Imbarazzata smentita del portavoce di Bonn di Tito Sansa

Imbarazzata smentita del portavoce di Bonn Imbarazzata smentita del portavoce di Bonn (Dal nostro corrispondente) Bonn, 19 luglio. Nessuna decisione è stata presa alla conferenza di Portorico, alla fine di giugno, tra i governi degli Stati Uniti, della Germania, della Gran Bretagna e della Francia, circa un boicottaggio economico all'Italia nel caso che il pei entri a far parte del governo di Roma. Così ha detto oggi il portavoce del governo di Bonn, Armin Gruenewald, smentendo le informazioni di giornalisti americani i quali avevano riferito in merito, in maniera inesatta e senza esserne autorizzati. Gruenewald — come sovente accade dopo le non rare uscite esplosive del Cancelliere — ha incolpato la stampa, precisando che gli interlocutori americani di Schmidt erano stati impegnati al silenzio per quanto avrebbe detto su Paesi terzi. Nel tentativo di placare le acque agitate dalle dichiarazioni di Schmidt, il portavoce ha detto che a Portorico e anche in sede Nato e Mec si è discusso molto nei mesi scorsi sulla possibilità di aiutare l'Italia a risolvere i suoi problemi. In un comunicato governativo è detto che «la maggior parte dei Paesi dell'alleanza» (non specificati) è d'accordo su questi punti: 1) «E' meglio aiutare l'Italia, se lo desidera, su base multilaterale; 2) ciò vale non solo per l'Italia; 3) gli aiuti devono venire organizzati alla condizione che il Paese beneficiario intraprenda seri ed efficaci sforzi economici; 4) la soluzione dei problemi deve venire possibilmente trovata dalle forze democratiche; 5) non è assolutamente ài caso di parlare di intromissione negli affari interni italiani. Si tratta di fornire chiarezza in anticipo a coloro che formeranno un governo in Italia». Nel comunicato viene inoltre espresso «stupore» per le critiche rivolte al cancelliere Helmut Schmidt. Gruenewald non l'ha detto chiaramente, ma lo ha fatto capire, che il presidente del Consiglio Aldo Moro è informato del «punto di vista» dei quattro. Lo si deduce anche dal protocollo del colloquio riservato di Schmidt con i giornalisti americani che avrebbero violato l'impegno al silenzio. Alla domanda: «Gli Usa non aiuteranno l Italia se i comunisti entreranno al governo, che ne pensa lei? », Schmidt ha risposto: «Non solo gli Usa, anche la Francia, la Gran Bretagna e noi ». Alla domanda successi va: «E' una condizione?», Schmidt ha replicato: «Diciamo meglio, una condizione politi ca». Infine, quando gli è stato chiesto: «Crede lei che gli italiani lo sappiano»?, il Cancelliere ha risposto: «Credo che nel frattempo lo abbiano ap preso ». In sostanza, dal protocollo si rileva che i giornalisti americani non si sono inventati nulla. L'eco che le dichiarazioni del Cancelliere hanno avuto in Germania è stata enorme, ad esse quasi tutti i giornali dedicano oggi i loro editoriali, un segno che ancora una volta Helmut Schmidt ha colpito nel segno da quando ita scelto la situazione economija italiana e lo spauracchio comunista come suoi cavalli cu battaglia per le elezioni del prossimo 3 ottobre, ben conoscendo le opinioni sul nostro Paese diffuse nell'elettorato nazionalistico di questo Paese e l'approvazione che ogli raccoglie quando alza la voce per ammonire e indottrinare. Perfino giornali conservatori o liberali di sinistra approvano Schmidt. La Frankfurter Allgemeine, scrive tra l'altro: «L'indignazione italiana è senza motivo, non si tratta né di illecita ingerenza né di considerazioni dettate dalla tattica elettorale. Sono state finalmente messe in chiaro le cose, i crpditi sono di natura "politica", il loro compito è di riportare il ricevente sulla via della stabilità». «Ampi strati della popolazione italiana — si legge più avanti — soggiacciono a una strana perversità: credono di poter votare comunista senza per questo perdere l'aiuto degli alleati non comunisti per mantenere inalterato un tenore di vita capitalistico». Nella Neue Ruhr Zeitung è detto: «Gli italiani farebbero bene a non fare del Cancelliere il capro espiatorio del loro malumore, che in realtà riguarda solo il minacciato blocco dei crediti». Tito Sansa

Persone citate: Aldo Moro, Armin Gruenewald, Helmut Schmidt, Schmidt