Una studentessa è arsa viva in clinica per una sigaretta

Una studentessa è arsa viva in clinica per una sigaretta Era ricoverata per una malattìa nervosa Una studentessa è arsa viva in clinica per una sigaretta La giovane, 23 anni, occupava una stanza in una costosa clinica privata milanese, dove si applicano terapie d'avanguardia - Un'infermiera ha sentito odore di fumo ed è accorsa, ma era troppo tardi INostro servizio particolare) Milano, 29 aprile. Una studentessa di ventitré airrn Cesarina Rossi, da tem;jd ospite di una casa di cura ' j privata per malattie nervose, e morta la scorsa notte car; bonizzata nella sua camera, i II fuoco è stato provocato da ; i un mozzicone di una sigaret-, ta, accesa dalla giovane men- ; : tre era a letto. Cesarina Rossi abitava in j I via Moscova 44; era ricove- [ rata alla comunità terapeu- ; tica Omega, in via De Ca- j stro; la disgrazia « Stata sco-1 ! perta dall'infermiera di tuino ! | di notte, Alfonsina Bignami. I 49 anni. Sentito un acre odore di fumo provenire dalla ! ; stanza di Cesarina, la donna ' ha spalancato la porta ed ha visto la giovane esanime, or-1 rendamente ustionata con la faceta a terra, l'ambiente saturo di fumo e il materasso, In materiale sintetico, in fiamme. Ha subito chiamato il 113 ed avvertito dell'accaduto il presidente della casa di j cura, dott. Orefice Saba. In-1 tanto, il personale sanitario presente ha subito tentato la respirazione bocca a bocca e ! filtri rimedi di emergenza, ma per Cesarina Rossi non c'è stato niente da fare: è deceduta per asfissia. « E' stata una disgrazia, null'altro che una disgrazia » ripete, affranto, il padre della ragazza, ing. Danilo La Giovane. Era figlia unica, fin dalla prima adolescenza, soffriva di « crisi di agitazione rattiva »: una forma di ipersensibilità agli stimoli esterni che si traduce in reazioni abnor- • mi e sproporzionate. Era stata più volte ricoverata in clinica, anche fuori Italia, e. per anni, regolarmente assi! stita da psicoterapeuti. Con: tinuava gli studi: era iscritta i al secondo anno della facoltà di lettere e filosofia, alla Statale. Diceva che, dopo la lau' rea, avrebbe probabilmente ; frequentato i corsi di specializzazione in psicologia. Da qualche tempo, la stu-1 dentessa era ricorsa alle cure ! 1 dei sanitari dell'istituto Ome i ga, una costosa clinica priva ! ta che occupa una palazzina ; i con giardino, nel quartiere della Fiera, all'angolo tra via i ] De Castro e via Monferrato. Rione «signorile», strada quie-1 I ta: non c'è nemmeno un car-, I tello ad indicare l'istituto, an ' I che il campanello è senza tar-1 ' ga. Ieri le finestre dell'editi ì ciò sono rimaste accese fino i a notte alta; dopo il fatto sono accorsi i medici, il diretto | re dottor Napolitano, assistenti, personale dell'amministrazione. Per ora, responsabilità pe, nali più o meno dirette della | clinica, nella morte della gio: vane, non ce ne dovrebbero essere. La «comunità Omega» i assiste 1 malati applicando j [ terapie di tipo socio-psicolo-1 i gico, anche di gruppo, secon-1 ; do metodi all'avanguardia che ti-mieuni. prima di tutto, a li- ! I berare e quindi responsabillz- j I zare il malato. Tecniche che \ ; presuppongono personale sa-i j nitario e infermieristico in I I numero sufficiente e altamen-1 te specializzato. In linea con questi intendimenti, è normale che gli ospiti, nelle loro camere, abbiano a disposizione i sigarette e cerini, e che — a differenza di quanto avviene! negli istituti psichiatrici tradizionali — il personale si limiti a una forma di assistenza più che discreta, senza assidui controlli o sorveglianze. o. r. Quando i ferrovieri sono scesi dal treno hanno avuto la sorpresa di constatare che Z.B. era incolume. Il mancato suicida si è rialzato di scatto, si è avvicinato al parapetto del ponte, minacciando di buttarsi in acqua. Mentre urlava frasi incomprensibili verso i ferrovieri che gli si avvicinavano sempre più, dalla parte opposta del viadotto sono sopraggiunti due carabinieri di Arcisate. Z.B. non si è accorto di loro e quando già penzolava all'esterno del ponte, aggrappato con una mano sola, è stato afferrato per un polso da un carabiniere. Il militare, a causa del contrappeso, si è trovate sbilanciato in avanti ed ha rischiato di precipitare dal viadotto assiema al mancato suicida. La situazione si è risolta con l'intervento dell'altro carabiniere e dei ferrovieri che sono riusciti a sollevare di peso Z.B. L'uomo è stato accompagnato in caserma ad Arcisate. Gli è stata trovata addosso una lettera indirizzata ai familiari, con la quale dava il suo addio. /Ansa)

Persone citate: Alfonsina Bignami, De Castro, Napolitano, Orefice Saba

Luoghi citati: Arcisate, Italia, Milano