Circeo: p.m. chiede l'ergastolo e Angelo Izzo scoppia a ridere di Guido Guidi

Circeo: p.m. chiede l'ergastolo e Angelo Izzo scoppia a ridere Mercoledì prossimo toccherà alla giuria decidere Circeo: p.m. chiede l'ergastolo e Angelo Izzo scoppia a ridere Uno dei difensori gli ha detto: "Non ti preoccupare" e l'imputato non ha risposto - Donatella Colasanti ha ringraziato il magistrato ed è corsa fuori dall'aula ■ Le argomentazioni della difesa per strappare gli assassini al carcere a vita (Dal nostro inviato speciale) Latina, 21 luglio. Ergastolo: secondo il pubblico ministero, questa è l'unica pena alla quale possano essere condannati i tre responsabili del massacro nella villa di San Felice al Circeo. Non esistono alternative e i giudici della corte d'assise non debbono avere dubbi quando mercoledì prossimo si riuniranno per pronunciare la sentenza: Andrea Ghira, Gianni Guido 3 Angelo Izzo non hanno diritto ad alcuna attenuante perjhé, per l'accusatore, sono soltanto criminali e come tali vanno puniti. A quali conclusioni sarebbe arrivato il pubblico ministero nella sua requisitoria era ampiamente previsto: Angelo Izzo (unico fra gli imputati ad essere presente in aula perché Gianni Guido ha preferito rimanere in carcere mentre Andrea Ghira è latitante) si è limitato a sorridere imbarazzato e sprezzante nello stesso tempo; Donatella Colasanti si è avvicinata al magistrato per mormorargli qualche parola di ringraziamento prima di correre fuori del palazzo di giustizia. «Non esistono alternative all'ergastolo né sotto il profilo giuridico né sotto quello umano — è stata la tesi di Eondo sostenuta dal pubblico ministero, Vito Giampietro. — Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido sono sullo stesso piano per le loro responsabilità. Tutti gli elementi raccolti confermano la loro colpevolezza: il delitto è stato compiuto lucidamente, fred-, damente, spietatamente, e anche i difensori si sono resi conto che non esiste altra soluzione dell'ergastolo, tant'è che hanno tentato di nascondere la disumanità del delitto e la brutalità dei suoi esecutori con la follia. Ma questo non è delitto di tre folli perché Ghira, Izzo e Guido hanno ucciso per ottenere l'impunità di altri delitti come il sequestro e la violenza carnale e per avere esercitato in modo anomalo il potere: quello del forte sul debole, quello del maschio sulla femmina, quello del "superdotato sul pidocchioso", come diceva Ghira, quello dell'armato sull'inerme, quello del ragazzo dei Parioli sulla ragazza della borgata di periferia ». «Per Izzo, Ghira e Guido — secondo la ricostruzione psicologica del pubblico ministero — le due ragazze attirate nella villa a San Felice sono poco più che oggetti da eliminare dopo l'uso e ne abbiamo la conferma che in trentasette ore di convivenza nessuno di loro Ita una parola d'amore, dico meglio, di gentilezza per Rosaria e Donatella». La causale dell'omicidio: è il punto meno chiaro di questa storia agghiacciante. Per quale motivo, cioè, Izzo, Ghira e Guido hanno ucciso? E' l'interrogativo sul quale i difensori cercheranno di fare leva domani e nei prossimi giorni durante la discussione per convincere i giudici che Rosaria è stata soppressa per errore. «Premesso che l'individuazione della causale non è necessaria — questa la tesi del pubblico ministero — quando il delitto è certo, in questo caso non esistono dubbi che i tre imputati volevano uccidere. Izzo e Guido sostengono che sono estranei alla morte di Rosaria e comunque che intendevano mettere soltanto in condizioni le due ragazze di non gridare mentre venivano ricondotte a Roma dopo il festino nella villa a Circeo. "Volevamo solo addormentarle", dicono. Ma se questo fosse vero, perché non le hanno legate e imbavagliate? Invece le hanno seviziate, le hanno picchiate, hanno tentato di strangolare Donatella ». La difesa a sostegno della tesi di Izzo e di Guido ricorda che alle due ragazze sono