Un ralenti per ricordare le sconfitte di un Paese di Luciano Curino

Un ralenti per ricordare le sconfitte di un Paese Un ralenti per ricordare le sconfitte di un Paese dere al ralenti per meglio ap- prezzare. Cittadini che van- no all'ufficio delle imposte sollecitando di regolarizzare le loro pendenze col fisco. Spettacolo incredibile: che cosa sta accadendo? Sono i proprietari delle barche-ombra, quelle con le due stelle rossa e azzurra di Panama. Meriterebbe vedere lentamente, per meglio gustarlo, il lavoro della Guardia di Finanza dei porti turistici. Dice un finanziere: « C'è uno yacht con bandiera panamense: a bordo abbiamo trovato un uomo iscritto come motorista. In realtà si tratta di un facoltoso industriale. E non è tutto: la barca, pur essendo di "importazione temporanea", si troverebbe in Italia da oltre un anno e mezzo ». A questo punto si dovrebbe vedere una flotta di motoscafi d'altura, di panfili da 30 tonnellate e barche di 35 metri in fuga (lentissima, come è appunto al ralenti) verso porti stranieri. E i proprietari, che vedono sfumare la « eroceretta» di mezz'estate, nell'ufficio delle imposte chiedono di regolarizzare, si offrono di pagare multe, sbandierano il tricolore. Il ralenti dovrebbe anche mostrarci una vecchia scena: le vittime del Circeo, Rosaria morta e Donatella col volto sfigurato nel portabagagli dei- l'auto. E mentre questa sce na crudele si svolge lentissi ma, ascolteremo le arringhe dei difensori dei tre assassini. Leggiamo che secondo uno degli avvocati, Rosaria è morta perché se l'è voluta. «Lei e Donatella hanno commesso un grave errore psicologico che ha fatto scattare la volontà omicida. Esse si rifiutavano, si lamentavano, protestavano, e allora, per i tre, si trattava di soffocare ciò che era diventato intollerabile: i lamenti delle ragazze ». Cioè, se le sventurate fossero state remissive e si fossero lasciate fare tutto senza protestare, forse entrambe avrebbero riportato la pelle a casa. Il ralenti per ricordare o per capire o scoprire l'essenza delle cose. Le cose possono anche apparire diverse, riviste adagio adagio. Vista normalmente al telegiornale, la battaglia di Beirut è una tragedia, al ralenti potrebbe rivelarci soprattutto la demenza degli uomini. E in qualsiasi giornata di ognuno c'è almeno un episodio degno di essere ripassato lento, lentissimo. Se potessi rivedere al ralenti un fatto vissuto recentemente, sceglie¬ rei questo. In treno arriva in prima classe, carico di pacchi e valigie, un ometto mite e che si direbbe infelice, con biglietto di seconda. Dopo un po' passa il controllore e lo scopre. « Non sapevo che questa fosse una prima ». Ma il controllore è severo e sembra intenzionato a fargli pagare il cambio di classe più l'esazione fissa. L'infelice è visibilmente spaventato dalla cifra, lo sentiamo mormorare: « Ma io ho famiglia ». Il controllore non gli bada e incomincia a scrivere, uno dei viaggiatori gli dice: «Ma ha famiglia ». Altri subito ripetono: « Ha famiglia ». Il controllore ora fissa l'ometto, indeciso. Tutti continuano a ripetergli: « Ha famiglia, ha famiglia » e il ferroviere incomincia a guardare con simpatia il mite viaggiatore irregolare, ed è chiaro che, se potesse, sarebbe felice di lasciarlo in prima, poi si dà da fare per trovargli un buon posto in seconda e lo aiuta volentieri a portare le valigie. E' una storia da poco. Nella giornata di tutti ci sono storie da poco che, se ripensate con calma, o se si potessero rivedere al ralenti, diventerebbero belle storie piene di significato. Luciano Curino

Luoghi citati: Beirut, Italia, Panama