Investimenti arabi nelle assicurazioni? di Giuseppe Alberti
Investimenti arabi nelle assicurazioni? Investimenti arabi nelle assicurazioni? In taluni ambienti assicurativi nazionali la definiscono « operazione petrol-polizze »: capitali arabi, managers europei, utenti italiani. L'agganciamento ai forzieri di alcuni Paesi dell'Opec del nostro mondo assicurativo avrebbe avuto inizio nello scorso anno e nel primo semestre del 1976, si sarebbero verificati passaggi di grossi pacchetti azionari di importanti compagnie operanti in Italia nelle mani di pochi personaggi. L'ammontare delle transazioni e la carente situazione economica del settore non avrebbero altre giustificazioni se non quella di un nuovo tipo di imprenditore finanziariamente solido. Gli arabi infatti avrebbero le carte in regola per assumere la nuova veste di « sentinella assicurativa » nel nostro e in altri Paesi europei. Veniamo alle cifre. Silvio Bonetti ha comprato qualche tempo fa dalla Itt l'Intercontinentale. Nel 1976 acquista la Latina (quotata in Borsa), pare per oltre 10 miliardi di lire, poi si impadronisce della Coslda, della Concordia e della Forense. Lo scandalo delle compagnie in dissesto finanziario dissuade Bonetti dal mantenere nel suo gruppo una delle società appena acquisite ed « incriminate ». In seguito inizia trattative per l'acquisto di una compagnia torinese e di una tedesca con rappresentanza in Italia. Nel complesso queste operazioni impegnano parecchie decine di miliardi di lire. Tutto ciò in un momento politico-economico difficile. Intanto a Torino scatta l'operazione Ursinl: anche qui, malgrado una gestione passiva di oltre 8 miliardi di lire, avviene il passaggio della maggioranza della proprietà. La cessione di questa compagnia assicuratrice avrebbe richiesto un cospicuo numero di miliardi. Inoltre pare che 11 finanziere calabrese sia intervenuto con consistenti partecipazioni presso altre Importanti imprese di assicurazioni. Tutti 1 settori assicurativi italiani manifestano perdite finanziarle: 1 rischi « preferiti », un tempo sostegno economico delle imprese, fanno acqua, sono diventati i « rami secchi ». Più volte gli imprenditori si sono dichiarati disposti a cedere il ramo « re auto ». Persino le società tradizionalmente solvibili lamentano la grave situazione. In certi casi non si assumono più determinati rischi (furti, incendi, ecc.). ti L'avventura di acquistare una società assicuratrice — dice un funzionario di una grande compagnia-milanese — non la consiglio a nessuno, specie di questi tempi. Solo chi ha a disposizione ingentissime somme di danaro può affrontare il rischio ». Nessuno pub contestare che certi Paesi arabi abbiano 1 mezzi per « assicurarsi » una compagnia assicuratrice. «Se la concorrenza sarà legale — prosegue 11 funzionarlo — tutto potrebbe andar bene, diversamente, o ci assicuriamo con una determinata società, oppure niente petrolio ». Alcuni esperti del settore Insinuano ohe persino lo scià di Persia sia interessato al mercato assicurativo internazionale. Cosi come 1 finanzieri giapponesi lo sono per l'industria del vino italiano, francese e cosi via. Stavolta però la valuta pregiata entra nel nostro Paese; le premesse per un lavoro pulito ci sono, purché non accada come con certe multinazionali che, non appena un settore si è « inquinato », si trasferiscono altrove. Giuseppe Alberti
Persone citate: Bonetti, Silvio Bonetti
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