Fisco : poche entrate colpa delle evasioni

Fisco : poche entrate colpa delle evasioni Fisco : poche entrate colpa delle evasioni Roma, 27 luglio. Nel programma economico del presidente incaricato Andreotti, ampio spazio è dedicato alla parte relativa alle entrate tributarle. In altre parole, da un buon funzionamento del fisco (lotta alle evasioni, migliore distribuzione del carico fiscale eccetera) dipenderà la possibilità di un riequilibrio della spesa pubblica e della destinazione di quote maggiori di ricchezza ad investimenti sociali e produttivi. Le indicazioni del programma sono state esaminate oggi in una tavola rotonda cui hanno partecipato sindacalisti, politici, professori universitari. Giorgio Benvenuto, segretario della Firn, introducendo 11 dibattito ha rilevato che il problema di come far fronte alle urgenti necessità del fisco, deve legarsi con l'avvio di una maggiore giustizia del sistema. I lavoratori dipendenti, ha precisato, che fruiscono di una quota del reddito pari circa al 68 per cento, finiscono per fornire più dell'80 per cento delle entrate. Per contro, il gettito delle imposte indirette è aumentato dal '74 al '75 di soli 81 miliardi. Il che significa in valori costanti una diminuzione del 14 per cento, cioè una perdita di 1083 miliardi rispetto ai livelli già deficitari di due anni fa. Esiste, in altri termini, una enorme percentuale di Iva evasa, il cui recupero alla fine viene fatto gravare sull'imposizione diretta. In questa situazione, ha proseguito il segretario della Firn, il rischio più grave sarebbe quello di accettare 11 sistema attuale come un dato immodificabile, per concludere che per almeno altri 4-5 anni non c'è altro da fare, in attesa di una riorganizzazione dell'apparato burocratico. Quali, allora, per evitare questo pericolo, le misure da adottare? Per Forni, segretario confederale della Cgil, la strada da seguire è quella di una lotta ad oltranza all'evasione. «Un ulteriore aumento delle aliquote non è certamente accettabile». Secondo Fornari, membro del comitato sindacale tariffe e fisco, l'attuale macchina tributaria non è affatto disorganizzata. «Al contrario — ha detto — è perfettissima quando si tratta di colpire redditi da lavoro; è invece imperfetta quando deve tassare i redditi alti. Il fisco è malato pe che il disordine in cui versa è funzionale a certi interessi politici». Come rimediare? Semplificando al massimo il carico di lavoro dell'amministrazione tributaria (abolendo i modelli 101 del tutto inutili e 1 740 quando non veramente necessari); trovando del meccanismi esterni automatici (simili alla tassazione alla fonte), tali da colpire 1 vari tipi di entrate attuando la necessaria perequazione; rimandando subito al giudice penale gli evasori nei casi di maggiore evidenza, iniziando infine una lotta contro le società ombra e rivedendo il meccanismo societario. Uno dei modi più diretti per risolvere i problemi di gettito immediato potrebbe d'altra parte essere efficacemente costituito dall'Iva. A giudizio dell'aw. De Angelis, esperto tributarista, l'Iva da sola potrebbe, se fatta funzionare, determinare un massiccio aumento delle entrate tributarie. Il meccanismo è già pronto, si tratta solo di dargli quella piccola spinta per metterlo In funzione. Oggi il gettito Iva per quanto concerne i prelievi sull'Interno è pari a quello relativo all'export e questo è un controsenso. L'evasione ha raggiunto livelli eccezionali; 11 gettito potrebbe benissimo essere moltipllcato per tre. In conclusione, se le entrate tributarie sono oggi insufficienti è perché l'evasione è massiccia (per le sole Imposte dirette ammonterebbe a 3-4 mila miliardi). n. g.

Persone citate: Andreotti, De Angelis, Fornari, Forni, Giorgio Benvenuto

Luoghi citati: Roma