L'epopea spaziale perde i suoi idoli di Bruno Ghibaudi

L'epopea spaziale perde i suoi idoli L'epopea spaziale perde i suoi idoli William Anders che nel '68 circumnavigò la Luna diventa ambasciatore a Oslo - Cernan lascia la Nasa e va in pensione William Anders, l'astronauta di «Apollo 8» che sul finire del 1968 circumnavigò per la prima volta la Luna con i compagni Frank Borman e James Lowcll. è stato nominato ambasciatore americano a Oslo. Il presidente Ford ha firmato la nomina l'altro ieri. Pochi giorni fa Rugcnc A. Cernan, l'uomo che ha calpestato per ultimo la Luna durante la missione «Apollo 17», ha invece annunciato che dal 1° luglio prossimo lascerà l'astronautica e la Nasa. Andrà in pensione, come si dice in parole terra terra, e come Anders chiuderà definitivamente un capitolo della sua vita nel quale sono scritte pagine esaltanti e ormai consegnate alla storia dell'umanità. Al nome di uomini come Anders e Cernan è legata la conquista della Luna, un'impresa che anche gli scettici ad oltranza e i dissacratori per partito preso sono stati concordi nel definire la più colossale fra quelle intraprese dall'umanità in tutta la sua storia. Nessun'altra viccnda è diventata così rapidamente leggenda, epopea, mito. Conquistando la Luna, l'uomo ha distrutto nel suo significato più pertinente il mito stesso dell'impossibile. Spezzando in maniera così totale le catene della gravità, ha dimostrato di poter osare oliale barriere della tradizione c di avere a portala anche le mete della fantasia. Dai momenti della gloria sono passati pochi anni: selle per Anders e ire per Cernan. Eppure si direbbe che sia passato un secolo, o almeno una generazione. I falli che li riguardano interessano sempre di meno l'opinione pubblica. L'umanità dimentica ben presto i suoi croi, e questa regola spietata non ha fatto eccezione neppure per gli astronauti. Dopo i trionfi nelle grandi ayenues, percorsi sulle macchine scoperte in mezzo ad un turbinio di coriandoli e di stelle filanti, dopo le estenuanti interviste in tv. dopo i massacranti giri del mondo spesi in un'isolata forma di propaganda tra folle deliranti d'entusiasmo e di curiosità, sugli uomini dello spazio è sceso mollo rapidamente l'oblio. Eroi ancor oggi per il resto del mondo, gli astronauti vivono pressoché dimenticati proprio in quell'America che li aveva trasformali nel simbolo vivente di un Paese ormai condizionato dal mito del progresso. Molli hanno divorziato, altri hanno dovuto ricorrere alle cine degli psicanalisti e degli psichiatri, quasi lutti hanno lascialo la Nasa. lohn Clenn, il primo americano che abbia orbitato intorno alla Terra, è stato anche il primo a rinunciare alla sua carriera d'astronauta. Le sue frequenti perdite d'equilibrio sono state un sintomo eloquente del «mal dello spazio» che colpisce chi senza prolezioni adeguale si avventura oltre le barriere del peso e dell'atmosfera. Dopo aver vanamente tentato di diventare senatore e dopo essere stato per qualche tempo vicepresidente di un'industria di bibite che si , stancala molto presto di lui. si occupa oggi — piuttosto genericamente — di ecologia e di alberghi. Richard Gordon, pilota dell'astronave Apollo 12. 6 allenatore di una squadra di football americano, «I Santi di New Orleans». Ed Mitchell, diventato famoso anche perché durame la missione Apollo 14 effettuò numerosi esperimenti di trasmissione del pensiero con un sensitivo di Chicago, si interessa soltanto di telepatia, di fenomeni parapsicologici e di manifestazioni del mondo occulto per conto di una strana società che stampa libri di meditazione yoga, telepatia e astrologia. Al Worden (Apollo 15) passa il suo tempo a meditare e a scrivere poesie. James Irwin, suo collega di missione, sembra sia stato scosso più di tutti dal volo Terra-Luna: dopo una crisi mistica ha abbandonato la Nasa per dedicarsi completamente a «Volo verso l'alto», un'associazione religiosa da lui fondata e che ha il compito di 'preparare l'uomo alla più grande di tulle le missioni spaziali, l'incontro con Gesù in paradiso". Per propagandare meglio il suo credo, Irwin si veste come un santone indiano, porta sempre con sé un lungo bastone sormontato da un crocefisso e tiene conferenze anche agli angoli delle strade. Altri astronauti tono siati più fortunati. Alan Shepard, il primo americano lanciato nello spazio dopo Cìagarin e successivamente comandante di Apollo 14, è diventato vicepresidente di una banca e finanziere di successo. Frank Borman (Apollo 8) è vicepresidente di un'importante compagnia aerea americana. Gordon Cooper (progetto Mercury) gestisce un'agenzia di viaggi e turismo, mentre il- suo collega Cunningham e vicepresidente di una società immobiliare. Don Liscie (Apollo 7) è consulente del centro di ricerche aerospaziali Langley. E gli astronauti che hanno raggiunto per primi la Luna? Nel giro di pochi mesi anche i protagonisti dell'impresa del secolo sono rientrati "nell'anonimato. Neppure la Nasa ha fatto nulla per conservarli nella propria or¬ gcg ganizzazione. Neil Armstrong, il cui nome e stato imposto a migliaia di neonati, di strade, di ponti e di istituti, fa il professore universitario a Cincinnati (Ohio) e vive in un campus. Mike Collins, il pilota dell'Apollo 11, ha avuto la sfortuna di non scendere sulla Luna ma ha dimostrato di saper tenere mollo bene i piedi a terra: è infatti assistente segretario di Stato a Washington, con uno stipendio annuo di oltre 40 mila dollari. Eldwin Aldrin, il secondo uomo che abbia calpestato la Luna ha invece pagato caro questo privilegio: dopo aver venduto qualche volta la sua immagine alla pubblicità televisiva è stato costretto a sotloporsi a trattamenti psichiatrici. Impossibilitato a proseguire l'attività di volo, Aldrin si è ritirato da ogni attività pubblica c scrive libri. irli problema di Aldrin ù slata una specie di morte... la morte del semidio, del simbolo del successo — ha spiegato uno psichiatra —. Quando il volo è finito e quando su di esso è sceso t'oblio, Aldrin ha dovuto fare la cosa più dura clic possa capitare /./ un uomo: rinunciare alla sua nuova identità». E' un discorso che vale anche per gli altri. Bruno Ghibaudi

Luoghi citati: America, Chicago, Cincinnati, New Orleans, Ohio, Oslo, Washington