Requiem per Europa di Lorenzo Mondo

Requiem per Europa "Fuga senza fine,, di Joseph Roth Requiem per Europa lusi-ph Hot li: «Fuga senza fine», Ed. Adelphi, pag. 151, lire 3800. Gli estimatori di loscpli Roth possono aggiungere un altro tassello alla conoscenza della sua opera: le edizioni Adelphi. dopo i due assaggi entro la maturità dello scrittóre (/.</ cripta dei Cappuccini e In legenda del unito bevitore), recuperano, a ritroso, uno dei romanzi del pri mo periodo. FtigB senza fine. E" un libro del 1927. chiaramente autobiografico, e rappresenta una frase in cui, per Rotti, «non si tratta più di creare. L'essenziale è ciò che si è osservato». L'affermazione va spiegata nel senso che la struttura del libro e la stessa sintassi devono piegarsi a rendere l'atomismo della società contemporanea, la sua dispersione e insensatezza, l'impossibilità di attribuirle un significato magari distillato in parabola arcaica. Non a caso Roth. che cita Ironicamente La montagna incantata di Thomas Mann come esempio di segreta compromissione con la decadenza borghese, si accosta in questo romanzo al più volte denegati maestri dell'avanguardia, ai distruttori. l-'ufut senza fine è la storia di un reietto per propria condiscendenza e scella, di un eroe conradiano che non conosce sosta e placamento. Franz Tunda. tenente dell'esercito austriaco, cade prigioniero dei russi, fugge dal campo di prigionia e si stabilisce in Siberia, ai margini della taiga, con un vecchio polacco. Finisce la guerra, ma continua la rivoluzione. Tunda è Indifferente a tutto: «l.a monarchia austroungarica era caduta, lui non aveva più patria». Con questa scarna constatazione Rolli liquida nel libro quello che sarà uno degli clementi portanti della sua narrativa, il mito di un'«Austria felice» dalla cui dissoluzione si generano, o almeno, prendono maggior vigore e furia lutti i mostri contemporanei. Attraverso pagine bellissime proprio perche prosciugate fino alla mortificazione, per evitare che il demone dell'avventura finisca eoi prevaricare e far macchia pri"ilcgiala nel libro. Tunda cade nelle mani dei bianchi | c poi dei rossi con i quali combatte fino alla vittoria. E ci siamo Imbattuti intanto nel primo tagliente p>olilo di donna. Natascia, soldatessa c attivista, che ottunde nel protagonista il ricordo della fidanzata austriaca. D'ora in poi ogni scelta di Tunda, ogni porto che finge ai suoi vagabondaggi prende il volto di una donna, e tutte rinviano alla ragazza perduta e lontana: «Le donne che incontriamo stimolano più la nostra iamasia che non il nostro cuore. Amia mo il mondo che rappresentano j il destino che ci additano». Quando la rivoluzione non è più fiammante, diventa pedagogica, burocratica e repressiva, l'ex ufficiale di Francesco Giuseppe decide di rimpatriare. Vienna, la Rcnania, Berlino e poi Parigi sono le tappe del suo disincanto, della discesu verso il nulla. Sempre più s'innesta no, su un fondo di dolente cppur contenuto romanticismo, le lame dell'ironia. Industriali, finanzieri, diplomatici, musicisti, scrittori, artisti e tante, tante donne passano, tra meraviglia e disprezzo, sotto gli occhi dello «straniero», parlano con la sles sa indfiTetcnza e fatuità di pacifismo, moda, pericolo bolscevico, cultura europea. Appena riescono a indossare, sopra le maschere della stupidità e della cupidigia, quella della disperazione. Nel frattempo però, Tunda ita incontrato lo stesso Roth che gli pubblica un libro di memorie siberiane, l'autore e il suo eroe si identificano. E un altro cerchio si chiude, serrando la dispersività della materia, quando Tunda. solo, povero, disadattato, prossimo alla condizione di clochard, incontra Irene per strada senza essere riconosciuto. Non tornerà per questo alla taiga siberiana che cerca di sedurlo con voci di esotismo, con il richiamo di intette realtà naturali, della misteriosa moglie asiatica che «si muoveva nel silenzio come un velo». Resterà in Europa, a Parigi che ne è l'effimera capitale: « Viveva dell'odore di marcio e si nutriva di imiti.!, respirava la polvere delle case cadenti e ascoltava rapilo il canto dei tarli». Franz Tunda si è assegnalo, come Rolli, la parte di testimone, compromesso e straziato, dello sfacelo di un mondo. Lorenzo Mondo

Persone citate: Franz Tunda, Joseph Roth, Roth, Thomas Mann

Luoghi citati: Austria, Berlino, Europa, Parigi, Siberia, Vienna