Tuffi, Dibiasi è guarito ma favorito resta Boggs

Tuffi, Dibiasi è guarito ma favorito resta Boggs Tuffi, Dibiasi è guarito ma favorito resta Boggs Nella finale del trampolino - Lo statunitense gode dei favori di pubblico e giuria - Anche Cagnotto (7°) sfortunato nelle eliminatorie (Dal nostro inviato speciale) Montreal, 22 luglio. Klaus Dibiasi sta bene e stasera si batterà per conquistare una medaglia nella gara finale dal trampolino di tre metri. La notte, il riposo, le cure del medici che ieri sera subito dopo la prova eliminatoria hanno preso tutte le misure per evitare II riacutlzzarsl dell'Infiammazione al tendine del piede sinistro, hanno praticamente fatto scomparire il dolore all'arto del tuffatore azzurro. • Non è un miracolo — ha detto Il professore Santllli, lo specialista ortopedico della squadra italiana — ma semplicemente il risultato della terapia che abbiamo adottato. Klaus oggi non dovrà sottoporsi ad un allenamento troppo faticoso in maniera da presentarsi pronto per la gara. Ieri durante la competizione non ha mai sentito un dolore ma solo la stanchezza perché era quasi una settimana che aveva sospeso la preparazione ». Questa dichiarazione chiarisce la situazione del campione italiano. Ieri nel corso della prova preliminare con gli undici tuffi che hanno qualificato otto atleti per la finale, Dibiasi aveva dato l'impressione di soffrire, impressione convalidata da tre tuffi non perfetti che lo avevano fatto precipitare dal primo posto (che aveva conquistato dopo tre tuffi) al quarto finale. - Ero molto nervoso —ha affermato Dibiasi — perché risentivo psicologicamente del guaio che mi è capitato. Ero preoccupato, ogni volta che saltavo pensavo di potermi far male e temevo di sentire nuovamente fitte al tallone. In questa maniera non mi sono potuto concentrare al massimo ed ho commesso degli errori che solitamente non faccio. Mi auguro di riuscire questa sera a superare il "blocco" e di poter gareggiare senza problemi, sfruttando tutte le mie possibilità. Anche ottenendo il massimo, sarà però difficile battere Phll Boggs ». L'americano ieri è rimasto un gradino sopra tutti. Lo conferma Il risultato raggiunto con 621,51 punti, che lascia il secondo classificato, l'altro statunitense Robert Cragg ad oltre 40 lunghezze e Dibiasi, quarto in classifica, a 50. La grande forza di Boggs sta nella regolarità: Il piccolo tuffatore di Akron nell'Oio, con i genitori milanesi (si chiamavano Boggi), capitano dell'U.S. Aeroforce, non sbaglia mai e, se lo fa — raramente — si tratta di errori Irrilevanti. Il grosso vantaggio Boggs lo trova nell'appoggio del pubblico, dei numerosissimi tifosi americani che lo applaudono a lungo sia prima che dopo l'esecuzione di un tuffo. I giudici non possono non rimanere impressionati e il gioco è fatto. « Noi — ha detto stamane Giorgio Cagnotto — in pratica gareggiamo per le medaglie d'argento e bronzo. Sulla carta siamo in sette a lottare sullo stesso plano. Boggs, per II momento, sembra essere fuori dalla nostra portata ». Anche per Cagnotto la prova eliminatoria non è stata molto fortunata. Il torinese era partito bene, aveva conquistato il quarto posto dopo tre tuffi. I primi tre salti obbligatori anzi gli erano stati • pagati » piuttosto male, perché avrebbe meritato qualcosa di più. Cosi Giorgio si è un po' demoralizzato ed al settimo tuffo ha fatto un'entrata in acqua disastrosa che gli è costata almeno 25 punti e la caduta in nona posizione. Da quel momento l'azzurro ha dovuto lottare per rientrare fra i primi otto e — bisogna dirlo — ha fatto molto bene fino a risalire alla settima posizione che gli ha consentito l'ingresso in finale. Per Cagnotto la gara si è proprio decisa sul settimo tuffo, i I ■ due salti mortali e mezzo e rovesciata » che Ieri sera ha sbagliato. Ouando l'azzurro riesce a centrare questo tuffo in pieno entra in zona medaglie. Non dimentichiamo che quest'anno Giorgio ad Acapulco ha vinto un importante meeting mettendosi alle spalle anche Phll Boggs. Successivamente, però, In Florida, fu l'americano a prendersi la rivincita. A Montreal sarà dunque il terzo scontro della stagione con lo statunitense che parte favorito. Gli altri protagonisti della finale sono tutti noti, meno l'esordiente Gregory Lounganis, sedicenne, originario delle isole Samoa, residente a San Diego in California. Questo giovanissimo atleta è stato la grande rivelazione del 1976, con le sue vittorie nelle qualificazioni Usa sia dal trampolino che dalla piattaforma. E' la prima volta, da molti anni, che la squadra americana presenta all'Olimpiade un tuffatore che partecipa ad entrambe le gare. In corsa c'è anche un altro statunitense, Robert Cragg, che è II più alto tra tutti I finalisti (1,85). Poi troviamo il tedesco Falk Hoffmann, vecchia conoscenza degli azzurri che l'hanno battuto più volte, il sovietico Kosenkov ed il messicano Carlos GiGron. A parte Boggs, sono tutti superabili da parte dei due italiani. Resta solo da vedere se Dibiasi riuscirà a far prevalere il suo temperamento freddo e calcolatore, dimenticando il malanno che l'ha colpito, e se Cagnotto per una volta cercherà di non sbagliare un tuffo, facendo una gara perfetta come quella che un mese fa lo laureò vincitore nel meeting di Bolzano. i .„ „„„„ m„j„„i,„ „i, „„.., ln 20na adagile gli azzurri ci I *ono comunque e uno dei due non dovrebbe lasciarsi sfuggire I oblettivo- c. eh.

Luoghi citati: Bolzano, California, Florida, Montreal, San Diego, Usa