i reati di omissione di atti d'ufficio e concorso in strage. Dalla documentazione risulterebbe che l'Icmesa non solo non avrebbe ubbidito per anni alle disposizioni di legge in materia di inquinamento atmosferico e idrico, ma avrebbe anche tenuto nascosta la vera natura e la quantità della sua produzione e la reale tossicità dei prodotti diffusi. Il sindaco di Meda e il Crial, sempre secondo l'accu- Marzio Fabbri (Continua a pagina 2 in quinta colonna)