Morte nel tronco

Morte nel tronco Saper spendere Morte nel tronco L'insidia di larve che vivono nel legno, scavano gallerie finché l'albero si indebolisce e muore - Cosa dice l'esperta Una vita in fabbrica e la vecchiaia sulla collina in una casa modesta, frutto di sacrifici, con un fazzoletto di giardino, tanto sole e qualche albero per un po' di refrigerio d'estate. E' !a situazione dei genitori di Gina che, mesi fa, aveva chiesto consiglio a Saper spendere. Chiediamo scusa a lei come a tutti i lettori che, nonostante la mancanza di puntualità della rubrica, hanno continuato a scriverci, a telefonare e ad attendere con pa zienza una risposta. Scrive Gina: « // sole batte da mattina a sera nel giardino dei miei genitori e per procurarsi un po' di ombra hanno piantato faggi rossi su consiglio di un vivaista. Erano ne pianticelle e costavano molto, ma la felicità ha sempre un caro prezzo. Il guaio è che la prima estate le piante seni bravano sofferenti, le foglie secche ai bordi. " Non è nulla — ci rassicurò il vivaista — l'estate è asciutta, si tratta soltanto di scavare un bel cerchio attorno al tronco e versarvi dentro molta acqua ". Tutto tatto, secondo le regole. Le piante non sono morte, ma neppure migliorate. • Un giorno — continua ia lettrice — vidi un foro nel tronco della pi4>nt-v da questo co lava un liquido puzzolente. Ora le piante sono tutte un foro; sul tronco ci sono macchie di umido e premendo con un bastone si è formato un buco dentro il quale c'era una larva. Sono tornata dal venditore, ni! ho spiegato tutto; la risposta è stata che non c'era più nulla da fare, le piante non si sarebbero salvate, lui moralmen te era a posto perché avevano già attecchito bene; se proprio volevamo, era disposto u darci tre aceri che sono di legno più duro del faggio, meno facili a tarlarsi e di più rapido sviluppo. Che ne dicono i vostri esperti di questa storia di alberi? Non si sarebbero potuti salvare I miei faggi? A me gli aceri non piacciono, preferirei le betulle, se fossi certa fi njn condannarle a morte piantandole In quella terra dell'Oltrepò Pavese. Se dovessi decidermi per l'acquisto di altre piante vorrei spendere bene i miei soldi ** Salvare un albero non è mai fatica sprecata. Ma di chi la colpa della malattia dei tre faggi rossi? « / vivaisti — spiega la dott. Elena Accati — sostengono che se le piante si ammalano dopo un certo periodo dal trapianto essi non ne sono responsabili ». E' un parere — secondo noi — discutibile: i vivaisti sono esperti, possono riconoscere, anche da piccoli segni, i mali degli alberi; l'acquirente è di solito un dilettante, innamorato soltanto del verde e delle fronde: non può sapere se l'acquisto di un albero è ben fatto, compra julln fiducia, ha scarse garanzie e se l'albero si ammala, son suoi i guai e le spese per le cure. Secondo l'esperta la causa potrebbe anche essere un « dispetto di natura •. « Nell'Oltrepò Pavese vi sono molte colture di pioppi e non è impossibile che insetti come II "Cossus cossus" o la "Zeuzera pirina" o altri di questo gruppo si siano spostati dai pioppi ai faggi della lettrice condannandoli a morte ». Per identificare i parassiti si dovrebbero esamiminare i fori praticati nei tronchi, e osservare le larve. Una sola caratteristica è comune a tutti questi insetti: « Vivere nel legno, scavare gallerie finché l'albero si indebolisce e muore ». Importante è quindi scegliere bene il futuro amico del giardino. Aceri o betulle? Dice la dott. tlena Accati: « GII aceri sono molto pregiati; le betulle tollerano bene qualsiasi tipo di terreno, e sono resistenti ai venti. Entrambi però sono soggetti ad attacchi degli stessi insetti che già hanno distrutto i faggi. L'unico consiglio è: eliminare i faggi bruciandoli in modo da evitare che le larve mature passino su altre piante. Inoltre nel caso che si mettessero a dimora nuovi alberi la lettrice faccia attenzione: al primo loro, per quanto piccolo, non esiti; cerchi di estrarre la larva con un filo di ferro aguzzo oppure introduca nel loro un batuffolo di cotone imbevuto con liquidi volatili mortali (solfuro di carbonio e creaosoto in parti eguali) oppure pezzetti di carburo: chiuda poi II buco con mastice. Oppure si serva di speciali fuscelli "anti-tarlo" ». Con un augurio: lunga vita ai suoi alberi. Concorso di ricette con i vini astigiani L'anno scorso ricordo che avevate pubblicato alcune ricette a base di vino — scrive la signora Jucci M. di Torino: — erano le vincitrici di un concorso, se non sbaglio, organizzato ad Asti. Sarebbe possibile saperne qualcosa di più? Se il concorso si ripetesse vorrei parteciparvi; ho ricette squisite nei miei menù casalinghi. Oppure poiché si tratta di ricette abbastanza economiche non sono bene accette? ». **• Tutt'altro. La cucina povera è tipica della tradizione regionale italiana ed il concorso, al quale si riferisce la lettrice, ha quest'anno proprio questo titolo: » Ricette popolari italiane di cucina povera a base di vino ». E' alla terza edizione, organizzato dall'Ente per la valorizzazione dei vini astigiani con la consulenza dell'Accademia italiana della Cucina. « Possono parteciparvi tutti — spiega il cav. Borello, presidente della Camera di Commercio di Asti — dilettanti o professionisti della cucina, compresi I titolari di ristoranti, residenti in Italia o all'estero. Importante è che chi partecipa presenti una ricetta, ed una sola, per una o più sezioni del concorso, cioè antipasti (caldi o freddi, destinati ad "aprire" il pranzo); primi piatti asciutti, minestre e zuppe; secondi piatti a base di carne di qualsiasi tipo; secondi piatti di magro (pesce, uova, formaggio, verdure); dessert ». C'è un unico imperativo: tra gli ingredienti deve esserci il vino, bianco, rosso o spumante, purché si sposi bene agli altri componenti della ricetta. E non basta indicare nella preparazione « un bicchiere di vino rosso »; è indispensabile precisare * tipo e qualità del vino, se Barbera o Dolcetto, Verdicchio o Barolo ». Il termine ultimo per la presentazione delle ricette è il 20 agosto. Indirizzo: Concorso Nazionale per ricette a base di vino presso l'Ente per la valorizzazione dei vini astigiani. Camera di Commercio di Asti, piazza Medici 8. I premi? Bottiglie di vino buono, naturalmente. Simonetta

Persone citate: Accati, Barbera, Borello, Elena Accati, Jucci M., Verdicchio

Luoghi citati: Asti, Italia, Torino