state praticate iniezioni, quattro a Rosaria e tre a Donatella: era sonnifero. «E chi ci assicura che fosse davvero sonnifero? — ha osservato il pm. — Nella villa non sono state trovate tracce di barbiturici, le ragazze non hanno avuto neanche un pizzico di sonnolenza e Donatella, anzi, è riuscita a sopravvivere, per sua fortuna, dopo essere rimasta chiusa per oltre tre ore nel portabagagli dell'auto con cui è stata ricondotta a Roma. E allora? La verità è che probabilmente i tre avevano scelto un sistema, direi, nazista per uccidere le ragazze: fare delle iniezioni di vitamina B 12, che in dosi massicce provoca uno choc anafilattico. Né conta l'argomentazione di Izzo per cui se avessero volute uccidere avrebbero usato la pistola: sparare poteva fare accorrere qualcuno nella villa e d'altra parte non si sono voluti perdere il gusto sadico di assistere all'agonia delle loro vittime». Izzo e Guido per tentare di evitare l'ergastolo attribuisco¬ no la responsabilità della morte di Rosaria al terzo uomo negando che costui fosse Andrea Ghira. E' un tentativo inutile perché il «terzo uomo» è sicuramente Andrea Ghira. Quali le prove? Il pubblico ministero ne ha indicate per 10 meno sei: 1) la villa dove viene compiuto il massacro è di Ghira; 2) il giovane che arrivò soltanto nel pomeriggio successivo al rapimento conosceva perfettamente tutti i locali e dava indicazioni precise a Izzo addirittura sull'arredamento; 3) il «terzo uomo» aveva una «Mini» bianca e Ghira possiede un'auto di questo tipo; 4) Ghira fugge nello stesso momento in cui intuisce che nell'auto di Guido sono stati scoperti j corpi di Rosaria e Donatella e da allora è latitante senza avere mai abbozzato una difesa dal suo nascondiglio; 5) Guido fa 11 nome di Ghira e poco conta che in dibattimento ha ritrattato la sua accusa; 6) Donatella ha riconosciuto in modo inequivocabile Ghira quando gli vengono mostrate le sue foto. Ma Donatella è attendibile? «E' attendibilissima — sostiene il pm —. La sua è una testimonianza limpida e precisa sino alla pignoleria; le sue affermazioni risultano sempre esatte. Donatella, per quanto catapultata in una storia più grande di lei, non ha mai perduto la sua obiettività quando ha dovuto ricostruire, minuto per minuto, la sua tragedia. E' stata onesta sino in fondo, serena al punto da non avere mai avuto una parola di astio verso i suoi persecutori». Izzo, Guido e Ghira sono giovanissimi: potrebbero avere le attenuanti, ma non le meritano. Izzo e Ghira hanno precedenti penali agghiaccianti; violenza carnale il primo, rapina e altro il secondo; Guido forse fra tutti è stato il più spietato nella villa. Può essere presa in considerazione l'offerta fatta dai genitori di Izzo e Guido per risarcire il danno; la proposta non è «congrua» né «proporzionata». «Con il danaro — è il commento del pm — non si può comprare tutto». Conclusione: secondo il pubblico ministero, i tre imputati debbono essere condannati all'ergastolo per omicidio e tentato omicidio, a 6 anni per violenza carnale, a 4 anni per ratto a scopo di libidine. Domani comincia a replicare la difesa che prolungherà i suoi interventi, con brevi controrepliche dell'accusa, sino a martedì: mercoledì, salvo contrattempi, la sentenza. «Vi esorto, signori giudici — ha ammonito il pm al termine della sua requisitoria — a svolgere il vostro mandato con serenità, ma anche con fermezza e coraggio. La giustizia è equilibrio, proporzione fra la violazione della legge compiuta e la pena da irrogare: e poiché in questo caso il delitto è stato assurdo, orrendo, bestiale, l'unica punizione può essere quella dell'ergastolo ». Angelo Izzo ha continuato a sorridere. Uno dei suoi difensori, Rocco Mangia, gli ha mormorato per rincuorarlo: «Non ti preoccupare»; l'altro non gli ha neanche risposto. Guido Guidi Latina. Angelo Izzo parla con uno dei suoi difensori, l'avv. Mangia (Telefoto Ap)

Luoghi citati: Latina, Roma, San Felice