I lettori discutono

I lettori discutono I lettori discutono Appello per Mihajlov Sono amica della famiglia Mihajlov da molti anni c seguo la drammatica vicenda dello scrittore dissidente dal 1963, anno del suo primo arresto. In questo ultimo periodo la situazione è divenuta drammatica, in quanto le autorità jugoslave si rifiutano ostinatamente di rispettare i diritti del prigioniero, diritti umani e politici per i quali la Jugoslavia firmò e ratificò l'adesione all'Onu, sia nel '67 che nel '70. Per tali diritti Mihajlov fa lo sciopero della fame dal 6 dicembre 1975. Ogniqualvolta si trova in fin di vita, marzo e aprile del '76, viene d'urgenza trasportato all'ospedale di Belgrado — la sua cella abituale è nel penitenziario di Sremska-Mitrovica a 80 chilometri da Belgrado — dove gli viene promesso l'esaudimento delle sue richieste (cella riscaldata d'inverno, dove riceve libri di carattere religioso regolarmente sottratti). Siccome le promesse rimangono parole vuote, Mihajlov riprende lo sciopero della fame con le attuali drammatiche conseguenze: e gravemente ammalato, e ridotto a una larva dopo quasi otto mesi di questo supplizio, con anemia perniciosa e cirrosi epatica. Ora, all'estremo delle sue forze fisico-mentali si appella alla solidarietà della stampa e della opinione pubblica mondiale nella sua eroica solitaria battaglia per i diritti dell'uomo. Anche a nome della madre, che mi ha fatto pervenire ieri gli acclusi documenti, mi permetto rivolgermi a La Slampa, affinché Mihajlov possa trovare quella solidarietà di cui un martire necessita in un'ora così grave per la propria vita. E' ridotto l'ombra di se stesso e la propaganda al soldo del regime continua a mentire come si può leggere in una lettera della madre alla Direzione generale della Reuler di Londra. Lo scrittore è in prigione, isolato, dal 7 ottobre del 1974. Nel febbraio '75 è stato processato e condannato a sette anni a regime duro. Dal 1966 al '70 ha già scontato quattro anni di regime duro, durante i quali fu messo in una cella sottoterra senza luce, .-enza letto, senza finestre: un sepolto vivo. Dal 1963 a oggi passa da una prigione all'altra, da una persecuzione all'altra. La madre perseguitata fuggì di notte dalla Jugoslavia; il padre, valente partigiano decorato, morì di infarto per il dolore della sorte toccata al figlio. E' un miracolo che Mihajlov non sia impazzito o morto dopo tante torture. Oggi, all'estremo, chiede il nostro aiuto. Chica Mancebo, Roma La "terza forza" La Slampa in un articolo di fondo del direttore considera « vitale in Italia la presenza di una terza forza centrale » e rileva che « non vi è tempo da perdere se si vogliono mettere in moto processi politici che salvino questa terza forza e le garantiscano il peso elettorale necessario perché possa svolgere funzioni più che arbitrali, di stimolazione dei processi democratici, dimostrandosi attenta e vicina ai moti autonomi della società, confermandosi in un'essenziale funzione libertaria, antiburocratica, efficientista ». Nicola Adelfi ha scritto: « ... quando l'urgenza dei problemi esige la formazione sollecita di un governo e tuttavia gli schieramenti politici non lo consentono, niente vieta che a costituire il governo siano chiamati i quattro partiti intermedi, con l'astensione dei due maggiori, finché non si trovi una soluzione migliore. Il psi, il psdi, il pri e il pli dispongono di uomini seri, preparati e potrebbero formare un buon governo chiamando a collaborare anche personalità non iscritte a partiti... ». Sono perfettamente d'accordo con il fondo e, in linea teorica, lo sarei anche con la proposta di Adelfi se non la ritenessi utopistica. Ma il fondo del giornale continua: « A chi toccherà di inven- tare la via italiana alla terza forza? Chi saprà assolvere questo compito o anche soltanto tentarlo? ». Caro direttore Arrigo Levi, fondi lei un vero partito democratico di tipo americano, capace di raccogliere intorno a sé tutti gli uomini onesti, capaci e desiderosi per l'Italia di libertà politica, di progresso sociale, d'efficienza e serietà amministrativa. Vedrà che gli uomini migliori dei quattro partiti intermedi risponderanno con entusiasmo all'appello, seguiti dalla grande maggioranza degli elettori italiani. Giuliana De Benedetti Ippolito della Segreteria femminile nazionale psdi. Roma Fisco ingiusto Lo Stato italiano soltanto dopo aver incassato l'esigua somma di mille miliardi di lire ha stabilito che la legge imposta ai coniugi lavoratori è anticostituzionale. Meglio tardi che mai. La stampa, dandoci la bella notizia, ci ha anche detto di toglierci l'illusione di un rimborso da parte dello Stato. Certo, è comprensibile in questo momento! Personalmente conosco molti coniugi lavoratori che, indifferenti alle alte ammende previste hanno « ignorato » l'autotassazione. Ed hanno fatto bene. Lo Stato stesso gliene ha data conferma abolendo la legge. Chi, invece, si è attenuto scrupolosamente alla legge imposta, è rimasto «buggerato». Hai pagato? Tanto peggio. I soldi non ti verranno di certo restituiti e, nell'improbabile ipotesi di restituzione, chissà quanto tempo dovrà trascorrere (mentre noi, per l'autotaòsazione avevamo dei termini ben precisi). Ma allora, è proprio il caso di essere onesti? Al ministro delle Finanze, formulo questa precisa domanda: « Se è risultala ingiusta la legge che prevedeva il cumulo non è altrettanto ingiusta la mancata restituzione del denaro ricavato dai versamenti di persone oneste e scrupolose nell'osservanza delle leggi? ». M. L. Scampini Bianciotti, Torino Libertà, un'utopia? Convinta repubblicana e democratica da sempre per tradizione famigliare; fino ad oggi ho creduto di essere libera cittadina in libero Stato da più di 30 anni: nelle elezioni ho sempre votato per la stessa lista e non è detto che sia la comunista. Oggi, con rammarico, debbo constatare che tutte le mie convinzioni democratiche e libertarie vengono messe in dubbio (o rinnegate?) dalle brutali dichiarazioni di Schmidt a Washington: sul loro temuto ingresso del pei nel governo. Secondo le sue dichiarazioni, il pessimo esempio antidemocratico ci viene dalle quattro più grandi e antiche democrazie occidentali che hanno sempre fatto testo. Esse tentano d'imporci con il ricatto economico la loro paradossale pretesa di difendere la nostra presunta libertà che nessuno minaccia: uccidendola! Cercano con ogni mezzo di imporci il loro punto di vista sul nostro modo (credevo autonomo) di governare il nostro dissestato, ma non imbelle, paese onde portarlo unitariamente in salvo dalla incombente catastrofe morale, sociale ed economica. Non possono essere paesi liberi quelli che impediscono la libertà altrui: con le coercizioni e le minacce! Se le cose stanno così la vera democrazia è un'utopia, uno specchietto per le allodole: non esiste! Di fronte alla dura realtà da semplice donna leale dovrò riflettere a lungo sui miei princìpi e forse in avvenire non andrò più a votare, perché lo ritengo inutile. 1 poveri non possono mai essere completamente liberi: siano essi individui, o nazioni; questa è la mia amara sconfortata conclusione. T. O., Orbussano (Torino)