Come si acquista un quadro

Come si acquista un quadro Stasera, ore 21, a St-Vincent: astct per il Friuli Come si acquista un quadro Nella sala del Grand Hotel Billia (ingresso libero) "La Stampa" venderà le opere offerte da artisti e galleristi - Tra i dipinti famosi : De Chirico, Guttuso, Menzio del '26, Mafai del '50, Sassu, Chessa del '21, Felice Casorati, Vellan, Cassinari, Paulucci Dopo i successi delle aste artistiche organizzate da « La Stampa » per dare un tangibile segno di solidarietà alla popolazione friulana colpita dal terremoto, non v'è dubbio che anche questa sera alle 21, le opere esposte nell'Hotel Billia di Saint-Vincent ed offerte a una pubblica gara di acquisti accenderanno nuovi e forse maggiori desideri di possesso, a parte — s'intende — Il sentimento di fraternità nella sventura che per molti acquirenti accompagnerà il rituale « aggiudicato ». Lo diciamo con certezza perché queste opere — donate con commovente gara di generosità da artisti e da gallerie di tutta l'Italia, ma particolarmente torinesi — le abbiamo in gran parte (sono più di cento: dipinti, disegni, Incisioni, litografie, oltre la scultura in ferro del Murri) esaminate, e possiamo affermare che il loro livello artistico, indipendentemente dalle firme più o meno illustri, è così notevole che con esse si potrebbe allestire, nonché una comune asta, un'ottima mostra d'arte contemporanea italiana. Delle firme già il nostro giornale ha dato qualche idea pubblicando un olio di Mafai, un disegno di Sassu e altri saggi. Oggi aggiungiamo nomi che vanno da De Chirico e Guttuso a Cassinari e Mlgneco. da Morlotti a Da Milano (ricordiamo che questo splendido pittore nizzardo di nascita ma torinese d'elezione ha ora aperto a Nizza una sua grande e ammirala » personale »). da Bartolini a Gigi Chessa, da Menzio a Paulucci, da Carlo Levi ad Albino Galvano, da Annigoni a Scroppo (tanto per stabilire dei versanti estetici opposti), da Micheletti a Camerini e Vercelli, da Vellan a Calvi di Bergolo, da Dario Treves c. Mario Lisa, da Quaglino a Billetto, Nuzzolese, Novarese, da Alfredo Levo a Comencini, e via dicendo. Sono, in genere, firme che comportano quotazioni stabilite, tanto che la partenza da « zero » nelle offerte d'asta ci parrebbe persino imprudente, se dalle competizioni precedenti non desumessimo una pronta e piena rispondenza del pubblico. Ma a questo proposito l'occasione di Saint-Vincent indù co a riproporsi una domanda che investe problemi d'ordine diverso: culturali, economici, psicologici, sociologici. Perché si acquista un'opera d'arte, ed in modo particolare un dipinto? La risposta sembra ovvia, ed è invece alquanto complessa. Complessa perché in ogni epoca e In ogni tipo di società l'acquirente (che poteva anche essere un committente ») si è comportato in modo diverso: dal piccolo-borghese olandese o fiammingo del Seicento che desiderava per la sua casa modesta un'immagine che rispecchiasse la propria vita quotidiana (di qui il « realismo » di quelle immagini) al grande-horghese parigino del¬ l'Ottocento che, come una Madame Charpentler, chiedeva a un Renolr un » ritratto di famiglia ». Il modo « Ideale » tutti sanno qual e, o quale dovrebbe essere: « Compro il quadro perché mi piace ». La firma è nota? E' famosa? Tanto meglio: darà all'opera un valore anche economico. Ma il movente vero resta quello ora detto: che probabilmente metterà in particolare luce, nell'asta di SaintVincent per l'Intenditore (facciamo un solo esempo), la « Natura morta • di frutta di Menzio, donata dalla galleria « Le Immagini ». Purtroppo gli acquirenti che si uniformano a un simile giudizio si fanno sempre più rari, anche pncoEgreri—Cmtucgdfudtia z per il disorientamento suscitato nel pubblico dalle innumerevoli correnti dell'arte contemporanea. Entra in gioco allora il « prestigio ». Tizio si complace di mostrare all'amico Caio — magari suo rivale nella confezione di scarpe — Il recente acquisto di un De Chirico (sia pure una semplice metafisica litografia) o di un Guttuso. E' un lustro: è un'autocollocazione nella categoria privilegiata dei « collezionisti ». Di qui al così detto » impiego di capitale » oppure « bene di rifugio », il passo è breve e conduce diretto all'area del mercantilismo o — se si preferisce — a quell'odiosa forma di speculazione reclamizzata da alcune pubblicazioni d'arte che s'occupano prevalentemente del suo mercato: ■ Voi contemplate e intanto il quadro lavora per voi »: con ciò intendendo dire che il quadro di anno in anno sale di prezzo, ed il suo acquisto, dunque, è un eccellente « affare »; che però la inesperienza, Il difetto di gusto e di cultura possono trasformare in un'operazione economica disastrosa, com'è avvenuto in questi ultimi tempi per certi autori (persino Picasso!) che si pensava dovessero » crescere » indefinitamente. Come deve dunque comportarsi chi partecipa a un'asta con intenzione d'acquisti? Dia pure la dovuta importanza alla firma, ma non se ne accontenti, la ponga in relazione con l'opera che il maìtre-prlseur gli presenta. Se l'opera, anche per un motivo che non sa bene spiegarsi, lo commuove, faccia la sua offerta. Ricordi che all'arte si deve chiedere una cosa sola: che in maggiore o in minor grado arricchisca il nostro spirito, porti una luce nella nostra vita. Non ha altra missione, e meno di tutte quella di convertirsi in un « valore » misurabile col denaro. E' in questa prospettiva, dove a un godimento estetico si può unire quella che i nostri padri chiamavano una » buona azione », che vorremmo vedere un « tutto esaurito » all'asta di Saint-Vincent; e i primi a rallegrarsene sarebbero i donatori che l'hanno resa possibile, mar. ber. « Riposo presso l'Egeo », famosa litografia a colori di Giorgio De Chirico

Luoghi citati: Bergolo, Friuli, Italia, Nizza, Saint-vincent