Ergastolo per gli assassini ? di Guido Guidi
Ergastolo per gli assassini ? Ergastolo per gli assassini ? Il delitto del Circeo domani la sentenza (Dal nostro inviato speciale) Latina, 27 luglio. Tutto è pronto perché la corte d'assise decida sulla sorte di Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido: ultime buttate della discussione e giovedì, presumibilmente in serata, la sentenza. Il pubblico ministero aveva chiesto la scorsa settimana ed ha insistito oggi che i tre responsabili del massacro compiuto in una villa di San Felice al Circeo siano condannati all'ergastolo e non è da escludere che i giudici giungano alla medesima conclusione. Angelo Izzo e Gianni Guido (non si hanno notizie di Andrea Ghira che è latitante dal momento in cui, all'alba del primo ottobre scorso, nel portabagagli di un'auto furono trovate Rosaria Lopez, 19 anni, ormai cadavere e Donatella Colasanti, 18 anni, ferita gravemente) sono stati avvertiti di non farsi molte illusioni: i loro difensori hanno parlato in termini molto chiari. Porse uno (Gianni Guido) può sperare nella concessione delle attenuanti generiche con conseguente riduzione della pena a 30 anni di reclusione perché incensurato mentre Angelo Izzo ed Andrea Ghira hanno avuto già numerosi scontri con la giustizia che si sono tradotti per il primo in una condanna a 2 anni e 6 mesi per violenza carnale e per il secondo in due condanne per rapina (5 anni) e per lesioni (10 mesi): costoro pertanto non possono avere diritto a nulla. I giudici, quando giovedì si riuniranno in camera di consiglio, si troveranno di fronte a numerose tesi: da un lato quella dell'accusa che parla di omicidio volontario aggravato (ergastolo), di violenza carnale e di tentato omicidio; dall'altra quella della difesa che si indirizza verso cento direzioni diverse, ma con un medesimo obiettivo che è poi quello di arrivare ad una condanna a 30 anni. Nella migliore delle ipotesi, la difesa sarebbe soddisfatta se Guido ed Izzo venissero sottoposti ad una perizia psichiatrica o riuscissero ad ottenere la concessione delle attenuanti previste per chi è seminfermo di mente. Innanzitutto, Izzo e Guido (Andrea Ghira, invece, sostiene che non era nella villa quando venne compiuto il delitto) dicono che non volevano uccidere Rosaria e la morte della ragazza è, purtroppo, la conseguenza di una disgrazia. «Volevamo soltanto che non gridasse e per questo — spiegano — l'abbiamo chiusa nel bagagliaio insieme a Donatella. D'altro canto Donatella è viva e questo significa che non intendevamo uccidere nessuno». E' una tesi alla quale l'accusa non ha dato molto credito: Rosaria è stata annegata o e stata soffocata, i tre massacratori erano convinti di aver ucciso le due ragazze quando le sistemarono nel portabagagli al punto che Rosaria fu portata via dalla villa completamente nuda e chiusa in una grande busta di cellophane. «La realtà — ha sottolineato il pubblico ministero — è che Ghira, Izzo e Guido hanno ucciso perché temevano di esse¬ re denunciati per il sequestro e la violenza carnale: non si dimentichi che i primi due hanno precedenti penali». Izzo e Guido ovvero i loro difensori da Luciano Revel, a Giorgio Zeppieri, a Rocco Mangia, a Giandomenico Pisapia hanno fatto leva soltanto ed esclusivamente su due argomentazioni: la follia e, semmai, sulle attenuanti generiche. Guido ha avuto, durante l'infanzia, degli attacchi convulsivi, è svagato, privo di riflessi ed oggi, dicono, è distrutto fisicamente e moralmente; Izzo ha sette ascendenti morti in manicomio. Anche su questo punto l'accusa non ha mostrato perplessità: gli elementi che dovrebbero indicare una tara psichiatrica in realtà sono soltanto i sintomi che possono giustificare un comportamento, ma non possono far pensare ad una malattia mentale; le attenuanti vengono concesse a chi mostra di meritarle mentre, invece, Guido ed Izzo dicono di essere pentiti, ma soltanto a parole. Quando hanno sequestrato le due ragazze attirate nella villa di San Felice sono stati sempre feroci, spietati, insensibili ed ora, durante il dibattimento, non hanno avuto un gesto di pietà per le loro vittime. «Anzi — ha aggiunto l'avvocato Tarsitano — Izzo ha cercato di sostenere che Donatella aveva addirittura mentito quando ha raccontato le sevizie alle quali venne sottoposta». Oggi, ultima controreplica degli accusatori: il pubblico ministero ha insistito perché i tre massacratori siano condannati all'ergastolo. «Hanno ucciso perché volevano uccidere — ha concluso — ed è necessario porre un freno alle torture, alla violenza, al sangue». Giovedì, la sentenza. Il banco degli imputati è destinato, presumibilmente, a rimanere vuoto: Ghira è latitante, Izzo e Guido rimarranno in carcere. In aula sarà soltanto il pubblico: le «femministe» non hanno perduto una battuta del dibattimento e, in assenza di Izzo e Guido, hanno insultato i loro legali. Guido Guidi
Luoghi citati: Latina, San Felice
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