Urss, la protesta per i diritti civili

Urss, la protesta per i diritti civili Nuovo documento dei dissidenti Urss, la protesta per i diritti civili (Dal nostro corrispondente) ' Mosca, 23 luglio. In quattordici pagine ciclostilate un grappo del dissenso sovietico rinnova la denuncia delle violazioni dei diritti dell'uomo nell'Urss, ad un anno dalla conferenza intemazionale di Helsinki. E* un quadro oscuro, appena rischiarato da sporadici bagliori di tolleranza: segno, per i dissidenti, di una pratica di potere ancora rigida, talvolta durissima e tuttavia non più completamente insensibile alle istanze e alle pressioni liberalizzatrici dell'opinione pubblica interna e di quella occidentale. Helsinki, si lascia intendere, malgrado tutto non è stata inutile. Il documento è stato consegnato ieri ai corrispondenti stranieri presenti a Mosca, accompagnato da poche parole di presentazione di uno dei nove firmatari, tutti promotori del «grappo per l'osservanza dei principi di Helsinki». Non una conferenza stampa, dunque, né un incontro clandestino, bensì un atto privato, sull'incerto confine tra il proibito e il consentito, ennesimo esempio del limbo in cui vive il dissenso organizzato in questo Paese. E' l'immagine sulla quale concorda Juri Orlov, considerato il leader del grappo. L. Aleksieva, A. Ginzburg, P. Grigorienko (già generale dell'Armata Rossa e autore di saggi fortemente critici del sistema sovietico), A. Landa, A. Korciak, A. Marcenko, V. Sliepak, A. Sciaramskij, sono i nomi di coloro che sottoscrivono il lungo documento. Vi affermano che «il governo sovietico non ha intenzione di rispettare i suoi impegni internazionali sui diritti dell'uomo». Come prima, sostengono i dissidenti, «nelle prigioni e nei campi (di lavoro, n.d.r.) soffrono molte centinaia di prigionieri politici condannati solo per le loro convinzioni politiche, etiche o religiose, o per i loro tentativi di informare indipendentemente l'opinione pubblica». Per certi aspetti, la repressione sarebbe perfino peggiorata (ricoveri forzati in ospedali psichiatrici, restrizioni nell'emigrazione, ostacoli burocratici di vario genere ne sono gli strumenti correnti). «Tuttavia rispetto a questa situazione generale l'azione comune di fattori interni e internazionali ha costretto il potere sovietico ad una maggiore flessibilità e sensibilità di fronte alle proteste». Il gruppo di Orlov, e in genere il dissenso, si attribuiscono il merito di avere influito anche sulla linea dei partiti comunisti occidentali. In virtù del complesso delle reazioni suscitate, le autorità comuniste hanno fatto delle concessioni almeno ai personaggi più conosciuti del dissenso. Il documento dichiara che l'elenco dei perseguitati non si è ridotto dòpo Helsinki. Attivisti della liberalizzazione in varie Repubbliche, già in carcere alla data della conferenza, sono stati successivamente processati, con diversi esiti. Tra questi Vladimir Ossipov, redattore della rivista clandestina La Voce, Sergei Soldatov, Kolin Meatic, Mati Kijrend, Artiom Jusckevic, Lev Roitburd, Jacob Dvinarov e altri ancora, ciascuno dei quali delegato di distinte organizzazioni nelle diverse Repubbliche e regioni. Per altri, come Michail Naritza, è stato invece sospeso l'ordine di trasferimento in un ospedale psichiatrico speciale e decisa la liberazione. L'accusa di propaganda antisovietica non sembra comportare adesso automaticamente le sanzioni comminate in passato agli innumerevoli protagonisti della protesta. C'è un punto ancora sul quale i dissidenti puntano il dito accusatore: l'articolo 126 della Costituzione sovietica, essi affermano, è in contrasto con le diposizioni 87 e 98 ratificate dal governo dell'Urss ad Helsinki, poiché attribuisce al partito comunista sovietico una presenza dirigente in tutte le associazioni. Ciò che a loro avviso equivale ad una limitazione sostanziale del diritto di libera associazione. 1. z.

Persone citate: Artiom Jusckevic, Ginzburg, Jacob Dvinarov, Juri Orlov, Kolin Meatic, Lev Roitburd, Mati Kijrend, Michail Naritza, Sergei Soldatov, Vladimir Ossipov

Luoghi citati: Helsinki, Mosca, Urss