La morte del guerrigliero Santucho

La morte del guerrigliero Santucho La morte del guerrigliero Santucho Uccisi in Argentina due capi dell'Erp Buenos Aires, 20 luglio. Il capo dell'organizzazione guerrigliera argentina Ejercito revolucionario del pueblo (Erp - Esercito rivoluzionario del popolo) Mario Roberto Santucho è stato ucciso dalle forze di sicurezza nel corso di uno scontro a fuoco avvenuto ieri sera a Gonnet, una località ad una quarantina di chilometri a sud di Buenos Aires. Nello scontro è stato ucciso anche il « numero due » dell'Eni, Hector Gorriaran Merlo e altri tre membri della stessa organizzazione. (.Ansa) Varie circostanze avevano contribuito a circondare la figura di Santucho di un alone di leggenda. Fra queste le sue tre spettacolari evasioni da altrettanti custoditissime prigioni. La più sensazionale fu l'ultima, quando con un gruppo di ventotto guerriglieri, fra i quali si trovava anche sua moglie Ana Maria Villareal, riuscì a fuggire dal carcere di Rawson, nel sud del paese, considerato una fortezza a prova di sicurezza. Santucho con un gruppo di nove evasi raggiunse l'aeroporto locale, si impadronì di un aereo e si fece portare in Cile, da dove poi si recò a Cuba. Il secondo gruppo di evasi fu catturato e portato nella base navale della città di Trelew, sempre al sud, dove, in quello che fu definito un tentativo di fuga, sedici guerriglieri rimasero uccisi. Fra questi vi era anche la moglie del leader dell'Erp. Nato nella città di Tucuman, capoluogo di una delle più povere province del nord argentino, Santucho, meglio conosciuto nelle file dell'organizzazione estremista come « Robi » o « Comandante Carlos », aveva studiato scienze economiche specializzandosi poi nell'università americana di Harvard. Ma dopo alcuni anni di esercizio della professione, aveva abbandonato le cifre per le armi. Nel 1970 il suo nome cominciò ad essere noto come organizzatore di una cellula estremista a Tucuman. Arrestato per la prima volta nella sua città natale, riuscì a fuggire poco dopo fingendosi malato. Riprese let sue attività a Rosario, un centro industriale a 300 chilometri da Buenos Aires, dove fu di nuovo arrestato. La seconda fuga si verificò appena pochi giorni dopo. Il terzo arresto ebbe luogo nel 1971 nella città di Cordoba. Da Li Santucho, considerato ormai un elemento assai pericoloso venne trasferito in una prigione di Buenos Aires, dove si trovava quando avvenne il caso Sallustro. Si scoprì successivamente che il capo dell'Erp aveva organizzato il rapimento del dirigente italiano dal carcere e venne trasferito a Rawson, da dove fuggì per la terza e ultima volta. Le voci ricorrenti sulla morte di Santucho venivano quasi sempre smentite dallo stesso leader estremista nel corso di conferenze stampa che venivano convocate con il massimo segreto. Ai corrispondenti esteri riuniti in tali occasioni Santucho non appariva certo come un pericoloso guerrigliero. Basso di statura e molto scuro di carnagione e capelli, egli aveva l'aspetto mite e parlava molto pacatamente. Dalle sue parole emanava però molta forza e nessuno dei suoi interlocutori si stupiva che egli fosse in grado di trascinare i « companeros » alle più spericolate azioni. Fin dalla sua prima apparizione, in occasione di una serie di gravi disordini popolari a Cordoba, nel maggio del 1969. l'Erp ha organizzato attacchi contro unità dell'esercito e caserme di polizia, attentati, rapimenti, uccisioni di militari e di personalità legate alla lotta antiestremista. Negli ultimi tempi si è intensificata l'azione dell'eserci- to contro l'organizzazione — che si definisce trotzkista — e numerose cellule e rifugi sono stati scoperti. Ma il colpo di ieri è senza dubbio il più grave inferto all'Erp. (Ansa) Roberto Santucho

Persone citate: Cordoba, Gonnet, Hector Gorriaran, Mario Roberto Santucho, Sallustro

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Cile, Cuba