Caccia al bandito: 150 agenti in assetto di guerra elicottero, pompieri scatenati nelle vie e sui tetti di Ezio Mascarino

Caccia al bandito: 150 agenti in assetto di guerra elicottero, pompieri scatenati nelle vie e sui tetti Caccia al bandito: 150 agenti in assetto di guerra elicottero, pompieri scatenati nelle vie e sui tetti Erano le 13,30: mentre un'ambulanza accompagnava in ospedale il rapinatore ferito e una folla inquieta si raccoglieva nelle vie del quartiere, polizia e carabinieri circondavano l'isolato per catturare il complice riuscito a fuggire, dopo il drammatico conflitto a fuoco. Le indicazioni erano precise. Franca Perino, la titolare dell'oreficeria lo aveva descritto minuziosamente: alto, calzoni marroni, camicetta beige, baffi e capelli lunghi. Era uscito dalla porta del retro impugnando una pistola. Certamente tra i due malviventi era quello più atterrito. Proprio lui aveva gridato, vedendo i poliziotti sotto i portici: «Scappiamo, altrimenti ci ammazzano». E aveva tentato la fuga salendo per la scaletta a chiocciola, che c'è nel retro del negozio e porta in un piccolo laboratorio, all'ammezzato. Il locale ha una finestra, ma è chiusa da una pesante inferriata; era allora ridisceso, allontanandosi dal retro. Alcune persone lo avevano visto scavalcare un muricciolo di due metri, che delimita il cortile. « E' nella casa — dicevano tutti —. Certamente si è rifugiato nelle soffitte ». Dieci minuti dopo, olle 13,40, l'intero isolato era piantonato. Poliziotti presidiavano gli angoli di corso Vinzaglio, via San Quintino e via Donati, sembrava che il rapinatore non avesse vie di scampo. « Occorrono rinforzi — dicevano l funzionari — bisogna far deviare il traffico, allontanare i passanti prima di iniziare un'azione di forza. Quello è armato, potrebbe sparare ». Per altri dieci minuti le forze dell'ordine hanno cosi « controllato » la situazione, in attesa di rinforzi. La situazione era delicata. Dicevano i funzionari: « Già poco fa, durante la fuga della banda, abbiamo rischiato che dei passanti venissero feriti dal rapinatore mentre correva lungo corso Vittorio. Sembra deciso a tutto, non dobbiamo costringerlo a fare follie ». Ned frattempo si raccoglieva una folla di curiosi. Gli inquilini dell'isolato si affacciavano alle finestre, sui banconi. Gli agenti gridavano a tutti: n Torna¬ tPnrpsnsnuEtlelpldlsamntpmdd'mpqqg3mvcrpB te in casa, chiudete le persiane. Per precauzione ». Tutta la zona sembrava in stato di guerra. Alle 13,50 sono giunti alcuni tiratori scelti, con giubbotti antiproiettile. Sono saliti sui tetti, sui balconi più alti, pronti a stanare il rapinatore. « Potrebbe essersi barricato in un abbaino, ce ne sono tanti lassù » suggeriva una custode di corso Vittorio Emanuele. Veniva richiesto l'intervento del reparto mobile, con le bombe lacrimogene. L'ordine era lo stesso: « Circondare l'isolato, non fare alcuna mossa. Il rapinatore è armato, deciso a tutto. Potrebbe ferire, uccidere del passanti, dei civili ». Un attimo di confusione alle 14,10. Alcuni inquilini di corso Vittorio 90 e 92 erano certi di avere visto il bandito sui tetti: « Impugnava una pistola, aveva ì baffi, proprio come quello che cercate. E' lui, senza dubbio ». Assicurava l'uno: « Era là, su quel cornicione ». « No, là, su quell'altro » ribatteva un vicino. Gli agenti (tra poliziotti, carabinieri, agenti del reparto mobile, erano presenti oramai ol- a e e o i a e . u u . - enlno o e r tre 150 uomini) hanno circondato anche l'isolato adiacente, quello compreso tra via Avogadro, via San Quintino, via Donati, dove, secondo le indicazioni, si era spostato il rapinatore. Alle 14,20 veniva chiesto l'intervento di una squadra di vigili del fuoco con la scala Porta. « Dobbiamo controllare tutte le soffitte, una ad una — dicevano i funzionari — potrebbe essere ovunque ». Frattanto gli agenti della stradale e 1 vigili urbani provvedevano a deviare tutto il traffico su corso Vittorio Emanuele e nelle vie adiacenti, ove operavano gli agenti della mobile e i carabinieri. Tutte le cantine, tutti gli angoli di scale, cortili, magazzini venivano controllati. Altri agenti, passando dai tetti, ispezionavano mansarde e abbaini. Alle 15 scendeva dal cielo un elicottero del carabinieri. Per oltre quindici minuti ha sorvolato i due isolati, pochi metri dai tetti: a ogni passaggio sfiorava il campanile aguzzo della chiesa del Santi Angeli, in via San Quintino, sui tetti del quale erano appostati da oltre mezz'ora tre tiratori scelti. Seguendo ogni indicazione, controllando tutti gli angoli ove il rapinatore avrebbe potuto trovare rifugio, agenti e carabinieri hanno setacciato la zona fin ver¬ si le 16,30. Ma del giovane nessuna traccia. Evidentemente era riuscito a fuggire, certamente pochi attimi dopo la rapina mentre i passanti soccorrevano sotto i portici, a pochi passi dall'oreficeria la guardia Lepore e gli agenti, sull'altro lato del corso, aiutavano i barellieri a portar via i! rapinatore agonizzante. Ezio Mascarino Il brig. Michelangelo Castiglia ha affrontato Angelo Strazzullo mentre fuggiva - Agenti con bombe lacrimogene per stanare il secondo bandito

Persone citate: Angelo Strazzullo, Franca Perino, Lepore, Michelangelo Castiglia