Nelle vene d' Europa di Stefano Terra

Nelle vene d' Europa Un romanzo di Stefano Terra vene d' Europa Vite inquiete e randagie nella Grecia della leggenda e della guerriglia ; j Stefano Terra: « Il principe di Capodistria », Ed. Bompiani, pag. 191, lire 3000. E' difficile dare conto della sottile attrazione che si sprigiona da questo romanzo vita solcata di avventure che gli ritornano condensate in di Stefano Terra, che è gre ™ito. di, cose e insieme fatto di niente, avventuroso e sta- m„„f„ «LmIa gnante, realistico e tutto allu¬ siv0 La maniera di Terra di. venterà più chiara se terre mo d'occhio la figura di Gia corno Aquilanti che è il suo alter ego. Giacomo ha una alcune ossessioni dominanti: con tutto questo, basta un'im magjne colta oggi dal fine. strino di un pullman, il tratto di un volto o di un paesaggio ad accanire la sua immaginazione dietro nuove trame da aggiungere e intersecare alle già molte della sua Vltcaonfondere realta e fanta. sia gU da sicurezza| gli per. mette di rievocare un passa- to meno alieno e crudele, per così dire ovattato: « alla fine riesce a cancellare il segno di com'erano andate veramente le cose ». Questa una possibile definizione, un libro fatto di trame segmentate che s'intrecciano liricamente a dare il senso di un destino fatto randagio per timidezza, le di Giacomo c'è Dimitra, la rimorso, viltà. Un'altra definizione la troviamo bell'e pronta nello stesso romanzo, usufruibile ben al di là del giudizio morale pronunciato nei confronti del protagonista: « "Non sarai mai con noi, uno dei nostri, perché non sai chiudere il tuo circolo" e gli citava la strana espressione greca favlos kyclos che vuol dire letteralmente "cerchio falso", o meglio "assurdo", che non arriva mai a chiudersi, come il guscio della lumaca o il ritmo del capitello iuuico ». Ma il cangiante del romanzo deriva anche dal rapporto che si stabilisce fra gli erratici protagonisti, due presenti e vivi, due altri soltanto ricordati, e che agiscono quasi in funzione di « doppio ». Giacomo è un geologo portato dal suo mestiere a costeggiare le più strane esperienze in paesi lontani. Irene, ultima presidente di una società estrattiva, vive il suo crepuscolo e quello della sua famiglia in un grande albergo sulle Alpi Apuane circondato da una pineta. Incontratisi per ragioni di lavoro, i due si scoprono legati da singolari affinità. Amano « l'Europa selvaggia » delle miniere abbandonate e dei tesori sepolti, che offre rifugio ai braccati di tutti i regimi. Alle spai lsdspGlCdpnpcgablgmsgpainadpcnatQvgtèsv liceale che abbandona la poesia per il mitra nella Grecia della guerra civile e che finisce per cedere la sua intatta passione al movimento di Che Guevara in Bolivia. Alle spalle di Irene c'è un principe di Capodistria. erede dei voivodi della Sublime Porta: passa per l'Europa sconvolta da nuovi demoni, in cui non c'è più posto per lui, adempiendo j con un residuo di antica dignità a compiti testamentari, a riti di affrancamento: distri- i buisce a monaci e contadini le proprietà della sua fami- j glia disfatta. Sono due figure diversamente mitiche, colte su versanti perfino opposti per origini e comportamenti, tanto più mitiche in quanto si è avuto con esse un rapporto indeciso, dovuto nell'uno' e nell'altro caso alla debolezza, alla paura di vivere di uno dei partners. Così, Giacomo partirà per la Grecia e oltre, con l'incarico di riattivare miniere e scoprire foreste, ma anche con il mandato di ritrovare il misterioso principe. Quanto a sé, deve placare la voce e il volto di Dimitra, la guerrigliera greca abbandonata negli agguati di Bolivia. Ma intanto la trasposizione è già avvenuta. Irene nelle sue lunghe insonnie non scrive più lettere intrasmissibili al principe di Capodistria, scrive a lui: gli racconta dei tre giovani stranieri che le hanno chiesto ospitalità nella pineta, vogliono curarne e guarirne gli alberi secolari, I sperando in realtà di guarire 1 se stessi dalle ricadute nella droga (pagine un po' corrive e leziose, si confrontino con il ruvido affetto che impron-1 ta le esperienze, le memorie | abbaglianti di Grecia). Al ri-1 torno di Giacomo, che ha in- j seguito fantasmi fino al delta del Danubio 1 1 cerchio sem i u cercnio sem , bra chiudersi magicamente: quasi un adempimento che, ! insieme alla parte migliore di ■ sé, risarcisca quelle figure ; perdute. Lorenzo Mondo

Persone citate: Aquilanti, Guevara, Lorenzo Mondo, Stefano Terra

Luoghi citati: Bolivia, Europa, Grecia