Morto Julius Doepfner arcivescovo di Monaco di Tito Sansa

Morto Julius Doepfner arcivescovo di Monaco Per un attacco di cuore, aveva 62 anni Morto Julius Doepfner arcivescovo di Monaco (Dal nostro corrispondente) Bonn, 24 luglio. La morte dell'arcivescovo di Monaco di Baviera, cardinale Julius Doepfner, avvenuta stamane alle 11 per infarto mentre il porporato usciva dalla Curia, ha colto la Germania di sorpresa. Doepfner, che aveva 62 anni, era sanissimo e molto attivo, aveva conservato la tradizione dei vescovi medioevali di visitare le parrocchie di campagna a piedi, la sua grande passione era l'alpinismo. Cinque anni fa aveva rischiato la vita per salvare un giovane rimasto incrodato in parete sul Civetta, nelle Dolomiti. Era il ritratto della salute, un lottatore che emanava energia, un trascinatore, predicatore lucidissimo e brillante. Figlio di contadini, Julius Doepfner aveva fatto una carriera rapidissima. Dopo avere frequentato il collegio germanico a Roma (la città che amava più di qualsiasi altra, dopo Monaco), fu nominato vescovo di Wuerzburg da Pio XII nel 1948 all'età di soli 35 anni. Era il più giovane vescovo d'Europa, dieci anni più tardi, quando Papa Giovanni lo elevò al rango di cardinale (allora era vescovo di Berlino, e risiedeva nel settore comunista della città divisa); fu con i suoi 45 anni, il più giovane porporato nel supremo collegio della Chiesa cattolica. Il suo grande momento fu il Concilio Vaticano, nel quale assunse la funzione di uno dei quattro moderatori delle correnti progressiste. Conservatore strettissimo in patria, dov'era presidente della Conferenza episcopale (tanto da venir considerato quasi un reazionario, anche per la sua amicizia con il cristiano sociale Franz Josef Strauss), Julius Doepfner era di idee aperte sui problemi internazionali. Soprattutto per quel che riguardava le popolazioni africane. In Germania era avversario numero uno della liberalizzazione dell'aborto, in Africa era assertore dei diritti dei negri, non aveva mai taciuto la sua av- versione per le condizioni politiche nel Sud Africa e nella Rhodesia, a costo di inimicarsi gli uomini politici di Bonn. Era quel che si chiama un «avversario scomodo», i primi a riconoscere i suoi meriti sono stati gli avversari del partito socialdemocratico, il cui portavoce Lothar Schwart ha detto oggi ch'era « un ammonitore conseguente il quale voleva non soltanto garantire i valori base della Costituzione ma anche renderli più sprituali e sociali». Benché su posizioni opposte, Depfner era per la Chiesa cattolica quello che per i laici tedeschi era stato l'ex presidente della Repubblica Gustav Heinemann, morto due settimane fa:un uomo che no nsi lasciava smuovere dalle proprie convinzioni, che non temeva le differenze di opinioni, non rifuggiva dalla lotta, ma che tuttavia parlava sempre apertamente e cercava di evitare la «polarizzazione», e mirava alla compi ensione e al compromesso. L'ex presidente della Chiesa evangelica, Dietzfel- binger, ha lodato il defunto dicendo di lui che era «il cardinale dell'ecumenismo; con lui il clima tra le due Chiese è diventato più caldo, più aperto e più sincero». Tito Sansa Un protagonista del Vaticano II Città del Vaticano, 24 luglio. fi. f.) Doepfner, arcivescovo di Monaco di Baviera e presidente dell'episcopato tedesco, era uno dei porporati più noti nel mondo essendo stato fra i protagonisti del Concilio, nel quale aveva preso sin dall'inizio posizioni innovatrici, anche se poi si era collocato su una linea di centro, di tipo montiniano. Papa Giovanni gli conferì la porpora nel '58 e Doepfner partecipò alla preparazione del Concilio, nel quale contribuì soprattutto al varo dell'idea fondamentale, cioè la «collegialità episcopale» nel governo della Chiesa insieme con il Papa. Da questo principio sorse il Sinodo dei vescovi, che il Papa istituì come proprio organo consultivo. Il cardinal Doepfner, che fu anche uno dei quattro moderatori del Concilio, nel '66 venne nominato da Paolo VI vicepresidente della Commissione per lo studio della regolazione delle nascite. In questo organismo, si schierò con i fautori di qualche apertura all'uso dei contraccettivi, in contrasto con le chiusure sostenute dal presidente, cardinale Alfredo Ottaviani. Per Doepfner, tuttavia, giunse una dura prova nel '69 quando in Germania si scoprì che il suo vescovo ausiliare, monsignor Mattia Defregger, aveva guidato nel '44 una compagnia tedesca che commise la strage di File-.Uno, un piccolo paese del Lazio, nel quale furono sterminate diciassette persone per rappresaglia. Scoppiarono polemiche nelle quali fu coinvolto lo stesso cardinale che costrinse Defregger alle dimissioni e al ritiro in un monastero.