Sotto inchiesta le assunzioni al Comune
Sotto inchiesta le assunzioni al Comune Polemica a Milano Sotto inchiesta le assunzioni al Comune Milano, 20 luglio. (o.r.) Composta da rappresentanti d'ogni partito, una commissione consiliare d'indagine esaminerà tutte le assunzioni fatte a Palazzo Marino tra il '70 e il '76; è la conseguenza della polemica tra l'onorevole Andrea Borruso, neoeletto democristiano (legato a Comunione e Liberazione) ex vicesindaco ed ex assessore al Personale, e il comunista Antonio Taramelli, attuale assessore al Personale e al Decentramento. La nomina della commissione è stata decisa ieri sera, nel corso di una seduta quasi interamente occupata dalla questione delle assunzioni fuori concorso. La polemica è scoppiata il 14 luglio, quando Taramelli, assente Borruso, ha affermato che, durante la gestione del suo predecessore, «arrivavano liste di raccomandati», mentre, da quando lui è in carica, non arriva più nessuno di questi «elenchi». Borruso stesso, ieri sera, ha confermato le assunzioni di 584 dipendenti per «chiamata», precisando però che il suo successore, in un anno, ha stipulato analoghi contratti con 475 persone. Il primo ad essere stato accusato di clientelismo, nei mesi scorsi, era stato proprio Taramelli; la Cisl aveva denunciato presunte «gravi violazioni contrattuali» da lui commesse. In risposta, l'esponente comunista aveva allora spiegato che «non c'era stato tempo di indire i concorsi» in quanto i nuovi impiegati dovevano essere adibiti a servizi sociali appena realizzati o in procinto di essere inaugurati, quali asili e piscine. Gli aspiranti dipendenti venivano selezionati attraverso prove scritte e orali, da una commissione d'esame composta di sindacalisti e di esperti. A pari merito, le preferenze erano conferite a chi avesse presentato prima la domanda d'assunzione. Quando, ai primi di luglio, le accuse nella Cisl furono riprese da Borruso, l'attuale assessore passò al contrattacco, denunciando l'operato dell'esponente democristiano. Nel ribadire la legittimità del suo operalo, Taramela ha anche precisato che il Comitato regionale di controllo, da lui tenuto sempre al corrente delle assunzioni e relative modalità, ne ha regolarmente riconosciuto la validità. In margine alla polemica, l'agenzia Anipe (vicina ad alcuni esponenti de che non fanno capo a nessuna corrente) riferisce, attribuendone la responsabilità a Borruso, sconcertanti trasferimenti da Milano a Roma, immotivati prelievi dai libri contabili del Comune, nonché a favore di otto commessi, le concessioni di alcuni benefici i cui provvedimenti sarebbero stati firmati da Borruso «quando ormai era decaduto dalla carica di vicesindaco» e più precisamente l'I agosto '75 «retrodatandoli fino a mezzanotte meno un minuto del 31 luglio». La stessa agenzia, inoltre, accusa l'esponente di Comunione e Liberazione di avere «posto la propria firma in calce a vari "atti comunali" portanti l'intestazione "il sindaco", e datati dal 15 al 17 luglio 1975, senza aggiungere, come richiesto dalla norma, l'usula e "per il sindaco", facendoli inoltre controfirmare, seguendo una strana procedura, non dal segretario generale, ma per il segretario generale, dal capo ripartizione, che, però essendosi rifiutato di firmali, sono stati per lui siglati dal vice capo ripartizione». La medesima fonte pubblica fotocopie di quattro documenti «irregolari» sottoscritti da Borruso.
Persone citate: Andrea Borruso, Antonio Taramelli, Borruso, Taramelli
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