Bomba all'ambasciata russa di Pechino: morti due cinesi

Bomba all'ambasciata russa di Pechino: morti due cinesi Misterioso attentato, incerte le notizie Bomba all'ambasciata russa di Pechino: morti due cinesi L'esplosione ha ucciso le sentinelle, nessun sovietico è stato colpito Mosca, 29 aprile. Due guardie cinesi sono rimaste uccise da un'esplosione all'ingresso dell'ambasciata sovietica a Pechino; l'edificio è stato danneggiato nessun sovietico dell'anibasciata è stato colpito. La notizia è stata fornita dall'agenzia ufficiale di informatone sovietica «Tass» e da quella jugoslava «Tanjug». Il dispaccio della «Tass» è brevissimo ed è datato da Mosca: non contiene particolari sul fatto nè sulla natura dell'esplosione. La «Tanjug», nel suo dispaccio datato da Pechino, dice invece che la esplosione ha gravemente ferito le due guardie cinesi, scaraventate in aria dalla violenza dello scoppio, e non parla della loro uccisione. La Tanjug aggiunge che l'accesso alla ambasciata sovietica a Pechino è stato vietato ora a tutti, fatta eccezione per gli automezzi dei diplomatici sovietici, mentre la strada che conduce all'ambasciata è stata sgomberata e ripulita di qualsiasi traccia dell'esplosione. Questa sera, sempre secon¬ do l'agenzia jugoslava, la guardia davanti all'edificio dell'ambasciata è stata raddoppiata dalle autorità cinesi. Questo il testo dello scarno dispaccio della Tass, che non fa alcun accenno ad eventuali responsabilità per l'episodio e non dice nemmeno se l'esplosione sia stata provocata da un ordigno appositamente innescato: « Un'esplosione si è verificata oggi al cancello di accesso dell'ambasciata dell'Urss nella Repubblica Popolare di Cina. Due guardie cinesi sono rimaste ferite. L'edificio dell'ambasciata ha riportato danni. Solo per un caso non ci sono state vittime fra il personale dell'ambasciata. Una protesta è stata consegnata alle autorità cinesi in relazione all'episodio». Cii "ulani) molte ipotesi sulla misteriosa esplosione contro l'ambasciata sovietica. Nemmeno l'agenzia Jugoslava è ili grado di precisare la causi< dello scoppio. La Tanjug aggiunge che stasera l'ambasciatore sovietico a Pechino ha partecipato ad un ricevimento offerto nella capitale dal primo mini¬ stro cinese litui Kuo-Feng in onore del primo ministro neo-zelandese Robert Muldoon, attualmente in visita in Cina. L'agenzia ufficiale Nuova Cina non fa invece menzione alcuna dell'esplosione. Un suo dispaccio parla del ricevimento cui ha partecipato l'ambasciatore sovietico, ma non dice nulla di quanto accaduto alla sua ambasciata. Nel ricevimento non è mancata la consueta nota polemica all'Unione Sovietica, ma nulla di fuori dell'ordinario. Hua, dice « Nuova Cina » se l'è presa contro le due « superpotenze », la cui rivalità, ha detto, si va fecendo sempre più aspra e un giorno o l'altro porterà ad una nuova guerra mondiale. E e la superpotenza che alza di più la voce per vendere distensione — ha aggiunto Hua pur senza citare per nome l'Unione Sovieica — è la fonte di guerra più pericolosa ». Il dispaccio della Tass è il primo che parli di atti fisici di ostilità contro le sue rappresentanze a Pechino da nove anni a oggi. (Api

Persone citate: Feng, Robert Muldoon