La paura dell'inflazione di Remo Lugli

La paura dell'inflazione La crisi c'è davvero? Viaggio tra i molti contrasti La paura dell'inflazione Aumenta la vendita di gioielleria per investimento e per mettere al sicuro i soldi - Il consumatore trascura gli acquisti non indispensabili - Minore il consumo di benzina S'è visto nel precedente articolo che la crisi economica non ha sostanzialmente intaccato le vacanze e il turismo degli italiani: le spiagge sono gremite, i viaggi all'estero si continuano a fare anche se, talvolta, con sotterfugi. Questo benessere è naturale o forzato, va a scapito di altri aspetti della vita quotidiana? Vediamo cosa è avvenuto in altri settori: alimentazione, abbigliamento, benzina, beni di rifugio. Alimentazione. C'è qualcosa di nuovo. Secondo ristai, l'Istituto centrale di statistica, i consumi nel 75, rispetto al 74, sono diminuiti in termini quantitativi del 2,1 per cento, mentre in termini monetari, per effetto dell'aumento dei prezzi, sono sa. liti del 17 per cento. Nel settore non alimentare la diminuzione quantitativa è più rilevante. All'Associazione italiana della glande distribuzione, che ha sede a Milano e che raggruppa 15 grandi aziende come Standa, Rinascente, Pam e 30 aziende medie, dicono: «Le massaie si sono fatte molto più oculate, non solo trascurano gli acquisti non indispensabili, ma scelgono, senza più tener conto delle campagne pubblicitarie, i prodotti che costano meno. Anche nel campo alimentare c'è una dequalificazione dei consumi. Due anni la tra due scatole di pelati che costavano una il 20 per cento in più dell'altra si vendeva soprattutto la più cara, oggi accade il contrario». «Il consumo della carne è diminuito del 15 per cento — dice il dottor Paolo Vargiu, direttore dei supermercati alimentari Conti di Torino (dieci punti di vendita); — ed è comprensibile: negli ultimi quattro mesi la carne bovina è aumentata del 15-18 per cento. Sappiamo quanto incida negativamente l'importazione della carne sulla nostra bilancia dei pagamenti. Tempo fa il governo fece una campagna di propaganda indirizzando i consumatori verso prodotti alternativi: la carne suina, il pollo, le uova. Il pubblico ha risposto, s'è subito notato uno spostamento verso questi prodotti, ma ben presto si è rilevato che essi erano insufficienti: i prezzi sono aumentati, del 15-19 per cento quelli della carne suina, del 50 per cento dei polli, e abbiamo incominciato a importare suini, polli, conigli. ABBIGLIAMENTO — Nel primo trimestre 76 rispetto al primo trimestre 75, la produzione è diminuita del 4 per cento, ovviamente perché c'è stato un calo nelle vendite e negli ordini. Nel 75 rispetto al 74 il calo era stato del 9 per cento. L'Associazione italiana industriali dell'abbigliamento, che ha sede a Milano e che raggruppa quasi tutte le grandi aziende e le mediograndi, ha registrato a fine aprile dei dati positivi per quanto riguarda la raccolta ordini per i prodotti autunno-inverno: più 8,6 per l'interno e più 9,4 per cento per l'estero. «Corriamo un grave rischio — dice il dottor Benvenuto — perché l'industria fissa i prezzi al momento in cui riceve l'ordinazione e al momento della consegna avrà dovuto assorbire aumenti che lorse raggiungeranno il 30 per cento. C'è anche un'altra incognita: dietro questo incremento di ordini c'è un vero interesse da parte del pubblico o è il dettagliante che, preoccupato per l'inflazione, vuole riempire il magazzino? In altre parole, ci saranno veramente molte vendite al dettaglio o un vuoto? ». Anche nell'abbigliamento c'è stato uno slittamento di tipo qualitativo: si è passati con molta frequenza dal vestiario classico al Jean, ai giubbotti, alle magliette. A confezionare un abito occorrono sei ore, per un paio di pantaloni Jean bastano 15 minuti, in certi casi anche solo 11 e per un giubbotto un'ora. C'è però anche la tendenza a migliorare la qualità dell'abito medio elevandolo al medio-fine. BENZINA — Il 18 marzo scorso il prezzo della benzina super è passato da 350 a 400 lire. Nel mese di aprile la Esso ha registrato in Piemonte un calo delle vendite del 10 per