Cagnotto argento, ma cede Dibiasi di Cristiano Chiavegato

Cagnotto argento, ma cede Dibiasi Per il tuffo azzurro una conferma ed una amara delusione nella prova dal trampolino dei 3 metri in cui ha vinto Boggs Cagnotto argento, ma cede Dibiasi Il torinese, autore di una gara regolare, ha scavalcato il sovietico Kosenkov, nell'ultimo salto - Klaus tradito dalle precarie condizioni fìsiche - Perché l'hanno voluto far concorrere? (Dal nostro inviato speciale) Montreal, 23 luglio. ■Per me // secondo posto vale una vittoria. Boggs era imbattibile. In questa gara era praticamente In palio solo la medaglia d'argento ed lo l'ho presa. Sono molto contento perché non ho fatto grossi errori ed ho dimostrato, a ventinove anni, di essere ancora fra i migliori'. Giorgio Cagnotto, ancora bianco in volto per la tensione di una prova estenuante, è appena salito in tribuna dopo la premiazione della finale del trampolino di tre metri che ha laureato campione olimpico Phil Boggs, ventisettenne americano di origine italiana, capitano dell 'U.S. Air Force, il migliore tuffatore del momento. Sul podio, insieme con Boggs e Cagnotto, è salito il sovietico Alexander Kosenkov, che si è aggiudicato una insperata medaglia di bronzo. Klaus Dibiasi è stato soltanto ottavo, ultimo degli otto finalisti, staccato di oltre cento punti dal vincitore. Cagnotto è così riuscito a ripetere in pieno il risultato di quattro anni fa a Monaco, confermando di essere uno dei migliori specialisti dal trampolino elastico. La sua non è stata una facile affermazione, perché quasi tutti gli altri concorrenti hanno cercato di inserirsi nella lotta per le medaglie che rimanevano a disposizione. La gara è stata dominata dalla tensione e sul piano tecnico non si è sviluppata su livelli elevatissimi, con il solo Boggs un yradlno più in alto degli avversari. Purtroppo, ancora una volta, è entrata in gioco la possibilità della giuria di far pesare sulla bilancia del punteggi la -simpatia» verso uno o più tuffatori. E' apparso chiaro, infatti, anche se non è dimostrabile, che fra i sette giudici si sono stabiliti patti di tacita e mutua intesa nell'aiutare gli atleti della loro stessa nazionalità. Una situazione che toglie qualcosa ad uno sport che a questo livello è fra i più spettacolari. Vedere giudizi con squilibri di tre punti (su dieci a disposizione) fra un giudice e l'altro dà appunto l'impressione che vi sia qualcosa di poco chiaro nell'interpretazione della qualità dei tuffi. -Anche questa volta — dice Cagnotto — non sono stato aiutato. Ma, almeno, non mi hanno neppure danneggiato. Ho dovuto lottare con l'americano Louganis e con il sovietico Kosenkov per difendere il secondo posto: per fortuna, hanno sbagliato almeno un paio di tuffi ciascuno e la mia superiorità è stata evidente: La sicurezza di aver conquistato la medaglia d'argento Cagnotto l'ha avuta solo all'ultimo tuffo, quando interpretando perfettamente uno dei suol punti di forza (il «salto mortale e mezzo con triplo avvitamento») il torinese ha definitivamente superato Kosenkov. Ventinove anni (è nato a Torino il 2 giugno del 1947), medaglia d'argento dal trampolino e di bronzo dalla piattaforma a Monaco, campione europeo a Barcellona nel '70, vincitore di quasi tutti i più importanti meetings internazionali, Giorgio Cagnotto con questa medaglia d'argento lascia in pratica l'attività anche se terminerà la stagione partecipando ancora alla Coppa Europa. -Dopo vent'anni di tulli — dice l'atleta del G.S. Lancia — è ora di lasciare il passo. Credo di avere latto il mio dovere. Mi rimane solo l'amarezza che alle spalle mie e di Klaus Dibiasi non sia rimasto nulla o quasi. I nostri successi non sono stati sfruttati adeguatamente per fare propaganda ad uno degli sport più puri che si possano praticare. Per questo ho deciso insieme a mio zio Lino Ouattrin, che è stato come allenatore e consigliere uno dei maggiori artefici delle mie affermazioni, di andare a dirigere una scuola di tuffi e nuoto. In autunno apriremo un grande centro sportivo a Frossasco, vicino a Pinerolo. Mi è stata ollerta questa possibilità anche per rimanere nell'ambiente e cercherò di tingtNaLdcgbsmrdalsusqppdLpfare del mio meglio in modo che | ci sia qualche giovane che possa I trar frutto dalle mie esperienze'. L'azzurro non si lascia andare in esplosioni di gioia per la medaglia d'argento. La sua è una felicità moderata che non fa rumore. Nel clan dei tuffatori italiani c'è anzi un clima di costernazione. L'ottavo posto di Dibiasi, autore della gara più disastrosa della sua carriera, ha lasciato un segno. Il grande campione ha fatto una brutta figura, ma la colpa non è sua. Lo hanno fatto gareggiare mentre avrebbe dovuto rinunciare. Ieri mattina i medici avevano detto che Klaus stava bene e che avrebbe potuto prendere parte alla prova senza problemi. Non è stato così. Là gara dì Dibiasi è stata infatti un autentico calvario. Klaus ha sbagliato nettamente almeno quattro tuffi, cominciando sin dal primo. Il più semplice, dove ha preso oltre dieci punti di distacco da Boggs. Che cosa è successo? L'azzurro ha risentito, e non solo psicologicamente, dei malanni che preda ai dolori e moralmente | lo avevano colpito nei giorni scorsi. I dolori al tendini sono ricomparsi all'improvviso poco prima dell'inizio della gara, tanto è vero che il professor Santllli ha dovuto praticargli due iniezioni di novocaina, una al tallone sinistro ed una al gomito destro, sotto al trampolino. Completamente deconcentrato, In distrutto, Klaus è apparso l'ombra dell'atleta freddo e calcolatore che è sempre stato. Il pubblico, abituato a vederlo compiere dei tuffi-capolavoro è ammutolito quando lo ha visto saltare facendo gli errori di un principiante. 'E' stato uno sbaglio — ha ammesso Carlo Dibiasi, padre del j tuffatore e tecnico federale — far gareggiare Klaus. Mi sono illuso che potesse farcela. Dopo aver fallito il "triplo salto mortale e mezzo" Klaus voleva ritirarsi e solo io sono riuscito a convincerlo a continuare'. Carlo Dibiasi è apparso angosciato per quanto e' accaduto al figlio. Ora non si sa veramente cosa succederà. Cagnotto, pago della medaglia d'argento, con tutta probabilità rinuncerà alla pedana da dieci metri perché non ha I preparato la gara e perché teme il | ritorno di un dolore alla spalla. che lo ha tormentato per molto tempo. Per quanto riguarda Dibiasi ci sono solo incognite. 'Faremo riposare Klaus — conclude i suo padre — con la speranza che possa riprendersi per la prossima ] settimana. Ho molta fiducia in lui, ma sono convinto che sarà molto difficile superare questa crisi'. In un giorno che poteva essere bellissimo per il secondo posto di Cagnotto la squadra italiana sembra disfarsi d'incanto. Dopo quindici anni di dominio assoluto, bisognerà assuefarsi all'idea di ricominciare da capo. Cristiano Chiavegato Montreal. Lo stile perfetto di Cagnotto (Telefoto]

Luoghi citati: Barcellona, Europa, Frossasco, Monaco, Montreal, Pinerolo, Torino