Deficit '77 dello Stato forse 14 mila miliardi di Natale Gilio

Deficit '77 dello Stato forse 14 mila miliardi Un'intervista con il ministro Colombo Deficit '77 dello Stato forse 14 mila miliardi Roma, 24 luglio. Il disavanzo complessivo (bilancio più tesoreria) dello Stato per il 1977 dovrebbe aggirarsi intorno ai 14 mila miliardi, vale a dire una cifra all'incirca pari a quella dell'anno in corso (13.800). Sarà questa, con tutta probabilità, la stima contenuta nel bilancio di previsione che il governo presenterà al Parlamento il 31 luglio prossimo. Delle indiscrezioni ricevute, abbiamo chiesto conferma direttamente al ministro del Tesoro Colombo, che sta ultimando, con la collaborazione del collega delle Finanze Stammati, la stesura del bilancio. Entro martedì, infatti, dovrebbe essere pronto il documento definitivo da sottoporre per l'approvazione al Consiglio dei ministri. Colombo considera il lavoro che sta facendo l'ultima fatica, restando fermo, come sottolinea, «il proposito, manifestato da tempo, di lasciare in ogni caso il dicastero del Tesoro». Sul bilancio di previsione per il '77, facciamo notare, si vanno facendo ormai da mesi varie ipotesi. Si è parlato di deficit spaventosi (25 mila miliardi); di tasse pagate dai cittadini soprattutto per alimentare le spese correnti. In seguito si è scesi a 17-18 mila miliardi. Ora, le indiscrezioni da noi raccolte indicano il conto in rosso finale in circa 14 mila miliardi. Al ministro dei Tesoro domandiamo: qual è la cifra vera? Colombo sorride, dice che le cifre non si possono rendere note prima della riunione del Consiglio dei ministri. Comunque, aggiunge, «sarà un bilancio che vuole avviare il risanamento» e lascia capire che il deficit non si discosterà molto da quello dell'anno in corso. Vale la pena ricordare che nel '75 il disavanzo è stato di 14 mila 200 miliardi, di cui 4 mila per la parte tesoreria (le operazioni, cioè, della Cassa depositi e prestiti, le anticipazioni, gli interessi ecc.). Per il '76 la previsione, concordata fra l'altro in sede Cee, è, come abbiamo sopra indicato, di 13 mila 800 miliardi, di cui 4200 sempre per la tesoreria. Le preoccupazioni maggiori, facciamo rilevare al ministro, si nutrono proprio per i dati della tesoreria. Si dice che il governo presenterà al Parlamento, come previsto dalla legge, soltanto il bilancio di competenza e non le risultanze di tesoreria. In tal modo, la cifra da noi conosciuta rappresenterà soltanto una parte dell'effettivo deficit. Presenterà dunque, domandiamo, i dati del disavanzo complessivo oppure preferirà seguire il dettato della legge? «Io — risponde Colombo — ho preso un impegno preciso: presentare un bilancio completo. Questo anche per eliminare ogni dubbio sulle indicazioni assurde fatte da molti». Ma il deficit sarà pari a quello dello scorso anno maggiorato del tasso di inflazione, oppure sarà pari in cifra assoluta? «Noi — risponde il ministro — stìcmo lavorando accuratamente all'esame e alla revisione di tutti i dati di bilancio. Il lavoro non è del tutto terminato, ma posso dirle che l'obiettivo che perseguiremo è quello di dare, attraverso il bilancio, in questo caso sommando il deficit di cassa del bilancio e i dati della tesoreria, un contribuito alla lotta contro l'inflazione». Come siete arrivati a contenere il disavanzo? Si parla di un gonfiamento delle entrate tributarie per giungere a 33 mila miliardi. Qual è il gettito effettivo calcolato? «Precisiamo intanto — risponde — che il lavoro del ministero delle Finanze è stato molto accurato. Si è fatto prima un calcolo macroeconomico che ha portato effettivamente a valutazioni molto alte. Le cifre da noi indicate, sempre in collaborazione con le Finanze, dopo la revisione entrata per entrata, sono molto più modeste e smentiscono il dato macroeconomico». Cioè? «Anche questa e una cifra che non posso dare». Le notizie che abbiamo raccolto parlano di circa 30 mila miliardi. Quindi, se non avete lavorato solo sul gettito, avete operato dei trasferimenti di spesa all'anno successivo? «Sì. Di spese, soprattutto, che per il loro finanziamento prevedevano il ricorso al mercato. Una parte di queste, sicuramente, non sarebbe stala realizzata e sarebbe andata a costituire altri residui». Resta il fatto dell'incidenza massiccia delle spese correnti sul bilancio dello Stato. Le tasse finiscono per essere assorbite quasi esclusivamente da queste spese. Il ministro del Tesoro non si mostra del tutto d'accordo. «Quali sono le voci più grosse? Quelle del funzionamento dello Stato. Nel '76, calcolando pensioni, stipendi e altre indennità, l'ammontare complessivo è di 10 mila 600 miliardi, di cui 2500 per la sola contingenza, che nel '77 potrebbe comportare un ulteriore esborso di circa 900 miliardi». «Comunque — conclude Colombo — dopo essere passati attraverso quanto accaduto, ripresentiamo un miglioramento delle nostre riserve valutarie. Un aumento del reddito che, come ho ricordato ieri in Con/industria, stando alle valutazioni dell'Iseo dovrebbe essere del 3 per cento in termini reali, contro l'l,5 per cento previsto. Il che potrebbe comportare squilibri nella bilancia dei pagamenti e quindi la necessità di tenere sotto controllo l'economia. «Infine, i prezzi. L'ultimo dato, per i prezzi al minuto, indica un aumento dello 0,5 per cento. Anche qui, però, bisogna stare attenti: il miglioramento del cambio influisce positivamente sui prezzi delle importazioni. In prosieguo, potrebbe influire in senso negativo, nel senso cioè di portare a un aumento delle materie prime, vista la ripresa generalizzata in atto ». Natale Gilio Il ministro Colombo (Tel.)

Persone citate: Colombo Deficit, Stammati, Tesoro Colombo

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