cento rispetto all'aprile dell'anno prima; in Liguria dell'I 1 per cento, in Sardegna le vendite si sono mantenute allo stesso livello. Lo choc del forte rincaro ha indotto molti torinesi ad abbandonare l'uso dell'auto; e infatti l'Azienda delle tranvie municipali di Torino ha registralo in aprile un calo dei viaggiatori, rispetto a marzo, solo dell'I per cento, mentre invece l'anno prima il calo tra aprile e marzo era stato del 13 per cento per motivi stagionali (la primavera consente l'uso di biciclette e motorini). A maggio la paura delle 400 lire era già ormai passata: la diminuzione in Piemonte era solo dell'I per cento, mentre era rimasta in Liguria: —9 per cento. I dati nazionali, di tutte le marche, sono questi: aprile: —9 per cento, maggio: —9,3; da gennaio a giugno: +0,5. « In complesso non siamo andati bene — dice il dott. Luigi Durand, direttore della Esso Piemonte — perché nei primi quattro mesi dell'anno il parco nazionale autovetture si è accresciuto di 400 mila unità che avrebbero dovuto dare un incremento di vendita di benzina del 2,5 per cento. Il '75 si era chiuso con un +7,1 rispetto al '74. E' evidente che c'è una ricerca di minor consumo, un più largo uso della seconda auto, di minore cilindrata ». Durand rileva che gli automobilisti hanno anche drasticamente ridotto l'acquisto degli accessori in vendita presso le stazioni di servizio. « E' calata anche la richiesta dei pneumatici, segno che lesinano persino su un prodotto che ha una importanza enorme ai fini della sicurezza. Non è invece diminuita la vendita di lubrificanti e ciò indica quanto stia a cuore la salute del motore: le auto costano care, si cerca di conservare bene quella che si ha ». L'indicazione sul calo di vendita dei pneumatici fornita dal direttore della Esso trova riscontro nei dati nazionali: l'Assogomma, che raggruppa le industrie del settore, registra, nel primo trimestre dell'anno, un calo del 3 per cento nella produzione delle coperture; —4 per cento tra il 75 e il 74. AUTOMOBILI — L'anda- mento è buono: nei primi tre mesi di quest'anno si è avuto un incremento del 26,5 per cento nella produzione e del 25,4 nelle immatricolazioni. Marzo 76 confrontato con marzo 75 dà un +42,9 per cento nella produzione e un +15,4 nella immatricolazione. BENI DI RIFUGIO — Prendiamo la gioielleria. Quali sono gli effetti della crisi, si vende o c'è stasi? Si vendono monili montati con pietre in misura del dieci per cento in più rispetto all'anno scorso. « Non j perché si segua la moda, non I perché questi oggetti debbano 1 essere necessariamente indossati dalle signore — spiega Alessandro Cagliero, dell'Associazione gioiellieri riuniti piemontesi, che ne raggruppa una trentina medio-alti. — La gente compera, per investimento, per mettere al sicuro il denaro dall'inflazione. Prima delle elezioni, tra maggio e la prima metà di giugno, c'è stata una forte richiesta di metalli preziosi, lingotti, monete, lamine. La spinta a questi acquisii era evidentemente di natura politica». Nel 73, alle prime avvisaglie della crisi, c'era stata una corsa all'acquisto delle pietre sciolte, per lo più diamanti; un tipo di investimento che è cessato nel 74 e nel 75 e che ora riprende gradatamente. « Tira » bene il diamante come pure la pietra in colore, rubini, smeraldi. C'è invece un crollo nella vendita dell'argenteria, vasellame, posateria, candelabri, a causa dell'altissimo prezzo raggiunto dall'argento: a Natale costava 100 lire al grammo, oggi ne costa 145. All'argenteria si rivolgeva soprattutto il ceto medio che evidentemente non ha più la possibilità di mettere mezzo milione in un candelabro di due chili. Il settore dell'argenteria sta andando in crisi, si diffonde la produzione del Silver, metallo argentato che va ad occupare la fascia di vendila medio-bassa. | Molti negozianti l'accettano , malvolentieri, come oggetto squalificato, ma non hanno altra soluzione, se vogliono vendere a chi non arriva più all'argento. Remo Lugli

Persone citate: Alessandro Cagliero, Durand, Luigi Durand, Paolo Vargiu

Luoghi citati: Liguria, Milano, Piemonte, Sardegna, Torino