La "banda della Kawasaki,, è stata sgominata a Cuneo

La "banda della Kawasaki,, è stata sgominata a Cuneo I sei rapinatori che sono arrivati dalla capitale La "banda della Kawasaki,, è stata sgominata a Cuneo (Nostro servizio particolare) Cuneo, 16 luglio. (g. r. ) La squadra mobile di Cuneo ha arrestato i componenti della «banda della Kawasaki», che ha compiuto rapine, furti e scippi in molte località dell'Italia settentrionale, da Bologna a Torino, da I Modena a Milano e Imperia e — molto probabilmente — a Mondovì: la rapina di quindici giorni fa presso l'agenzia della Banca Popolare di Novara. Caratteristica costante delle imprese criminali compiute dalla banda era l'uso di una potente e veloce «Kawasaki» che poi spariva, «ingoiata» da un grosso furgone «238» attrezzato con uno scivolo. Si tratta di sei romani: Giuliano Macchini, 35 anni, via Panico 30, Roma; Pietro Angelini, 26 anni, via Donaggio 18; Maurizio Derico^ 22 anni, nato a Milano ma anch'egli residente a Roma in via Dei Gracchi 13; Romano Pulitani, 20 anni, via Bonelli 13; Alfonso Pulitani, pure residente in via Bonelli 13, 22 anni; il sedicente Michele Reggia, di 23 anni, via Trinitapoli 10, Roma, trovato in possesso di una carta di identità falsa — risultata rubata al comune di Lusciano (Caserta) — intestata a Franco Galletti, di 23 anni, residente a Roma in via S. Pio V 18. Tutti sono colpiti da ordine di cattura emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Bologna, dottor Luigi Persico, per la rapina di 40 milioni effettuata nel capoluogo emiliano ai danni di Andrea Landini, portavalori della sede bolognese del Monte dei Paschi di Siena e della procura di Cuneo per associazione a delinquere e ricettazione. Nel furgone «238» — intestato, come la motocicletta e l'automobile «Bmw» che agiva in avanscoperta ed in appoggio a quelli a bordo della «Kawasaki», a Pietro Angelini — sono state trovate numerose targhe in bianco e lettere e numeri per comporre targhe false di Bologna, Modena, Torino, Milano, Imperia. La squadra mobile cuneese — i cui uomini sono piombati sul sestetto subito dopo che il furgone «238», con quattro a bordo, era stato fermato dalla polizia stradale nei pressi di Lesegno — è in contatto da oltre dodici ore con tutte le centrali operative delle questure. «Probabilmente ci troviamo di fronte-ad una grossa ed organizzatissima banda criminale che operava in tutta l'Italia settentrionale — dice il capo della mobile cuneese, dottor Umberto Negro — e non è escluso che sia da addebitare ai sei romani anche la rapina alla Banca Popolare di Novara di Mondovì: alcuni testimoni, infatti, hanno dichiarato di aver visto girare nei pressi della banca una potente "Kawasaki". Inoltre i rapinatori avevano agito a viso scoperto. Certi di non poter essere riconosciuti. Evidentemente venivano da lontano». Oltre all'Angelini — intestatario di tutti gli automezzi — pare che capo della banda sia il Macchini, che era solito precedere le imprese della banda giungendo addirittura in aereo nelle città prese di mira. Ma Giuliano Macchini è stato fermato quando nei pressi di Lesegno si era accostato con la «Bmw» al furgone «238» a bordo del quale oltre agli altri componenti della banda, c'era anche la «Kawasaki», pronta a scendere per lo scivolo rientrabile di cui è provvisto il camion.