Primo: eliminare gli schemi fissi

Primo: eliminare gli schemi fissi EDITORIALE Primo: eliminare gli schemi fissi L'obiettivo numero uno, dopo il fallimento dell'unione monetaria europea, dovrà essere ii con (rollo dei fattori variabili Conte per i re. subito dopo aver annunciato la morte dell'unione monetaria è d'obbligo gridare: •< Viva l'unione monetaria ». Dilatti, la necessiti! di coordinare i tassi di eambio delle monete dei l'aesi comunitari sopravvive al meccanismo del serpente Iperaltro non ancora sepolto! inteso essenzialmente come mezzo per procedere verso l'unione monetaria europea. L'assenza della lira e della sterlina dal sistema dei cambi della Cèe e la recente uscita del Iranco francese hanno dimostrato l'inadeguatezza dello strumento monetario per unificare l'Europa — in presenza di sviluppi economici divergenti tra i nove Paesi — ma hanno anche posto in rilievo che il totale disordine monetario non soltanto rende impossibile il pregresso dell'Europa ma ne minaccia il benessere e l'ordinamento già esistente che regola gli scambi commerciali intereomunìlari e su scala mondial" E' improbabile che il recente Consiglio europeo del Lussemburgo — ove questi temi sono stati trattati con un senso di urgenza — pàssi ii//it sturiti monetaria conte una nuova Hretlon Woods, ma gli s/orzi per gestire le fluttuazióni tra le monete fuori dal serpente, tra queste e quelle nel serpente e tra tutte le monete europee e il dollaro, devono e saranno continuati. (ìli uomini politici, la commissione europea e il mondo del lavoro ne hanno indicato g/i obiettivi: evitare svalutazioni di carattere competitivo tra le monete, adeguare la parità delle stesse al loro valore reale interno sulla base dei diversi tassi di inflazione e delle posizioni delle bilance dei pagamenti, definire in precedenza i mezzi e i tempi per adeguamenti che non sfavoriscano né favoriscano la competitività Commerciale dei vari l'aesi. Avremo, dunque, un ■■ disordine organizsalo »? l'uà darsi. ma è il massimo che si possa fare nel momento attuate in un sistema monetario internazionale clic, come diceva Shakespeare riferendosi alla società in genere, è « out oj joints ». ovvero scardinato. I mezzi tecnici per raggiungere questo obiettivo comprendono l'aumento della dotazione del Eccoti! i Londo europeo di coopcrazione monetaria) ma ciò lascia da risolvere il problema di fondo, che e sempre stato il coordinamento delle economie dei nove l'aesi. Il ragionamento, a questo punto, diventa politico e allora le speranze che dalle misure tecnico-monetarie per gestire le fluttuazioni scaturisca una economia programmata su scala monetaria, attinie, si attenuano. Il nazionalismo moderno non si fa più sventolando una bandiera più o meno sacra, ma difendendo a spada tratta le scelte autonome interne di politica economica. Essenzialmente, il discorso, in termini concreti, e che non ci possono essere parità stabili tra te monete europee se lutti i l'aesi non sono disposti ad accettare anche la relativa parità di sacrifici imposta dalle condizioni delle singole economie. Il discorso non è completo se non si cita l'impegno dei l'aesi più favoriti a mostrare la loro solidarietà sia sul piano monetario lette è il meno difficileI sia su quello dei potenziamento delle strutture economiche dette altre nazioni. C'è una lezione, forse, da imparare dalla recente tempesta monetaria: l'Europa va pianificata, più ette sui desideri dei banchierierpetologi iesperti di serpenti). che presuppongono una serie di schemi fissi e l'alidi per lutti e per sempre, alla luce dei fenomeni sociali, economici e politici che sono in costante evoluzione in Europa. Il controllo di questi fattori variabili sarà l'obiettivo numero uno per il futuro.

Persone citate: Shakespeare, Woods

Luoghi citati: Europa, Lussemburgo