Un anno fa cadeva Saigon di Tiziano Terzani

Un anno fa cadeva Saigon Luci e inevitabili ombre .sul Vietnam unificato Un anno fa cadeva Saigon Tiziano Terzani: « Giai Phong! La liberazione di Saigon », Ed. Feltrinelli, pag. 315, lire 3500. Piero Gheddo: « Vietnam, cristiani e comunisti », Ed. Sei. pag. 359, lire 4000. Goffredo Parise: « Guerre politiche », Ed. Einaudi, pag. 249, lire 2500. Un anno fa, di questi giorni, si concludeva la trentennale tragedia del Vietnam. Tra i numerosi reportages, saggi, libri pubblicati in Italia e all'estero è difficile stabilire un filo conduttore comune, che non sia quello dell'unanime orrore per una guerra spietata. Le valutazioni, lo stesso stato d'animo di chi scrive divergono poi. non appena entrano in gioco le personali convinzioni ideologiche o politiche. Chi « vede da sinistra » la vicenda vietnamita cede spesso al trionfalismo, addossa ai governi di Saigon e al pesante intervento americano tutte le respon- : sabilità, ai vietcong e a Hanoi attribuisce soltanto meI riti, li considera vittime di : una subdola propaganda degli « imperialisti » (che, in realtà, c'è anche stata). AlI trettanto manichea è la visio; ne di chi ha sempre consideI rato il Vietnam uno degli ultimi » baluardi del mondo libero » ed ora ne lamenta l'isolamento dal resto del mondo a causa d'un ferreo regime, senza interrogarsi sulle cause più profonde di tale sbocco. In questo vicolo cieco che impedisce qualunque dialogo non cade Tiziano Terzani, giornalista del quotidiano La Repubblica che per anni fu inviato speciale di Der Spiegel in Vietnam: cronista incontentabile e irrequieto nel cercare la verità dei fatti (come ogni buon cronista dev'essere). Terzani fu espulso dal Sud Vietnam, perché i suoi servizi davano fastidio ai regirne di Tnieu. Riusci a tornarci fortunosamente poco prima della caduta di Saigon, eludendo la sorveglianza, or mai allentata, della polizia po litica. La prima parte del libro e forse la cronaca più completa finora letta in Italia degli « ultimi giorni » di Saigon, del caos, del panico, dello sconforto mortale che assalì tutti, saigonesi, americani, eu. ropei, fino alla fuga disordinata, tragica degli ultimi ame- sti » vietnamiti. Terzani, che pure non nasconde la sua simpatia (umana più che politica) per Hanoi e i vietcong, descrive i fatti, non aggiunge commenti che pure sarebbero facili per chi si è sempre chiesto quale giustificazione avessero gli ultimi dieci anni di guerra totale nella penisola vietnamita. L'autore è uno dei pochi giornalisti occidentali rimasti a Saigon: sull'ingresso dei nordvietnamiti e dei vietcong nella città dà un resoconto avvincente, sembra partecipare allo stato d'animo della popolazione, che passa dal terrore allo stupore, al grande sospiro di sollievo. I «rossi* sono arrivati, ma il «bagno di sangue» non c'è stato, j Ci sono, come sempre in queSti frangenti, i « resistenti » dell'ultima ora, e quelli che ] hanno fatto il doppio gioco e che ora lo vogliono « qualificare » ad ogni costo; c'è i soprattutto l'incredulità generale dì fronte alla realtà della guerra finita. Poi, dopo qualche giorno subentrerà in i questa città delle troppo fa-! Citi ricchezze la coscienza che j d'ora in poi tutto sarà all'in- i segna dell'austerità e allora j subentra in molti già dimentichi del prezzo di quelle rie- ! chezze, un nuovo sconforto, j Nella seconda parte del libro j Terzani racconta il suo viaggio attraverso il Vietnam del dopoguerra, riferisce i primi esperimenti di «rieducazione» e il metodo usato dalle autorità per sollecitare la partecipazione spontanea della po- ' polazione alla creazione del, a nuovo Vietnam ». Anche qui l'autore si sforza di essere soprattutto un intelligente cronista e di questo gli va dato atto. Sul tema dell'isolamento del Vietnam dal resto del mondo insiste 11 libro di Piero Gheddo, sacerdote cattolico e giornalista, esporto di problemi del Terzo Mondo, che nella penisola indocinese andò in varie riprese. La sua è insieme una cronaca fedele della dissoluzione del regi me sudvietnamita. delia tragedia delle popolazioni, e una analisi disincantata dei problemi che al Paese si pongono dopo il cambio del regime. Sulle prospettive (soprattutto per quanto riguarda i cattolici e la Chiesa vietnamita) l'autore appare scettico, se I non irrimediabilmente pessimista, accogliendo con riserva persino le testimonianze ■ favorevoli al nuovo regime di molti sacerdoti locali. Quali che sinno i giudizi che ognuno, per quello che sa o può capire dagli elementi d'informazione disponibili, può dare di questa parte del libro, bi-1 sogna comunque riconoscere che non si tratta di un'analisi superficiale. Chi voglia infine ricordare che cosa fosse il Sud Vietnam durante gli anni più terribili della guerra totale, troverà nelle pagine del libro di Goffredo Parise che gli sono dedicate (altri capitoli riguardano il Laos, il Biafra e il Cile) una serie di sconvolgenti testimonianze. La degradazione della vita nel Vietnam di Thieu. che coinvolgeva tutti, fino all'ultimo miserabile abitante di « bidonville », risalta nel suo sinistro, deprimente spettacolo. Basterebbero le pagine di Parise per dare un senso, e una giù «tificazione. all'austero, ferreo regime che oggi governa tutta la penisola indocinese, anche per chi. pure giustamente, lamenta ia soppressione di antichi valori in quelln tormentata parte del mondo. Gianfranco Romanello i Ho Chi-min, di Levine iCopyrlght N.Y. Retteti uf IlooLi Opc ra Mundi e per l'Itali» In Stampai