Caro signor X futuro ministro dell'agricoltura

Caro signor X futuro ministro dell'agricoltura UNA "LETTERA APERTA,, DI MANLIO ROSSI DORIA Caro signor X futuro ministro dell'agricoltura Libere per mia decisione da impegni parlamentari, ritorno a scrivere, dopo l'insediamento delle nuove Camere, sui problemi di mia competerli '. e sono tentato di indirizzare, con un certo anticipo, una lettera confidenziale j al signor X, ossia al futuro ministro dell'Agricoltura-(sia egli o non sia lo stesso senatore Marcora oggi in carica). Caro amico — vorrei dirgli — nell 'accingersi al suo lavoro mi auguro che Ella sappia ben valutare le cose sulle quali gli italiani sono stati concordi il 20 giugno. 1) Il riconoscimento che le elezioni «hanno segnato uno spostamento a sinistra e ur i spartiacque tra passato e avvenire nella storia della nostra Repubblica». 2) La volontà che il Governo la smetta di vivere alla giornata, di aggirare i problema di fondo, di usare la politica del rinvio, com'è avvenunuto in passato anche nel suo ministero, malgrado un certo apparente dinamismo dell'ultimo titolare. 3) L'opportunità di evitare enunciazioni programmatiche analoghe a quelle del passato, nelle quali ad un lungo eie 'co di obiettivi non corrispondeva l'indicazione degli strumenti e dei tempi per raggiungerli. Mi rendo naturalmente conto che dare una soddisfacente risposta a queste concordi esigenze degli italiani non è facile. Tuttavia nel caso suo la situazione economica e finanziaria è più favorevole che in passato. I quattro pilastri della politica economica che il Governo dovrà far propria — riassetto della pubblica finanza, riequilibrio della bilancia dei pagamenti, controllo dell'inflazione e ripresa degli investimenti e dell'occupazione — si reggono, infatti, in gran parte sul terreno di sua competenza. L'aumento del costo della vita, ossia l'indice indiretto dell'inflazione, è strettamente legato ai prezzi al consumo dei prodotti alimentari. La difficile situazione della bilancia dei pagamenti dipende in gran parte dal pauroso saldo passivo della bilancia commerciale dei prodotti agricolo-alimentari. Un primo consiglio che vorrei, pertanto, darle è di fare il muso duro al presidente del Consiglio ed ai suoi colleghi dei dicasteri economici; di subordinare cioè la sua accettazione ad un loro esplicito riconoscimento della priorità dell'agricoltura nel quadro della politica economica. Troppe volte ministri dell'Agricoltura si sono trovati soli, forse anche per loro insipienza, ma ancor più per l'indifferenza dei loro colleghi, che hanno sempre considerato l'agricoltura — al di là del retorico ossequio verbale — come un settore marginale e trascurabile dell'economia e della pubblica amministrazione. Questa osservazione induce a farne un'altra. Per le ragioni indicate all'inizio, l'azione del futuro governo e quindi la sua risulterà più o meno efficace a seconda del carattere de programmi. Nel caso suo i programmi dovranno proporsl non (come si dice oggi con nuova retorica) pochi obiettivi essenziali, ma tutti quelli che la situazione richiede: aumento e regolazione della produzione, adeguato accesso al credito, organizzazione e controllo dei mercati, avvio della cosiddetta politica delle strutture ed altri ancora. Una faticaccia. Affinché tuttavia essi non restino sulla carta, Ella dovrà subito affrontare la riforma degli strumenti a sua disposizione. In conseguenza della vile saggezza del rinvio, alla quale si sono attenuti in materia i suoi predecessori (compreso l'ultimo, tuttora in carica), Ella si troverà, se non interviene prontamente, a disporre di strumenti con i quali di strada se ne fa poca. L'instaurazione di meno accidentali rapporti con le competenti commissioni parlamentari, tra loro non contrapposte ma coordinate; la riforma del ministero; la revisione del decreto delegato relativo alle competenze regionali; l'instaurazione di sistematici rapporti fra il suo ministero e le Regioni; la semplificazione dei rapporti con gli altri dicasteri per le materie congiunte e tra questi suddivise; una certa unificazione e manovrabilità degli stanziamenti di bilancio; la costituzione di una stabile e competente delegazione agricola a Bruxelles sono condizioni indispensabili per una sua efficace azione. Si tratta di riforme relativamente semplici, promesse da tempo, realizzabili senza spese, anzi con qualche risparmio. Esse sono tuttavia possibili solo a condizione — come si dice — di avere le spalle coperte, di avere cioè il consenso dell'intero governo, del Parlamento e degli organi di controllo (Corte dei Conti e Consiglio di Stato); di prendere il co-raggio a due mani per affron- tare le tenaci, inevitabili re-sistenze della continuità am-ministrativa e per scegliere per i posti chiave con libertà e oculatezza uomini adatti. Di ciascuno di questi temi fi ancora di più sui singoli temi della politica agricola nell'attuale periodo, prima di decidere, occorrerà naturai- mente che Ella si documenti, discuta nelle sedi appropria- te e mediti a lungo. Ultimo consiglio che mi permetterei pertanto di darle, signor X, è di stare fermo un po' più dei suoi predecessori. Meno j tempo sugli aeroplani, nelle ! visite, neile interviste, nei | pubblici convegni e più tem1 po in ufficio (con divieto di > accesso al pubblico) per lo 1 studio delle questioni, po1 trebbe essere una buona ri ' cetta per il successo, In una celebre intervista, ! dopo le dimissioni da primo j ministro, Harold Wilson ha detto: « Io riesco a pensare [meglio quando cammino. Se I f°ssi rimasto uno o due anni !d* P'u in Questa stanza, avrebbero dovuto cambiarvi ! " tappeto consumato dai miei passi ». Cammini e pensi, signor X, quando sarà insediato nella sua stanza a via XX Settembre. Manlio Rossi-Doria

Persone citate: Harold Wilson, Manlio Rossi-doria, Marcora

Luoghi citati: Bruxelles