Svaligiano la banca "lavorando,, come in una catena di montaggio

Svaligiano la banca "lavorando,, come in una catena di montaggio Svaligiano la banca "lavorando,, come in una catena di montaggio (Dal nostro corrispondente) Parigi, 20 luglio. Una banda ha rubato valori per 50 milioni di franchi (pari a circa 8 miliardi di lire) dalle cassette di sicurezza della Société Generale di Nizza. I giornali parlano di «furto del secolo», le agenzie dicono che la folla indignata ha assediato la banca, chiusa immediatamente al pubblico. Il numero delle cassette di sicurezza sventrate è tra 200 e 300. Pertanto si osserva che il lavoro della banda è stato veloce come un lavoro a catena, e di alta perfezione tecnica. Come se non bastasse, la banda ha poi accompagnato il furto con una dichiarazione ideologica. Dopo aver tappezzato le cassette scassinate di fotografie pornografiche ha lasciato un messaggio con questo slogan: « Niente armi, niente violenza, niente odio». Si può aggiungere che il furto del secolo ha persino pretese «morali» e «tecnocratiche». La tecnica usata è d'altra parte stata perfetta. All'inizio del week-end la banda ha raggiunto le fogne che si snodano intorno alla Société Generale, scavando una diramazione di otto metri circa, e costruendo persino un muretto per deviare le acque luride. Attraverso la diramazione è giunto al muro dei sotterranei, ha aperto un comodo foro, ha costruito un altro muretto perché l'acqua non entrasse eventualmente sul luogo del «lavoro». Infine, hanno murato la porta che conduce ai piani superiori della banca per essere al sicuro dalle visite. Per due giorni (secondo le prime perizie) la banda ha vissuto nelle cosiddette stanze blindate, aprendo otto grosse casseforti, e 200-300 cassette di sicurezza. Il luogo del furto dista (per colmo d'ironia) duecento metri da un edificio delle guar¬ die municipali. Ma nessuno si è accorto del trasporto all'esterno dei valori rubati, che deve essere stato fatto molto lontano, lungo il percorso della fognatura. Dai resti lasciati nel sotterraneo è certo che tutto si è svolto con calma e persino con ordinati turni di lavoro e di relax. Bottiglie di vino, resti di rifornimenti alimentari, coperte di lana, testimoniano che la banda ha dormito, mangiato tranquillamente, creandosi persino un po' di «ambiente» con le foto pornografiche attaccate al muro. Il sistema di allarme non ha funzionato e su questo fatto indaga la polizia, che da Parigi ha inviato in rinforzo gli specialisti dell'ufficio centrale per la repressione del banditismo. Per ora si è solo giunti alla quasi certezza che la banda attiva fosse composta da sei persone, che esse hanno lavorato con lampade all'acetilene, e che non hanno degnato d'una occhiata la stanza blindata dove i clienti che partono per il weekend solitamente depositano valori di difficile smercio, come i quadri o i gioielli. La loro scelta è stata sicura verso le cassette di sicurezza che soprattutto contenevano lingotti d'oro, brillanti sciolti, pacchi di valuta liquida. La Société Generale ha dif¬ fuso un comunicato per annunciare che la procedura d'identificazione dei clienti derubati è cominciata, in vista del dovuto indennizzo. La scoperta del furto è infatti stata tardiva perché tutto era in ordine nei locali della banca, e c'è voluto molto tempo perché il primo impiegato, sceso nei sotterranei, s'accorgesse che il loro ingresso era stato murato. Per scoprire il furto, il direttore della banca è stato costretto (riferiscono ancora con ironia i giornali) a fare anche lui un buco nel muro, e così il furto del secolo ha ricevuto l'ultimo tocco per somigliare in tutto a un film di René Clair. a. c.

Persone citate: René Clair

Luoghi citati: Nizza, Parigi