Mandelli: solo demagogia bloccare gli alti stipendi

Mandelli: solo demagogia bloccare gli alti stipendi Intervista al presidente Federmeccanica Mandelli: solo demagogia bloccare gli alti stipendi La proposta dei sindacati di bloccare temporaneamente le retribuzioni al di sopra degli otto milioni annui sta suscitando molte polemiche. Le proteste non vengono soltanto dai lavoratori che sarebbero colpiti. Forti riserve sono state avanzate anche dal presidente della Federmeccanica, Walter Mandelli (l'organizzazione rappresenta 8 mila aziende meccaniche private di grandi, medie e piccole dimensioni). «La proposta — ha detto Mandelli — appare più una concessione demagogica alle istanze sindacali di base, nel momento in cui a questa vengono chiesti sacrifici, che non un mezzo utile per combattere l'inflazione». Ciò perché «gli effetti del blocco sarebbero pressoché nulli data l'esiguità della massa salariale interessata» (circa il 10 per cento delle retribuzioni), mentre il danno sarebbe grave in quanto «la proposta penalizza una categoria di lavoratori che negli ultimi anni è già stata più volte sacrificata, in omaggio alla politica egualitaria perseguita dal sindacato». Per spiegare il perché di questo «no» Mandelli ha fatto altre osservazioni: «Oggi la politica egualitaria del sindacato e le imposte progressive hanno determinato una situazione che può essere così sintetizzata: la retribuzione del tecnico di valore, con lunga esperienza e con funzioni che costituiscono l'ossatura dei Francia: lotta all'inflazione Parigi, 27 luglio. (Ap.) Il governo francese sta cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica in merito ai danni dell'inflazione che mette a rischio la ripresa economica, erode la fiducia imprenditoriale e Indebolisce la moneta. Ogni giorno i leaders francesi ribadiscono che occorre maggior disciplina e accordi contrattuali fra imprese e sindacati per moderare gli aumenti di prezzi e salari. Il primo ministro Jacques Chirac va da tempo ripetendo che la Francia vive troppo al di sopra del suol mezzi, « Le tradizionali politiche antl-inflazlonistlche comportano molte limitazioni. Io credo che dovremo adottare sia 11 bastone sia la carota». moderni sistemi industriali, è di appena mezza volta superiore a quella del manovale generico al primo impiego». La proposta è stata fatta nell'ultimo comitato direttivo della Federazione Cgil-Cisl-TJil ed è affiorata anche nei colloqui che i sindacati hanno avuto con il presidente del Consiglio incaricato, Giulio Andreotti.il giudizio di Mandelli su questi incontri è positivo. Egli definisce «molto opportuna» l'iniziativa di Andreotti di consultare i sindacati «perché nel momento in cui ci si accinge a chiedere sacrifici al Paese è logico che vengano sentiti i rappresentanti dei lavoratori in quanto una politica di austerità, definita senza il consenso dei sindacati, sarebbe destinata al fallimento, perché immediatamente vanificata da massicce azioni rivendicative». Il presidente della Federmeccanica afferma che gli orientamenti emersi nei colloqui Andreotti-sindacati «possono essere condivisi anche dagli imprenditori sia per quanto riguarda la disponibilità del sindacato a una politica di contenimento salariale e di lotta all'assenteismo, sia per le contropartite richieste, che vanno da una politica selettiva del credito all'ampliamento della base produttiva, al risanamento della finanza pubblica, alla lotta all'evasione fiscale, al riordinamento delle Partecipazioni statali». Desidera anche sottolineare «il dato politicamente più importante di tutta la vicenda», cioè il fatto che la disponibilità manifestata dai sindacati «sia frutto d'autonoma iniziativa». «Ciò — prosegue — potrebbe segnare il passaggio da un sindacato che concepisce se stesso come un osservatore esterno al sistema a un sindacato parte integrante del sistema; dalla concezione del salario come variabile indipendente, alla correlazione fra salario e situazione economica». Nell'atteggiamento del sindacato, a giudizio di Mandelli, ci sono aspetti positivi, ma anche posizioni criticabili (come quella del blocco salariale a 8 milioni annui) e soprattutto silenzi. «Le pecche maggiori delle proposte sinI dacali — osserva — non con- sistono tanto nelle cose dette, quanto piuttosto in quelle che vengono taciute». Il presidente della Federmeccanica cita, come esempio principale di questi silenzi, «la mancanza di riferimenti concreti alla necessità dì aumentare la produttività delle aziende, mentre è noto che gli orari di lavoro degli altri Paesi industrializzati superano i nostri mediamente di 200 ore l'anno». Mandelli scorge un altro «limite nelle proposte del sindacato»: esso consiste nel «silenzio circa ogni ipotesi dì mobilità e riqualificazione della manodopera». «Il problema dell'occupazione — afferma — continua ad essere visto dal sindacato sotto un duplice profilo: difesa ad oltranza dei posti di lavoro esistenti, anche quando risultano chiaramente obsoleti; creazione di nuovi posti di lavoro improduttivi o inutilmente costosi, nella situazione attuale di sottoutilizzo degli impianti esistenti». In sostanza il presidente della Federmeccanica vede nell'atteggiamento del sindacato «il permanere di un fondo di incertezza, che appanna la portata e il significato delle sue proposte». Sergio Devecchi

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