Masala doveva tirare il fiato
Masala doveva tirare il fiato Nella corsa del pentathlon Masala doveva tirare il fiato Sfumata senza drammi la medaglia di bronzo (Dal nostro inviato speciale) Montreal, 23 luglio. C'è chi arriva come Dorando Pietri, con le gambe spezzate tipo marionetta, c'è chi sviene subito dopo il traguardo. I quattro chilometri di corsa, su percorso misto, che concludono il pentathlon lasciano segni profondi su concorrenti evidentemente meno preparati rispetto ai fondisti dell'atletica per sopportare certi « stress ». Il traguardo, come la partenza, è allo stadio olimpico, che poche ore dopo ospita la prima giornata dell'atletica leggera. Dopo cinque giornate di competizioni (equitazione, scherma, tiro e nuoto hanno preceduto la corsa) si sommano i punteggi per la classifica finale: vince un polacco di 27 anni dal nome più unico che raro, Janusz Peciak-Pyciak (un preziosismo fonetico), precedendo il sovietico Lednev e il cecoslovacco Bartu. Quarto l'italiano Masala. Daniele Masala, un romano di famiglia sarda, ha perso la medaglia di bronzo per soli 13 secondi. Un tempo leggermente inferiore sui 4 chilometri di corsa (si è piazzato 17° in 13'08"30) gli avrebbe fatto accumulare i punti necessari per scavalcare nella graduatoria complessiva Bartu, che lo ha preceduto con 5.466 punti contro 5.433. La buona prova di Masala è stata decisiva per il sesto posto nella classifica a squadre, miglior piazzamento mai ottenuto dagli azzurri del pentathlon. Gli altri due italiani in gara, Cristofori e Medda, si sono rispettivamente piazzati 25° e 39° nella classifica individuale. Da notare che Cristofori ha preceduto Masala di una posizione nella gara di corsa, con il tempo di 13'06"70. a. tav.
Persone citate: Cristofori, Daniele Masala, Dorando Pietri, Janusz Peciak-pyciak, Masala, Medda
Luoghi citati: Montreal
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