I giganti dei pesi ercoli d'Olimpia di Giovanni Arpino

I giganti dei pesi ercoli d'Olimpia il diario dei perchè I giganti dei pesi ercoli d'Olimpia Fate attenzione al vigile urbano di Le Lignon: con una mano è capace di spostarvi l'automobile posteggiata in zona vietata (Dal nostro inviato speciale) Montreal, 27 luglio. Sollevano tonnellate, ma prima pregano, invocano, si genuflettono davanti al muri dello spogliatolo, qualcuno rivolgendo un saluto ad Allah, altri alla mamma che II ha costruiti In modo così imponente. SI tratta di omaccioni al limite del novanta chili, autentiche querce che però debordano nel pettorali tanto che qualcuno avrebbe bisogno di sostegni (ovverossla regglseni) e stecche di balena. 1 'mostri • oltre i 110 chili faranno tremare la plastica dell'arena solo dopodomani: ma da loro si attende più spettacolo e ruggiti e flatulenze che non un autentico esemplo atletico. Che senso c'è, Infatti, a nascere così plurldlmenslonato? Attenti, però: se amiche traslocare dovete andare In Svizzera, cercate di non Incorrere nel fulmini di una guardia municipale di Le Lignon (dove abita: e vi gratifico dell'indirizzo: Avenue delle Libellule, 14. Grazioso, no?). Si chiama Michel BroVlet, ha trentadue anni, pesa ì soliti novanta chili distribuiti lungo un'altezza non eccezionale di un metro e settantadue. Se vi pesca in zona vietata, può spostarvi l'auto con una mano. Infatti dà seriamente fastidio nella cosiddetta 'zona medaglie' della pesistica, con i suol 165 chili netti sollevati, a solo 'meno cinque' dal nuovo record olimpico per la categoria, stabilito dal solito russo, certo David Rigert, un orso color aragosta bollita. Rosei, ingrugnlti, affettuosamente presi a pacche sulla schiena dal cinici allenatori e massaggiatori, questi colossi sembrano bambini gonfiati con una spaventevole pompa. Si plasmano di unguenti, si stringono la cinghia sull'ernia ombelicale, si imbiancano con la polvere Il collo e II palmo delle mani, scrutano con odio l'attrezzo che sta lì, Immobile come nemico ottuso, gli si buttano addosso per una strappata che può spaccargli II cuore. Mi viene in mente un 'federale' nostrano, che detiene la presidenza della pesistica Italiana. E' sindaco di Savona, uomo civilissimo, mite. Assicura che, da noi, ragazzi Intenzionati a 'far peso» non ne vengono più fuori. Lo credo. Slamo o non slamo I cittadini di un Paese dove la 'disaffezione» per II lavoro fa scrivere decine di articoli interpretativi o di condanna? Ve lo immaginate un padre dì famiglia che dice al suo primogenito robustotto e promettente: va un- po' in palestra, stasera, e tira su. In otto o dieci strappi, una decina di quintali. Il gentile presidente del nostri 'alteroflli' ha portato con sé (pare pagando di persona il biglietto) un paio di suoi dirigenti. Risultato: costoro corrono lietamente a gustar atletica, basket, magari football polacco, ma evitano di studiare I colossi nell'arena dì Montreal, dove la calura è tropicale. I quali colossi, sopraccigli aggrondati, mento che sporge per dispregio delle regole universali sui vuoti e sul pieni, cercano di Ignorarsi a vicenda, mentre disputano In solitudine — // rituale è Ieratico: uno per volta, davanti al pubblico che sadicamente si augura II fattacelo, lo strappo, la clavlcola In frantumi, l'uomo sotterrato dall'attrezzo — le eliminatorie olìmpiche. Slamo alla più rude ed arcaica culla dello sport, dove l'uomo misura se stesso non per farsi bello davanti a una futura sposa ma per sublimare in una frazione di secondo l'eterna sfida con la materia. Ridìcoli? Certamente. Superflui? Forse. Commoventi? Ma sì. E tuttavìa appartengono tutti ad un racconto surreale, dove l'unica cosa autentica è quel peso, quella sbarra con dischi dì ottanta chili su ogni lato. Un simbolo per gli ercoli che vorrebbero reggere II mondo. Se crollano, dovendo lasciar cadere l'attrezzo, eccoli ritirarsi. C'è chi sbuffa dì sdegno, un altro a sforzi inauditi per non piangere, l'americano ames Lee bestemmia a voce altissima, Il cubano lberto Bianco Invoca forse Fldel, il finlandese allalarvi fuma dagli orecchi, l'Inglese Price camia colore, quasi che le sue lentiggini rossastre tiano allargandosi come frittate. Dietro le quinte, ltri omaccioni II rimproverano con aria schifata.E' gente che non domanda nulla, che non preende denari o elogi. Bestioni che viaggiano scruando stupiti un mondo di microbi. Talmente chiui dentro la propria forza che a stento alzerebbero na mano per schiacciare una zanzara. L'ungheese Rehus, ad esemplo, che si allena spaccando ronchi, ha pupille così innocenti che sembra deba fare la prima comunione domani. Il francese Coussln si scioglie in smorfie Intimidite se gli ivolgi un « come sta? ». Paiono inditesi di fronte i fotografi senza pietà, di fronte ad un pubblico otato d'un pelo sullo stomaco assai più pesante el tonnellaggio olimpico. Sarebbe bello vederlmuoversi tutti Insieme, lungo una « avenue » caanadese, mandria dì elefanti In lenta emigraione, con le loro cinture, I loro cerotti, le loro asce, le loro grinte stereotipate, che forse non iescono a modificare neppure dormendo. « Halerofille », si chiama, nel vocabolario olimpicouesta specialità: pare il nome dì una malattìaChe però è nata con I primi esemplari umaniQuesti, sono gli ultimi. E anche gli unici In grado dì Inghiottire dodici uova su una bistecca da un hilo netto. Lo stomaco deve quanto meno valere l bicipite, no? Giovanni Arpino II sovietico Yuri Zaitsev non ce l'ha fatta

Persone citate: David Rigert, Grazioso, Immobile, Price, Rosei, Yuri Zaitsev

Luoghi citati: Montreal, Savona, Svizzera